Hanna
29 Giugno 2010
Ore 8:30 am
E' il 21 Luglio 1987. Il 911 di Fort Mill nel South Carolina riceve una chiamata disperata da un avvocato in pensione di circa 78 anni. I suoi vicini erano stati aggrediti.
Due agenti arrivano sul posto e trovano il benestante dottor Simuor Williams e la sua compagna in un bagno di sangue. La polizia cerca risposte ma senza alcun risultato.
Il dottor Williams e sua moglie ci accolsero nella loro villa a Lake Monroe piuttosto ansiosi di capire il motivo della nostra visita. La loro casa era curata ed elegante e l'attenzione per i dettagli era maniacale. Il soggiorno vista lago era tappezzato di fotografie. Si vedevano i due a Machu Picchu sulle Ande Peruviane, mentre facevano snorkeling in Messico, insieme a due centurioni vicino al colosseo e così per il resto del globo. Nella parete dietro al divano era collocato una gigantografia incorniciata del loro matrimonio che, a giudicare dalle rughe sui loro visi, era avvenuto molto tempo addietro.
Ci accomodammo sulla terrazza ma fu solo dopo che la cameriera era rientrata dentro casa che i due ci fecero cenno di incominciare a parlare.
<<Per cominciare vogliamo ringraziarvi per avervi ricevuto con così poco preavviso.>> dissi. <<Comunque sarò breve e andrò dritta al dunque, in questo modo potremmo togliere il disturbo il più velocemente possibile.>>
Madame Williams parve tirare un sospiro di sollievo.
<<Cosa è accaduto esattamente il 21 Luglio del 1987?>> Chiesi senza troppi giri di parole come promesso.
Simour spalancò gli occhi, la paura gli attraversò gli occhi come un lampo. <<Perché volete saperlo? Cosa è successo?>>
<<Risponderemo ad ogni vostra domanda a tempo debito dottore. Per ora si limiti a confutare ogni nostro dubbio e quesito per favore.>>
Lui annuì mentre sua moglie lo teneva delicatamente per mano accarezzandogli il pollice.
<<Allora dottor Williams, cosa accadde quel giorno?>> Incalzai.
<<Come ho già detto all'epoca abbiamo subito un rapina che per fortuna non non riuscì bene.>>
<<OK, va bene, questa è la versione ufficiale che conosciamo tutti; Ora vorremmo sentire quella vera.>>
In quell'istante la signora Williams smise di sfregare la mano al marito e si pietrificò. <<Per caso ho detto qualcosa di sbagliato Eleonor? E così che si chiama vero?>>
La donna non riuscì a rispondere in tempo perché fu il marito a farlo per lei. <<Cosa vuole detective? Che importanza ha cosa è accaduto più di venti anni fa?>>
Eleonor scoppiò a piangere, sembrava turbata. <<Noi non avremmo voluto. Semplicemente non avevamo alternative.>> farfugliò tra un singhiozzo e l'altro, tra una lacrima e l'altra.
Simour Williams cercò di correre ai ripari. <<Mia moglie è solo turbata, non ha mai superato quell'aggressione, è ancora un trauma per lei. Vi prego di non darle ascolto.>>
<<La lasci parlare>> esclamò Sarah in tono imperativo fino ad allora rimasta in silenzio. <<In che senso non avevate alternative?>>
Eleonor si asciugò le lacrime, controllò il pianto ed inizio a parlare. <<Io e mio marito ci siamo conosciuti a Parigi. Io lavoravo come donna delle pulizie per un hotel di lusso nei pressi degli Champs-Elysées, lui era in vacanza con sua moglie e i suoi due figli. Il nostro è stato un colpo di fulmine, ci siamo amati sin dal primo istante. Ora so che starete pensando che io sia una sgualdrina rovina famiglie ma posso assicurarvi che non è così. Il suo precedente matrimonio era già finito, Simour può confermarvelo.>>
<<Non si preoccupi Eleonor, non siamo qui per giudicare ne lei ne suo marito. Continui pure.>>
Lei parve tranquillizzarsi. <<Il problema era che io vivevo in Francia e lui negli Stati Uniti, la distanza era troppa per permettere ad una storia d'amore di durare nel corso degli anni. Inoltre sia io che lui volevamo viverla appieno, concedendoci il lusso di amarci nella quotidianità.>>
<<Ma io ero sposato>> Lui proseguì. <<E mia moglie non intendeva concedermi il divorzio, naturalmente lo faceva per ripicca. Non voleva permettermi di ricostruirmi una vita. L'idea che potessi essere finalmente felice senza di lei la nauseava.>>
<<Quindi non avendo il divorzio non potevate sposarvi e niente matrimonio è uguale a niente permesso di soggiorno.>> Conclusi.
<<Esatto! E senza un permesso di soggiorno non avremmo mai potuto stare insieme.>>
<<Ed è qui che entra in gioco Ted Sintort immagino>>
<<Purtroppo si>> sospirò, <<sono un chirurgo plastico di professione, perlopiù ho a che fare con gente che può permettersi certi lussi o certi capricci. Un mio cliente mi aveva parlato di un "Club per soli gentiluomini" dove poter trovare un po' di sollievo dallo stress della vita quotidiana e in quel periodo ero molto stressato. Li ho conosciuto Ted che mi ha detto di avere la soluzione perfetta per il mio problema. Una settimana dopo avevo i documenti falsi per poter permettere ad Eleonor di entrare nel paese>>
<<Ma immagino che non sia finita qui..>>
<<Purtroppo no. A Ted non bastarono più i diecimila dollari che gli avevo dato per ottenere la green card, iniziò a chiedere sempre di più. Diceva che se non lo avessi pagato avrebbe rivelato tutto alla polizia, che io sarei stato arrestato ed Eleonor rimpatriata e condannata. Non ci saremmo mai più rivisti, non potevamo permetterlo.>>
<<Così avete iniziato a pagare. Per quanto tempo avete dato denaro a Sintort?>>
<<Circa tre anni. Inizialmente veniva a riscuotere la somma ogni mese, poi ogni settimana.>>
Vidi Sarah dall'altra parte del tavolo inorridire.
<<Poi cosa è successo?>>
<<Nel giugno del 1987 finalmente riuscì ad ottenere il divorzio da mia moglie, potevamo sposarci grazie al cielo. Non avevamo più bisogno di documenti falsi ne di vivere nella menzogna. Ho detto a Ted che non avrei avuto più bisogno di lui e che per questo avrei smesso di cedere ai suoi ricatti e di pagarlo.>>
<<Per questo motivo Sintort ha pensato bene di darvi una lezione che vi servisse da monito.>>
Eleonor sembrava pronta per un altra crisi di pianto. Suo marito le si avvicinò maggiormente e le mise una mano sulla spalla pronto a confortarla. Si amavano davvero, questo era inconfutabile.
<<Sai dirmi il nome del cliente di cui parlava prima o di chiunque altro membro del club che ricordi?>>
Williams parve concentrarsi per qualche attimo ma poi scosse il capo. <<Sono passati quasi trent'anni da allora, ora mi sta chiedendo troppo detective. Già non ricordo cosa ho mangiato questa mattina per colazione, non potrei mai ricordare un dettaglio del genere>>
Eleonor rise. <<E' vero, dimentica tutto, posso assicurarvelo.>>
<<Va bene signori Williams, ho un'ultima domanda per voi.>> Tirai fuori le foto di Mike e Sol dalla cartella e le mostrai alla coppia. <<Avete mai visto questi due ragazzi prima d'ora?>>
Eleonor sbiancò, il suo viso era pallido come la morte. Questa volta non piangeva, c'era qualcosa di molto più terrificante nei suoi occhi.
<<Lui!>> La donna indicò la foto di Mike. <<Lui è uno dei due uomini che ci ha aggredito quel giorno!>>
<<Ne è sicura?>> Domandai
<<Sicurissima. Quando incontri il male faccia a faccia, non lo dimentichi così facilmente>>
La notizia del coinvolgimento di Mike era un duro colpo da affrontare. Poteva Eleonor essersi sbagliata? Era improbabile.
Ma allora perché mai avrebbe mai compiuto un azione del genere? E soprattutto come aveva potuto farlo?
Non avemmo il tempo di poter elaborare le ultime informazioni ottenute, cercavamo di ingoiare con forza quell'immagine di Mike quando il telefono di Sarah, irruento, squillò.
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GIOCO DI UN INGANNO
Mystery / Thriller"Riesci a distinguere il confine sottile tra inganno e realtà?" Dopo circa 20 anni, la criminologa Anna torna nella sua città natale di Fort Mill per risolvere un caso che la tormenta da tempo. Quando era adolescente, Anna era stata testimone di un...