Capitolo 16

26 2 0
                                    

Sarah

27 Giugno 2010

Ore 18:00

Durante l'interrogatorio di Burer Hanna non aveva aperto bocca. Era nervosa, questo lo percepivo, e credevo perfettamente di conoscerne anche il motivo. Non sempre siamo state d'accordo su quali fossero i giusti metodi per affrontare un indagine o condurre un interrogatorio. Lei si affidava ai suoi studi di psicologia, ai libri e a quello che aveva imparato in anni e anni di studio. Io mi affidavo all'istinto, alle percezioni umane, che a differenza dei libri purtroppo non sono infallibili e non seguono nessuna regola.

<<Continuerai ad avercela con me per tutta la sera? Sai bene che odio questo silenzio>> dissi mentre guidavo la volante di ritorno da Goldfield.

<<Da quando stringiamo accordi con i criminali e ci fidiamo di loro?>>

<<Da sempre Hanna, è una tecnica risaputa e usata spesso>>

<<Usata spesso da chi?>>

Feci una breve pausa.<<Be' per esempio nelle serie tv lo si vede ogni tanto>>

Hanna parve perplessa e rassegnata. <<Le serie tv? Sei seria Sarah?>>

<<Perché no? Ho sempre pensato che potrebbero scriverci un libro sulla nostra storia, magari un giorno, chissà.>> Risi, Hanna fece lo stesso ma poi si incupì di nuovo.

<<Ed ora cosa facciamo? Qual è la nostra prossima mossa?>> chiese

<<Che ne dici di parlarne questa sera a cena?>>

<<Da te?>>

<<Ovvio, e da chi altrimenti?>>

<<E ci sarà anche lui?>>

<<Per la miseria Hanna questa storia deve finire! Non potete andare avanti in questo modo>>

<<E perché mai? Infondo io e tuo marito proviamo odio reciproco dai tempi del liceo, sarebbe un peccato interrompere questo fantastico idillio proprio ora>>

<<La penseresti allo stesso modo anche se ti dicessi che quello stesso uomo, questa sera per cena, ha deciso di accendere il barbecue?>>

Hanna sorrise. <<Se la metti in questo modo. . .>>

Quella stessa sera, qualche ora più tardi, Terrence era in giardino con il grembiule da cucina che Sarah le aveva regalato per il loro quinto anniversario ben legato in vita. Kurtis si divertiva a rincorrere un cagnolino randagio che da qualche mese si era trasferito nel loro quartiere e che aveva preso pienamente possesso del loro giardino. Da quando erano riusciti ad adottarlo, quel bambino aveva completamente stravolto la loro vita, rendendola immensamente più piacevole. Ogni cosa per Terrence e Sarah ora sembrava avere un profumo diverso, il profumo dei biscotti appena sfornati, del bagnoschiuma per il bagnetto della buonanotte e dei colori ad acqua che Kurtis amava utilizzare nei suoi pomeriggi. Tutto era immensamente gioia. Da quel momento, finalmente, Sarah aveva ripreso a sorridere.

<<Allora Hanna, cosa ti porta qui tra noi comuni mortali?>> Terrence le rivolse questa domanda senza neanche disturbarsi a guardarla in viso, più che altro si limitò a versarsi un altro bicchiere di vino.

Lei indugiò qualche secondo, il tempo di capire se valeva la pena rispondere o meno a quella domanda, poi per amore della pace si fece coraggio. <<Ho deciso di vendere la villa di famiglia e mi sto occupando di alcune pratiche necessarie alla vendita>>

GIOCO DI UN INGANNODove le storie prendono vita. Scoprilo ora