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Il giorno seguente, dopo le lezioni, Sofia si offrì di accompagnare Jamie al campo da football dove Cameron si stava allenando. Quella mattina era andata all'università con la macchina, quindi non le costava nulla fare una piccola deviazione.

La Northeastern pullulava di vita e di colori, animata da ragazzi e ragazze di tutte le età. C'era stato un tempo in cui si era domandata se tra quelle persone ci fosse quella giusta per lei. Adesso, invece, ne aveva solo una in mente e non era lì.

Come se l'Universo avesse deciso di farle un regalo, ricevette una notifica sul cellulare. Lo prese in meno di un secondo, trattenendo il fiato. Era un messaggio di Will.

Jamie si sfilò gli occhiali da sole e la squadrò. «Ah, questo Will deve proprio averti rubato il cuore.»

Sofia non riuscì a trattenere un sorriso. «Scommetti che ruberà anche il tuo?»

«Sentiamo. Che ti ha scritto?»

«A quanto pare Wynona, la fidanzata del suo migliore amico, ha una barca al porto e siamo state invitate per questo fine settimana. Ovviamente l'invito è anche per Cameron.»

Jamie le circondò le spalle con un braccio. «Un giro in barca? Adoro i tuoi nuovi amici. Digli che ci saremo e che ci penserò io a portare da bere.»

«Ricevuto.» Digitò in fretta sui tasti mentre varcavano l'uscita della Northeastern e si incamminavano verso la sua auto.

«Che cosa fai? Gli scrivi un messaggio?» indagò in tono accusatorio.

«Sì, gli sto rispondendo. Cosa dovrei fare?»

«Chiamalo. È stato gentile, voglio ringraziarlo.»

Il cuore di Sofia cominciò a batterle forte nel petto. «Ha troppe cose da fare. L'università, il lavoro, suo fratello... Non posso chiamarlo ora.»

«Sono solo scuse. Sì che puoi chiamarlo. Se è impegnato, al massimo non ti risponderà.»

Sofia si morse le labbra, indecisa su cosa fare. Aveva voglia di sentirlo e Jamie aveva ragione: stava solo costruendo delle scuse per ingannare il suo imbarazzo.

Decise che, per lo meno, era giusto mandargli un messaggio per sapere se potesse chiamarlo. Dopo meno di un minuto, il suo cellulare squillò. Non solo Will aveva subito preso l'iniziativa, stava anche facendo una videochiamata!

«Potrei ucciderti» disse a Jamie, in panico. «Ora cosa faccio?»

«Non saprei... Rispondi, magari?»

Sofia provò a distendere i nervi e ad assumere una faccia normale, poi si decise a rispondere. Will aveva i capelli scarmigliati e lo sguardo stanco, ma mostrava anche il sorriso di chi aveva atteso con ansia quel momento. Alle sue spalle c'era una spoglia parete bianca; sicuramente non era a casa sua.

Rimasero a fissarsi per qualche secondo, nessuno dei due riusciva a parlare. Non serviva.

«Ciao Will» si intromise Jamie, comparendo nell'inquadratura. «Grazie mille per l'invito. Ci saremo.»

«Mi fa piacere. Sarà divertente. Spero che nessuno di voi soffra il mal di mare.»

Jamie fece una risatina e tirò una gomitata a Sofia.

Lei si riscosse e riportò l'inquadratura su di sé. «Come mai hai fatto una videochiamata?»

«Perché avevo voglia di vederti» rispose lui senza battere ciglio.

«Dove sei? Pensavo che fossi a lavoro.»

«Mh, no, no.» Ruotò lo schermo verso il distributore automatico che aveva di fronte. «Sono in ospedale e al mio... terzo caffè, forse. Sto perdendo il conto.»

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