Sarah
26 Giugno 2010
Alle 7:30 am di Sabato 26 giugno io e Hanna fummo finalmente chiamate a rapporto dal medico legale.
Mettere piede nella sua vecchia casa non doveva essere stato semplice per Hanna. A giudicare dalle borse sotto gli occhi e dall'aria stanca la nottata doveva essere trascorsa molto lentamente. Sembrava avesse visto un fantasma. Mi domandai se le parole di Sid Francis, la sera prima, l'avessero in qualche modo turbata o avessero risvegliato in lei spiacevoli ricordi. Non ebbi il coraggio di tirar fuori l'argomento, ma considerando le notizie che avremmo presto appreso, di certo fu un bene.
Il dottor Davis era un uomo tutto di un pezzo e di certo non era rinomato per la sua delicatezza. Aveva a che fare con scheletri e cadaveri tutti i giorni da ormai quasi 30 anni. Il mistero e l'oblio erano il suo pane quotidiano, persino il sudore che traspariva dalla sua pelle e dai suo vestiti aveva puzza di morte misto all'odore acre del disinfettante. Portava una leggera barbetta poco folta sul viso, ormai bianca. La sua stazza di certo non lo rendeva uno di quegli uomini che passava inosservato, ma il suo vero e proprio segno di riconoscimento era il bastone che portava sempre con se. La gamba destra lo aveva abbandonato da molti anni ormai, e seppure il problema fosse risolvibile con un semplice intervento, non prese mai neanche in considerazione l'idea di lasciarsi operare. Nessuno ha mai saputo il perché di quell'incidente e tantomeno nessuno ha mai osato chiederglielo.
Io e Hanna rimanemmo ferme davanti ad il tavolo dell'obitorio per circa 10 minuti prima di sentire il suono dei suoi passi e il rumore del bastone sbattere contro il pavimento in marmo bianco, provenire dal corridoio.
Il corpo steso sul tavolo di fronte a noi era ricoperto da un telo bianco. Dovetti bloccare Hanna più volte dalla tentazione di dare una sbirciatina. Odiavo quella parte del nostro mestiere e non riuscivo a capire come lei potesse essere cosi indifferente. Il dottor Davis entrò spalancando la porta della sala con un colpo di bastone, fece un cenno con la testa che noi ci limitammo a ricambiare. Il dottore era accompagno da un giovane medico che pareva seguirlo come un cagnolino bastonato, teneva sempre la testa abbassata e stringeva tra le braccia due faldoni che probabilmente pesavano più di lui.
Con un semplice sguardo Davis mi chiese di sollevare il lenzuolo bianco mentre lui era intendo ad indossare i guanti di lattice, tentennai qualche secondo, Hanna comprese la mia esitazione ed eseguì i suoi ordini all'istante. Lo scenario che si presentò davanti ai nostri occhi fu raccapricciante.
La voce di Davis spezzò il silenzio tombale. <<La prima cosa che posso dirvi con certezza è che indubbiamente ci troviamo di fronte al corpo di Ted Sintort, o almeno quello che ne resta. Ma credo che questo voi lo sapeste già.>> Ci limitammo ad annuire, lui proseguì: <<La morte è avvenuta a causa di una ferita da arma da fuoco. I proiettili che abbiamo ritrovato vicino al corpo ormai in decomposizione sono due e corrispondono ai fori ritrovati rispettivamente sul perone sinistro e sulla cassa toracica. Contrariamente alle più banali aspettative, a causarne la morte è stata la lacerazione dell'arteria peroneale. La vittima è morta dissanguata. Il proiettile alla cassa toracica invece non avrebbe causato nessun danno in quanto non ha intaccato nessun organo vitale.>> Fece una breve pausa, poi chiese: <<Ci sono domande?>>
<<Tutto chiaro dottor Davis>> Rispose Hanna.
Davis continuò: <<C'è un altro particolare che potrebbe esservi di aiuto. Ho riscontrato la rottura di ben 4 vertebre lombari, probabilmente la causa potrebbe essere l'impatto con il terreno compatto della foresta o con le radici di qualche albero. Naturalmente mi riferisco al momento in cui il corpo è stato gettato nella fossa dal suo carnefice.>>
STAI LEGGENDO
GIOCO DI UN INGANNO
Mystery / Thriller"Riesci a distinguere il confine sottile tra inganno e realtà?" Dopo circa 20 anni, la criminologa Anna torna nella sua città natale di Fort Mill per risolvere un caso che la tormenta da tempo. Quando era adolescente, Anna era stata testimone di un...