Sarah
5 Luglio 1987
Ore 19:24 Non accade spesso che la polizia bussi alla tua porta all'ora di cena e tantomeno accedeva spesso a Fort Mill. Quel pomeriggio Mike era rientrato a casa in fretta in furia. Aveva sbattuto la porta dietro di se e si era fiondato al piano di sopra salendo le scale ogni tre gradini. Come ogni sera sua madre era rintanata in cucina, suo padre probabilmente era ancora chiuso in fabbrica a litigare con qualche collega e suo nonno confinato in salotto con il volume della televisione al massimo. Come accadeva spesso, nessuno parve accorgersi di lui e anche quella sera nessuno si accorse della sua corsa all'ostacolo. Raggiunse la sua cameretta che era posizionata in fondo al corridoio sulla sinistra poco prima del ripostiglio. I suoi genitori avevano avuto quattro figli, le prime due erano donne già accasate da qualche anno e che probabilmente avevano visto nel matrimonio un'opportunità per fuggire via. Stev era sdraiato sul letto quando Mike era entrato in stanza senza preavviso. Erano diversi loro due nonostante avessero solo un anno di differenza. Qualcuno aveva osato definirli tanto diversi come lo sono la lana e la seta mentre qualcun altro invece non si era risparmiato da commenti un po' meno delicati. Mike era stanco di vedere sottolineato quell'enorme divario di differenza tra i due ogni giorno, era stanco di sentirsi dire puntualmente cosa fare o cosa non fare. Aveva bisogno di trovare il suo posto in questo assurdo mondo, ma voleva farlo a modo suo senza paura delle conseguenze. Fu per questo che quando quella sera la polizia bussò alla sua porta, lui penso bene di svignarsela della finestra che dava sul retro dell'abitazione. Sgattaiolo via dal tubo di scarico della grondaia come aveva visto spesso fare nei film, ma si rese ben presto conto che non era poi così semplice.
Quando i due agenti della polizia fecero irruzione in casa, nonostante le opposizioni della madre e nonostante non fosse così legale senza un vero e proprio mandato d'arresto, era ormai troppo tardi. Mike era scappato via con la bicicletta che Stev aveva parcheggiato quello stesso pomeriggio vicino alla staccionata del giardino.
Ore 19:47 Casa di Hanna non era lontana, in auto non sarebbe distata più di cinque minuti, ma era da più di un anno ormai che Mike non ne aveva più una. La sua prima auto fu anche l'ultima. A sedici anni, appena presa la patente, iniziò ad usare la vecchia automobile che suo nonno aveva parcheggiato in garage. Il vecchio Simons aveva smesso di guidare a causa dell'abbassamento della vista e dell'udito e Mike era stato ben felice di approfittarne. Era una vecchia Mustang d'epoca che suo nonno aveva già comprato usata negli anni 60'. Inizialmente Mike ne andava piuttosto fiero, fu solo con il passare dei mesi che si rese conto quanto costasse mantenerla. Quell'auto beveva benzina come un vecchio ubriaco al bar, per non parlare dei pezzi di ricambio che costavano non poco e andavano sostituiti quasi tutti a ruota e anche piuttosto spesso.
Non potersi permettere un auto per Mike era una ferita ancora aperta. Tutti i giovani di Fort Mill dai vent'anni in sui sembravano possederne una, persino Solomon era riuscito a rimettere insieme i pezzi di una Fiat 500 che aveva recuperato da uno scasso fuori città.
La villa degli Asteir era una dimora storica risalente agli ultimi anni dell'800'. Hanna era cresciuta negli agi di una famiglia benestante ma con radici povere. Sua madre era una donna dell'alta società. Nei bassifondi di Fort Mill girava voce appartenesse a qualche antica famiglia nobiliare d'Inghilterra, ma nulla di fondato in realtà. L'aspetto di Susan però non aveva nulla da invidiare a quello di una principessa, la sua eleganza la rendeva riconoscibile tra tante ed era da lei che, molto probabilmente, sua figlia aveva preso il suo fascino. Non si potevano riservare parole altrettanto lusinghiera al povero Robert Asteir. Cresciuto in periferia da padre minatore e madre casalinga aveva passato i suoi vent'anni districandosi tra gli studi di architettura e il lavoro come facchino in un hotel non molto lontano. A primo acchito sembrava un tipo scontroso e di animo rozzo, ma conoscendolo bene spesso regalava piacevoli sorprese.
Nell'ultimo anno però Robert sembrava essere cambiato, era spesso sorridente e socievole come non lo era mai stato. Ogni tanto tirava fuori una serie di battute che non facevano ridere quasi nessuno se non lui stesso, ma vederlo così rendeva felici chi gli stava intorno. Il nuovo Signor Asteir piaceva a tutti.
Fu il 12 Gennaio 1987 a cambiare la giostra degli eventi. Quella mattina Robert Asteir sparì, si dileguò nel nulla, lasciando solo un misero bigliettino di addio e nessun recapito. In paese girava voce si fosse fatto una giovane amante con la quale avesse deciso di scappare via insieme in qualche isola tropicale, altri invece sostenevano che fosse esasperato e annoiato dal carattere rigido e maniacale della moglie. La versione ufficiale però non trapelò mai e rimase bloccata tra le sfarzose mura di quella casa. Hanna ne rimase scioccata per mesi, rimase chiusa in stanza per circa due settimane rifiutando di vedere chiunque bussasse alla sua porta. Fu solo verso aprile che parve riprendersi. Mike ed io avemmo la sensazione che fosse riuscita, caparbia com'era, a riprendere i rapporti con il padre all'insaputa di sua madre. Ma Hanna, oltre ad essere testarda era anche tremendamente riservata e di questo argomento non volle parlare mai con nessuno.
Tutte le sere il cancello della villa veniva chiuso con precisione Svizzera ma quella sera era stato lasciato insolitamente aperto. Fu un sollievo per Mike non doversi impegnare per scavalcarlo come spesso faceva. Arrivò sotto la finestra di Hanna con estrema facilità ma quindici minuti dopo era ancora bloccato lì. Hanna lo raggiunse poco dopo le 20:00 avvolta in uno scialle bianco di cotone, nonostante le temperature calde dell'estate, quella sera tirava un venticello insolitamente fresco. Mike le si avvicinò di istinto come se volesse abbracciarla ma lei lo bloccò senza esitazione.
<<Cosa ci fai qui?>> esordì lei con un filo di voce deciso e tremante. Mike rimase spiazzato ma le sorrise. <<Allora? Sei diventato muto all'improvviso?>>
Hanna aveva gli occhi lucidi e le braccia contratte al petto, ad illuminarla nell'oscurità di quel giardino c'era solo una leggera luce bianca di un lampione non molto distante. Mike provò ad osservarla meglio, cercò di leggerle i pensieri ma senza risultato. Aspettò qualche secondo ancora prima di risponderle. << Hanna ho bisogno del tuo aiuto!>>
<<Santo cielo Mike in che guaio ti sei cacciato questa volta?>> Hanna sembrava esasperata.
<<Niente lo posso giurare, non ho fatto niente! E' solo un grosso equivoco ti posso spiegare..>>
Hanna sospirò e Mike comprese che nessuna spiegazione, per quanto convincente, avrebbe potuto persuaderla quella sera. <<Capisco che tu non abbia voglia di ascoltarmi questa sera ma per favore lasciami restare qui per questa notte. La polizia mi sta cercando e non posso tornare a casa! Sai com'è fatto Burner, ha bisogno di un pollo da spennare. Se riesce a prendermi non mi lascerà più andare.>>
<<Sono stanca di tutto questo Mike, non riesco più ad andare avanti in questo modo.>> Una lacrima rigò il suo viso, quella goccia fu solo la prima di una lunga seria. <<Sono stanca di tirarti fuori dai guai>> Hanna fece un pausa, lo scrutò dall'alto in basso. Fu solo allora che si accorse della bicicletta vecchia che Mike portava con se. Quando una sensazione di angoscia mista ad un senso di disgusto le salì dallo stomaco fin su alla gola, si accorse che qualcosa in lei era definitivamente cambiato. Hanna era un persona diversa, nel bene o nel male, non sarebbe stata più la stessa.
<<Hanna, cosa diavolo ti prende questa sera? Che razza di problema hai?>> Mike sbottò, la rabbia di una vità intera parve esplodergli dal petto.
Lei lo fissò, non fece caso al suo tono di voce. <<Devi crescere Mike, è arrivato il momento che tu impari ad accettare le tue responsabiltà. Vai ancora in giro con una bicicletta vecchia e un paio di scarpe rovinate. Non ti vergogni? Sei un illuso. Pensi ancora che la vita sia una favola e che tutto si risolva prima o poi? Pensi che il bene vinca sempre? Ti sbagli ragazzino..>>
Mike la interruppe << Se pensi che me ne starò qui a lasciarmi insultare da te, bè ti sbagli di grosso. >>
<<Non ti aiuterò Mike, non lo farò ne ora nei mai più. Conosci la strada!>>
Mike non rispose. I loro sguardi si incrociarono per alcuni secondi prima che lui montasse in sella e si voltasse di spalle. Mike aveva appena iniziato a pedalare quanto la voce di Hanna lo interruppe. <<Se vivi nella foresta non puoi comportarti da preda, se non vuoi finire sbranato vivo e ora che tu inizi a combattere>> Quelle parole risuonarono nella mente di Mike per quei giorni e anche oltre.
STAI LEGGENDO
GIOCO DI UN INGANNO
Mystery / Thriller"Riesci a distinguere il confine sottile tra inganno e realtà?" Dopo circa 20 anni, la criminologa Anna torna nella sua città natale di Fort Mill per risolvere un caso che la tormenta da tempo. Quando era adolescente, Anna era stata testimone di un...