Capitolo 23

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Sarah

29 Giugno 2010

Ore 9:54 am

Quando Samantha Sintort arrivò nel mio ufficio accompagnata da suo marito Gregory, manteneva lo sguardo rivolto verso il basso. Vergogna? Imbarazzo? Non riuscii a decifrare i sentimenti della donna in quel momento, non era una figura così semplice da interpretare. Per contro, suo marito, era chiaramente un libro aperto. Era spaesato ed infastidito. Il suo nervosismo era tangibile, reale, percepibile al tatto.

Hanna decisa di rimanere in piedi con le spalle poggiate contro al muro, quello che usavamo come lavagna nella vana illusione di riuscire a comprendere qualcosa in più in questo assurdo caos.

I Sintort si accomodarono alla scrivania controllati dallo sguardo diffidente e minaccioso di Burner che sembrava non perderli di vista neanche per un istante.

<<Sarete d'accordo con me nel saltare i convenevoli a giungere dritti al dunque.>>

Alle mie parole seguì un gelido silenzio.

Continuai: <<Samantha Sintort, qual era lo scopo della sua visita a Sid Francis?>>

Ci fu di nuovo silenzio. La donna non batté ciglio; cercò di coprire un tatuaggio, che aveva sull'avambraccio, allungando la manica della camicia che però risultava essere ancora troppo corta. 

Incalzai: <<Samantha? Mi ha sentito?>>

<<Non diremo nulla senza la presenza del nostro avvocato. Ne è consapevole detective?>> Gregory non era solo nervoso, era rabbia pura la sua.

La voce sottile della donna ruppe finalmente la quiete. <<Basta Gregory>> Alzò gli occhi che fino ad allora avevano fissato il pavimento e incrociò lo sguardo del marito. <<Sono stanca. Lo siamo entrambi. Credo sia arrivato il momento di porre fine a questa storia che dura da troppo tempo ormai>>

Lui non obiettò, capovolgendo ogni previsione e semplificando il mio gioco. Le feci cenno di continuare e rispondere alla mia domanda.

<<Sono stata a casa di Sid per consegnargli del denaro. Ormai sono più di vent'anni che Francis mi costringe a versargli la stessa somma di denaro ogni mese all'insaputa di Greg.>>

<<In pratica la ricattava?>> chiesi conferma.

Lei annuì. <<Sid aveva imparato bene da Ted in quegli anni che aveva lavorato per lui.>>

<<Versava ogni mese a Francis circa due mila dollari?>>

Samantha spalancò gli occhi. <<Si, come fa a saperlo?>>

Poggiai le braccia sulla scrivania e mi chinai in avanti verso di lei. <<Vede, proprio questa mattina siamo riusciti ad ottenere l'esito dei controlli effettuati sui conti di Sid. Puntualmente l'uomo versava sul suo deposito bancario, il 17 di ogni mese, una cifra pari a due mila dolori che probabilmente lei gli consegnava in contanti.>>

Samantha annuì, ora le era tutto più chiaro.

<<Questo però porta ad un altra quesito importante a cui vorrei che fosse lei a rispondere Gregory.>> Lui si irrigidì come uno scolaretto chiamato per la sua prima interrogazione a scuola. <<Nel agosto del 1988, un anno dopo l'incendio che distrusse il distributore, la Allstate Finantial versò sul suo conto la modica cifra di quattro milioni di dollari. Presuppongo, che a questo punto, fosse lei l'unico beneficiario della polizza assicurativa stipulata da suo padre, giusto? >>

GIOCO DI UN INGANNODove le storie prendono vita. Scoprilo ora