Capitolo 28

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Sarah

1 Luglio 2010

3 ore alla scadenza.

Terrence continuava ad essere irraggiungibile. Probabilmente aveva staccato il cellulare per non farsi rintracciare. La polizia lo stava cercando impiegando ogni forza che avesse a disposizione. Erano riusciti a ritrovare il suo Pick up abbandonato in un parcheggio di un supermercato nella periferia di Fort Mill, se si spostava a piedi non doveva essere così lontano.

Avevo lasciato Kurtis da mia madre, così da avere più tempo e libertà da dedicare alle indagini. Sfogliai di nuovo ogni documento, ogni referto, ogni fotografia, ogni testimonianza ma il vuoto più profondo avvolgeva la mia mente. Le parole di Hanna non facevano altro che rimbombare nel silenzio di quelle mura e dei miei pensieri.

Me ne stavo seduta al tavolo, ancora pieno dei tasselli di quel puzzle che non riuscivo a mettere insieme, quando il telefono vibrò.

1 nuovo messaggio da un numero sconosciuto:

Incontriamoci sul sentiero di Rock Hill che porta a Lake Monroe. Ti spiegherò tutto. Terry.

Afferrai velocemente la borsa senza controllarne l'effettivo contenuto, presi il telefono e le chiavi e in un minuto ero già in auto. A velocità spedita, il telefono vibrò ancora una volta.

1 nuovo messaggio da un numero sconosciuto:

Non hai voluto fermarti. Ti avevo avvertito.

Il panico mi assalì. Feci fatica a comprendere il vero significato di quelle parole finché non le sperimentai sulla mia pelle. Poggiai il piede sul freno ma senza ottenere alcun risultato. La macchina aveva perso il controllo, i cavi dei freni erano stati recisi. Il telefono per la terza ed ultima volta vibrò di nuovo.

1 nuovo messaggio da un numero sconosciuto:

3.. 2.. 1 sono proprio qui davanti a te

Ed ora prova a fermarmi se riesci.

Sentii l'assordante rumore dello schianto sopraffarmi mentre il dolore fisico si confondeva con la sensazione di profonda paura che invadeva ogni parte del mio corpo. Le orecchie continuarono a ronzare e una calda goccia di sangue scivolò giù dalla tempia fino a sopra le labbra.

Le luci della città sembravano lontane. Mi concessi il triste epilogo di sprofondare nel nulla. Continuai a lottare con le poche forze rimaste per tentare di afferrare il cellulare scivolato via chissà dove. Ripensai a Terrence, vidi lo sguardo di Kurtis e il suo dolce sorriso, poi gli occhi si chiusero e poco dopo... il buio.

GIOCO DI UN INGANNODove le storie prendono vita. Scoprilo ora