«Finalmente a casa, ometto!» Will spense l'auto e batté i palmi sul volante. «Come ti senti?»
«È una strana sensazione» mormorò Michael da dietro la mascherina chirurgica. Non era necessario tenerla in presenza del fratello, ma Will sospettò che la indossasse per paranoia. Era normale, dopo tutti quei mesi trascorsi in ospedale. Il percorso di recupero era ancora lungo e faticoso.
«È una sensazione "strana bella" o "strana brutta"?»
«Non lo so, solo... Mi sembra di vivere una vita diversa.»
«Sarà diversa» gli rivelò con fermezza. «Sarà migliore. Ora andiamo. Prendo io le tue cose.»
Will fece il giro della macchina e, con la scusa di non essere visto, inviò un messaggio a Sofia per avvisarla del loro arrivo. Poi si mise il borsone sulla spalla, si assicurò di aver preso tutte le medicine e accompagnò Michael verso l'appartamento. Era ancora parecchio debole, ma la luce nei suoi occhi era cambiata. Si era accesa una scintilla di speranza, quella che provava a reprimere per non rischiare di mettersi in testa strane idee.
«Cosa mi sono perso mentre non c'ero?» gli chiese Michael a bruciapelo in ascensore.
«Non molto, ti ho aggiornato praticamente su tutto. Oh, a parte il fatto che James voleva un animale domestico e zia Sarah ha comprato un acquario.»
Michael scrutò il fratello, in attesa della conclusione. «E...?»
«Hanno già fatto morire tre pesci.»
«Terribile. Quanti erano i pesci all'inizio?»
Will aggrottò le sopracciglia. «Vuoi davvero saperlo?»
L'altro ci pensò su. «No, meglio di no.»
«La grande novità è che mi hanno offerto un lavoro presso un'azienda che collabora con l'università. Il professor Hoffman ha fatto il mio nome. Pagano bene e potremo finalmente concederci una vita decente.»
Le porte dell'ascensore si aprirono sul pianerottolo.
«Niente più puzza di olio bruciato e pasta scaldata alle dieci di sera?»
Will sorrise. «Sulla pasta scaldata non posso promettere nulla.»
«Comunque te lo sei meritato, Will. Hai fatto tanti sacrifici per ottenere quel posto.»
«Lo so Michael, grazie.» Si issò il borsone sulla spalla e aprì la porta dell'appartamento. «Ora la cosa più importante è che tu stia bene, così potrai tornare a scuola.»
«Ragazzi, tutti pronti! Will mi ha scritto che sono appena arrivati.»
Sofia ci teneva che la sorpresa riuscisse. Non appena aveva saputo delle dimissioni di Michael aveva fatto un giro di telefonate agli amici. Tutti avevano rinunciato ai loro impegni per essere presenti al ritorno del ragazzo. Jamie e Cameron si erano occupati dei festoni; Wynona e Aaron avevano portato un telo con su scritto "Bentornato Michael. Ci sei mancato" e lo avevano fissato ai mobili; pochi minuti prima erano riusciti a raggiungerli anche gli zii, il cugino James e suo fratello Nic con Keisha in rappresentanza della famiglia Reed. Se avesse potuto, Sofia avrebbe invitato molte più persone, ma era meglio limitare la festa a pochi intimi.
La porta d'ingresso si aprì lentamente. Will e Michael stavano chiacchierando come se nulla fosse.
«SORPRESA!» esclamarono tutti in coro, in piedi nel soggiorno.
Il sorriso di Michael era coperto dalla mascherina, ma i suoi occhi sgranati erano ben visibili. Spostò lo sguardo sul fratello, il quale fece un'alzata di spalle. «Erano in tanti a sentire la tua mancanza.»
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Tutti i colori dell'Universo
RomanceWill si appoggiò con un braccio allo stipite. In quel modo Sofia era a pochi centimetri da lui, le punte delle scarpe che non osavano sorpassare il confine tra il pianerottolo e l'appartamento. Lei lo guardò intensamente con la testa reclinata all'...