Hanna
27 Giugno 2010
"Cosa diavolo mi è saltato in mente?"
Era questa la domanda che quella notte non mi permise di chiudere occhio. Negli anni avevo promesso a me stessa più e più volte che sarei stata lontana da Fort Mill a qualunque costo, e potevo ammettere con orgoglio che la maggior parte delle volte ero riuscita a farlo senza serie difficoltà. Quella però, era una circostanza diversa, era bastato uno sguardo pietoso di Sara e un omicidio irrisolto ad incastrarmi in quel posto sperduto e desolato del mondo. Avevo provato con tutta me stessa a non lasciarmi ingannare, eppure era stato più forte di me, quasi come un istinto naturale, un richiamo misterioso e deleterio che non lasciava presagire nulla di buono.
"E' l'inizio della fine!" Sbottai alzandomi di scatto dal letto alle 4:18 del mattino. Il silenzio regnava sovrano e gli unici suoni che si udivano erano il canto delle cicale nascoste tra gli alberi e l'abbaiare di un cane di piccola taglia in lontananza.
Scostai delicatamente il tessuto di una vecchia tenda con le dita e mi affacciai ad una finestra impolverata stringendo forte nella mano sinistra una tazza di Caffè nero bollente. L'essere mancina mi aveva creato non pochi problemi da bambina. Le battute e le prese in giro di qualche bulletto di paese che aveva scorto le mie fragilità non erano mancate, così velocemente la mia insicurezza non aveva fatto altro che scavare un solco così profondo dentro me che solo anni di terapie e qualche medicinale avevano potuto sanare.
Persa tra i miei pensieri e i fantasmi di quella casa, ci misi qualche secondo ad accorgermi che l'abbaiare del cane non era più cosi lontano ma insolitamente vicino. Aprii la finestra senza pensarci due volte e una folata di vento fresco mi scivolò tra i capelli. Guardai verso il basso giù nel cortile ricoperto di ghiaia, c'era una meticcio bianco sporco, probabilmente un randagio. Non sono mai stata esperta nel riconoscere le varie razze di cani e le loro differenze, ma così su due piedi, senza pensarci più di tanto, potrei dire quasi con sicurezza che quel cagnolino fosse un lontano parente di qualche fiero volpino.
Alle 4:53 del mattino ero ancora affacciata ad una finestra, cercando di scacciare via quella simpatica bestiolina che non smetteva di abbaiare. Segni, gesti e qualche "pussa via" erano serviti a ben poco.
Fu solo quando chiusi la porta di casa dietro le mie spalle e alzai per un attimo gli occhi al cielo, che mi resi conto di quanto le stelle fossero cosi chiare e brillanti. Mossi qualche passo incerto sulla ghiaia a piedi nudi, le pantofole le avevo dimenticate a New York. I sassolini erano freddi e pungenti. Mi chinai verso il meticcio che in quel momento smise di abbaiare. Fu solo quando arrivai ad accarezzargli il folto pelo vicino alle orecchie che mi resi conto che attorno al collo era avvolto un sottile filo di spago alla quale era legato un piccolo bigliettino.
10 poi 9 e poi 8.. Questi sono i passi che mi separano da te.
TI RICORDI DI ME?
Fu dopo aver letto quelle parole che il silenzio divenne inquietante e per un attimo ebbi l'impressione che anche le cicale avessero interrotto il loro canto. Alle mie spalle c'era qualcuno, ne ero certa. Sentivo la sua presenza, il fiato sul collo, due occhi puntati verso di me.
Il meticcio fece qualche passo indietro e ricominciò ad abbaiare. Approfittai di quell'attimo di distrazione per alzarmi di scatto ed iniziare a correre. Fu solo dopo pochi metri che lo sentii, un colpo freddo, deciso e caldo. Una pistola aveva sparato.
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GIOCO DI UN INGANNO
Mystery / Thriller"Riesci a distinguere il confine sottile tra inganno e realtà?" Dopo circa 20 anni, la criminologa Anna torna nella sua città natale di Fort Mill per risolvere un caso che la tormenta da tempo. Quando era adolescente, Anna era stata testimone di un...