Capitolo 4

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Hanna

25 Giugno 2010

Avevo passato l'intera mattinata a valutare ogni eventuale ipotesi sulla morte di Ted Sintort. I ricordi di quella estate e dell'incendio alla stazione di servizio restavano indelebili nella mia mente. In passato avevo sofferto di incubi e la causa principale era da attribuire a quella spirale di eventi che quelle fiamme avviarono.

Il referto del medico legale tardava ad arrivare ed io non riuscivo più a restarmene con le mani in mano. Nel giro di qualche ora avevo già provato a rintracciare la moglie di Sintort ma appresi ben presto che era venuta a mancare una decina di anni prima. Alla fine ero riuscita a rintracciare uno dei figli dell'uomo, Gregory Sintort che viveva nei pressi di Lake Monroe, a venti minuti di macchina da Fort Mill, ma lavorava a Stendbury decisamente molto più lontano. Avevo contattato l'importante studio legale dove lavorava e non era stato poi cosi difficile ottenere il suo numero di telefono. Ora aspettava la nostra visita.

<<A quanto pare questo caso inizia ad appassionarti>> mi disse Sarah mentre ci dirigevamo verso Stendbury, <<è tutta la mattina che non smetti di pensare.>>

<<Sai che quando inizio una cosa non mi fermo fin quando non arrivo allo scopo che voglio raggiungere anche a costo di uccidere.>> Sorrisi per smorzare i toni.

Sarah mi lanciò un occhiata pensierosa come se non avesse ascoltato le mie ultime parole e fosse immersa nei suoi pensieri. Non capii a cosa stesse pensando. << Che ne dici? facciamo il punto della situazione?>> Mi chiese poco dopo con un sorriso improvviso che rasentava i limiti della follia.

<<Certo capo!>> Adoravo prenderla in giro e lei pareva divertirsi quando lo facevo. In fondo ho sempre pensato che fosse un po' masochista. <<Inizia pure.>>

<<C'è da dire che quello che sappiamo è relativamente poco..>>

<<E' fino a qui ci ero arrivata anche io>> borbottai divertita.

<<Lasciami finire>> brontolò. << Ho notato un particolare interessante e mi meraviglio come una mente geniale come te non ci sia arrivata prima. Il luogo in cui è stato ritrovato il corpo di Sintort dista esattamente una quarantina di metri dal luogo in cui furono ritrovati i corpi di Solomon e Mike. Non ti sembra strano?>>

<<Dove vuoi arrivare?>> Le mie mani al volante si irrigidirono all'istante. Probabilmente Sarah capì che non volevo affatto che la conversazione imboccasse quella strada, ma dal suo sguardo deciso intuii che non aveva intenzione di fermarsi.

<<Insomma Hanna, a meno che quel luogo non sia maledetto o cose del genere è una strana coincidenza se si considera che parliamo di chilometri e chilometri di campagne e foresta.>>

<<Sarah sappiamo entrambi cosa è successo quella notte, quel caso è chiuso ormai anche per la polizia>> Tirai un respiro profondo seguito da una lunga pausa di silenzio che fu liberatoria. << Per il tuo bene è meglio se tieni per te queste strane idee, sai che Barner non le accetterebbe mai, vuoi che la storia si ripeta? Che accada come l'ultima volta?>> Mi pentii pochi secondi dopo di quelle parole. Sapevo di aver toccato un nervo scoperto della carriera di Sarah in Polizia che ancora le provocava imbarazzo e vergogna. Fu per questo che l'istante successivo le porsi le mie scuse. Lo feci sinceramente ma senza il coraggio di guardarla negli occhi così come avrei dovuto.

Sarah sorrise e fece quello che ha sempre fatto quando perdonava una persona per i suoi torti: dimenticava o almeno fingeva di non ricordare. Invidiavo questa sua abilità, forse avrei dovuto imparare da lei; nel tempo mi avrebbe evitato un bel po' di problemi.

GIOCO DI UN INGANNODove le storie prendono vita. Scoprilo ora