Hanna
LUGLIO 1988.
23 ANNI PRIMA...
Alle 10:00 del mattino seguente aprii gli occhi. Corsi velocemente giù in cucina ma non vi trovai nessuno ad eccezione di Mery Carmen che lucidava l'argenteria.
<<Sua madre è uscita da qualche ora per alcune commissioni, vuole che le prepari la colazione?>>
<<No grazie; non è necessario; faccio da sola.>> le sorrisi, lei ricambio formalmente. <<Ha visto mio padre?>> domandai
<<Mi spiace signorina, deve essere uscito all'alba prima che io arrivassi. Se vuole posso prepararle un toast come piace a lei>>
<<No grazie Mery Carmen, non ho molta fame.>>
La donna fece spallucce e tornò a svolgere le sue faccende. Quella mattina non mangiai, né il giorno seguente né quello dopo ancora e così per l'intera settimana. Mio padre non tornò mai più.
Provai a cercarlo a lavoro, al circolo di golf e al solito bar ma di lui nessuno aveva traccia. Aveva detto di volermi bene, di amarmi, mi aveva fatto credere che per lui ero speciale ma ora mi stava abbandonando anche lui. Credetti di essere sola, lo ero davvero.
Nei giorni successi non ebbi alcuna notizia e fu così per circa sessanta giorni. I mesi trascorrevano piuttosto velocemente e l'estate era ormai alle porte. Fort Mill iniziava a riempirsi di turisti la maggior parte diretti verso Lake Monroe. Amavo quel periodo dell'anno quando le giornate profumavano di rose e libertà, quando le urla dei bambini che tornavano a giocare nei parchi si estendeva fino ai quartieri vicini, quando trascorrevamo le fresche serate d'estate in riva al lago. Avevo anche provato a cercarmi un lavoretto, non perché ne avessi davvero avuto bisogno fino a quel momento ma perché non facevo altro che pensare alle parole di Solomon. Dovevo dimostrare a me stessa che ero molto più di una vuota ragazzina cresciuta negli agi di una vita fasulla.
Poi una mattina Mery Carmen aprì la porta e la mia vita parve sprofondare. Quando Burner aveva varcato la soglia d'ingresso, la donna si era lasciata sfuggire un lamento stridulo e sembrò venire meno nelle gambe, per contro mia madre non emise nessun gemito piuttosto parve sollevata. Mio padre si era tolto la vita il 30 giugno 1987 con una corda al collo in un fienile abbandonato nelle campagne di Rock Hill.
Per me tutte le pareti di casa, ogni angolo per quanto remoto e nascosto, sembravano sussurrare un lancinante dolore. Lo percepivo, era nell'aria. Un forte pianto e uno straziante lamento possedevano quel luogo abbandonato dal suo antico splendore. Avrei voluto far cessare quell'insopportabile e rimbombante frastuono, il suono delle mie paure che rapidamente prendevano forma. Ciò che più desideravo era una flebo di affetto e calore umano che non arrivò mai. Mia madre ci obbligò a non diffondere la notizia. Un suicidio non avrebbe giovato alla sua immagine, sarebbe stato un imbarazzo per la famiglia. Continuava a parlare di ciò che, secondo la sua opinione, facesse bene alla famiglia ma la verità è che una vera famiglia non era ciò che eravamo.
La celebrazione del funerale avvenne presso il cimitero Pineville alle prime luci dell'alba, lontano da occhi indiscreti. Non conoscevo il reverendo che la presenziò, mi domandai da dove mia madre lo avesse tirato fuori nella sua assurda ossessione di mantenere il riserbo. Mantenni gli occhi sulla bara per tutto il tempo della funzione ma la mia testa era altrove. Nessun conforto, nessun abbraccio, nessuna mano da tenere stretta, nessuna spalla su cui piangere, mia madre mi privò di tutto questo.
Fummo solo in tre ad assistere alla commemorazione. Susan Asteir, Burner ed io. Mia madre proibì persino a Mery Carmen di poter partecipare. Non era il caso che un domestico assistesse. Se qualcuno casualmente lo avesse visto come avremmo potuto spiegarlo?
<<Mi dispiace molto Hanna>> Robert mi strinse in un abbraccio
<<Grazie>> sussurrai. <<Ha sofferto? Chi è stato a trovare il corpo? Ho un milione di domande in testa>> chiesi attingendo coraggio.
Lui esitò. <<Non credo che tutto questo abbia importanza ora>>
Non seppi come rispondere. <<forse hai ragione>> mi resi conto che una traccia di rabbia permeava la mia voce. Scostai lo sguardo dai suoi occhi per qualche secondo e mi sentii terribilmente in colpa. I pensieri si intrecciavano velocemente. La rosa bianca che avevo tra le mani divenne una sorta di sfogo, se avessi potuto l'avrei volentieri stracciata in mille pezzi.
<<Devo dirti una cosa Hanna.>> Poggiò la sua grande mano sulla mia esile spalla e mi fece cenno di allontanarci. <<Tuo padre ha lasciato qualcosa per te>>
<<Di cosa si tratta?>> Feci uno sforzo per reprimere la voglia di urlare che si estendeva dallo stomaco alla gola.
<<Credo sia una vecchia scatola con alcuni oggetti importanti per lui>> fece una pausa, <<e c'è anche una lettera>>
Spalancai gli occhi, sentii un brivido attraversare il mio corpo. Il pensiero che mio padre si fosse preso il tempo per scrivermi, per lasciarmi un messaggio mi provocò un sollievo istantaneo. "Allora non si era dimenticato di me" pensai.
<<Troverai tutto nella tua stanza una volta rientrata a casa>> Lo vidi allontanarsi tra le lapidi in quella distese verde fin quando non scomparve dalla vista. Ancora qualche giorno e Fort Mill non sarebbe stata più la stessa. Stritolata da un meccanismo di autodistruzione innescato da una rapida spirale di eventi.
Mia amata Hanna,
ho paura , ma il tuo ricordo mi conforta. Sto per salutarti, sto per farlo per l'ultima volta. Quando leggerai questa lettera, io non ci sarò più. Non intendo dire accanto a te, ma in questo mondo spietato. Sono stato sconfitto, sono tanto stanco.
Ti chiedo scusa se non potrò starti vicino, se non sono riuscito a darti ciò che meritavi. Avrei voluto fare di più, essere un padre migliore. Perdonami se ti sto lasciando.
E' difficile descrivere ciò che significhi per me scricciolo mio. Sono convinto che in questo universo non esistano parole adatte che mi permettano di esprimermi nel modo giusto. Avere te come figlia è stato il più grande privilegio che potessi avere. Se solo si potesse tornare indietro cambierei tutto, ho commesso molti sbagli, non sono degno di questa vita.
Per favore amore mio, ti imploro va avanti. Non lasciare che questo addio ti renda schiava di un mondo di dolore. Sii forte! Affronta le tue tempeste con decisione. Anche se pensi di non farcela continua a lottare fino in fondo, a testa alta. Sii migliore di me.
Incontrerai grandi ostacoli che non potrai cambiare né eliminare dal tuo percorso, saranno fuori dal tuo controllo ma non sentirti persa. Impara a convivere giorno per giorno con il male di questo mondo e ritroverai la gioia.
Non permettere mai che qualcun altro decida per te, non permettere mai a niente a nessuno di renderti schiava.
Voglio che tu stia bene e che sia di nuovo felice. All'inizio farà male ma io non ti lascerò da sola. Il mio ricordo sarà sempre lì a custodirti. Non dimenticare la felicità che mi hai donato. Non dimenticare che ti ho amata più di chiunque altro, più di me stesso.
Sei il miracolo più grande che avrei potuto sperare di meritare. Ogni secondo, ogni minuto, ogni istante sarò sempre con te. Anche se non potrò tenerti la mano, riuscirò a sostenere il tuo cuore, in eterno.
Con amore, papà
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GIOCO DI UN INGANNO
Mystery / Thriller"Riesci a distinguere il confine sottile tra inganno e realtà?" Dopo circa 20 anni, la criminologa Anna torna nella sua città natale di Fort Mill per risolvere un caso che la tormenta da tempo. Quando era adolescente, Anna era stata testimone di un...