Un anno dopo

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«Ma vi rendete conto di cosa abbiamo appena visto?!»

Il bus "Behind the Gates" si era fermato, annunciando la fine del tour, eppure Michael se ne stava ancora con il naso schiacciato contro il finestrino.

«È davvero pazzesco» concordò il fratello.

Erano al Kennedy Space Center, in Florida, e avevano appena terminato una visita guidata della zona circostante; avevano potuto vedere le basi di lancio dei razzi (incluso quello che ha portato il primo uomo sulla Luna) e la pista per la quale è passato lo Shuttle per il decollo.

Il giorno prima era stato il compleanno di Michael e quale miglior regalo potevano fargli, se non un biglietto per visitare quel posto?

Grazie alle cure di supporto al trapianto, il ragazzo stava bene e, con le dovute precauzioni, aveva ripreso a frequentare la scuola. Affrontare un viaggetto fino in Florida era il minimo che potessero fare per vederlo felice. E così, Will, Michael e Sofia erano partiti per quella nuova avventura, ma non da soli. Infatti, Sofia aveva deciso di portare Keisha con sé; voleva regalare a sua sorella un bel ricordo di quell'esperienza trascorsa insieme. Infine, all'ultimo minuto, si erano aggiunti anche Aaron e Wynona, e poi Jamie e Cameron. Per questi ultimi sarebbe stato il loro primo "viaggio" da fidanzati.

Scesero dal bus insieme al flusso di visitatori, le facce frastornate dall'immensità di quel posto.

«Manca ancora il pezzo forte!» osservò Michael, con la mappa del luogo stretta in mano. «Andiamo, seguitemi.»

Il suo entusiasmo era coinvolgente.

Sofia si affiancò a Keisha. «Stammi vicino. Questo posto è grande, rischiamo di perderci.»

«Se mi perdi qui dentro, la mamma ti uccide» scherzò lei.

«Puoi contarci.»

«Ragazzi!» chiamò Jamie. «Noi ci fermiamo a prendere qualcosa da bere. Si muore di caldo.»

Non aveva tutti i torti. Più che il caldo, la Florida era famosa per la sua cappa di umidità. E chiamarla "cappa" era un'eufemia. Sembrava di respirare acqua.

«Va bene, noi vi aspettiamo dentro. Michael è incontenibile.»

Sofia sospettò che Jamie e Cameron non li avrebbero raggiunti almeno per un bel po'. Ogni tanto andavano in cerca di privacy per riposarsi dal babysitting. Indubbiamente era impegnativo, non ci si poteva rilassare un attimo, ma era anche molto divertente. E poi, se qualcuno li avesse visti da fuori, avrebbe detto che Michael era l'adulto che rispondeva alle loro curiosità sullo spazio.

Bé, anche quella volta Michael non si era sbagliato dicendo che mancava il pezzo forte. Lo seguirono fino all'ingresso di un nuovo edificio. Assistettero a una presentazione proiettata su uno schermo e alla fine... Lo schermo si aprì, rivelando alle sue spalle una nuova sala in cui torreggiava lui. Lo Space Shuttle Atlantis.

Keisha spalancò la bocca. «Ma quanto è grande?»

Sofia non avrebbe saputo descrivere a parole l'emozione provata nell'averlo di fronte, ma vedere il vero Space Shuttle dal vivo, a dimensioni naturali, non si poteva dimenticare nemmeno volendo. Pensò: "Se una sola ala dello Shuttle è così grande, quanto può essere impressionante un pianeta? Quanta è vasta la nostra galassia, o l'Universo, per essere in grado di contenere certi giganti spaziali e farli sembrare piccoli come formiche?" Qualsiasi uomo, messo di fronte a un mondo molto più grande di quello in cui è abituato a vivere, si sente attratto inspiegabilmente dall'ignoto. Anche se non si è mai interessato allo spazio. Anche se, come Sofia, si è limitato a riprodurlo su una parete.

Aaron e Wynona furono i primi ad avvicinarsi alla navicella, mano nella mano; provarono a scattarsi delle foto, ma era talmente grande che era impossibile inquadrarla nello sfondo. Erano adorabili mentre discutevano su quale fosse l'angolazione migliore.

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