8.

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-Vuoi farti una doccia? Vuoi qualcosa da bere?-
Harry scosse la testa. Doveva telefonare a sua madre per spiegarle l'accaduto, e non sarebbe stato semplice.
-Mi presti un caricabatterie? Prevedo che sarà una cosa lunga- Sospirò Harry. Louis glielo allungò, e poi uscì dalla cucina, lasciandogli un po' di privacy.
Si rifugiò in terrazzo per fumare una sigaretta. Il cellulare vibrò, era una notifica di un messaggio di Liam. Gli chiedeva come stesse Harry. Scrisse velocemente una risposta, poi si immerse nei suoi pensieri. Ogni tanto gli arrivava qualche stralcio di conversazione, Harry pareva pazientemente rassegnato a rassicurare la madre. Louis si rese conto di non sapere nulla di Harry, praticamente non lo conosceva affatto.
Dopo una mezz'ora, finalmente Harry riuscì a riagganciare, mentalmente stremato. Non era stato semplice convincere sua madre a non venirlo a prendere.
Raggiunse Louis, seduto sul tavolo in terrazzo, che vedendolo con l'espressione stralunata, mormorò un -Vieni qui-
attirandolo tra le sue gambe in un abbraccio. Harry gli si rilassò contro, abbandonandosi con un sospiro. Louis gli accarezzò la schiena, come aveva fatto per consolarlo dopo l'infelice esito dell'escursione per cercare il cervo.
-Pare che tu abbia avuto una settimana intensa- commento' Louis, ripensando appunto a quell'evento.
-E tu sei sempre pronto a consolarmi. Grazie- rispose Harry contro la sua maglietta. Adorava il profumo di Louis, anche se era cammuffato dall'odore delle sigarette.
-Ora andiamo a letto, è tardi. Forza, piccolo. Domani ci aspetta un giro alla centrale di polizia- fece Louis, alludendo al fatto che dovevano presentarsi in caserma per delle firme.
-Lou, grazie davvero. Sei stato gentile ad occuparti di me- mormorò candidamente Harry, facendo stringere il cuore del veterinario.
-È un piacere occuparmi di te. Su, fila. Andiamo- lo spronò, scendendo dal tavolo.
Prestò ad Harry una maglietta ed un paio di boxer, e mentre il ragazzo si cambiava in bagno, preparò il letto nella seconda camera.
-Louis, posso chiederti una cosa..?- Lo sorprese arrivandogli silenziosamente da dietro e facendogli fare un salto.
-Non venirmi di soppiatto alle spalle, Harry. Cosa c'è?-
-Potrei dormire con te?..Prometto che sarò bravo, non ti darò fastidio.-
Louis lo scrutò in viso: - Sei serio?-
-Ti prego, Louis, non voglio dormire da solo- affermò il ragazzo, e lo disse in maniera così accorata che Louis accettò.
Quindi si ritrovò nel suo letto matrimoniale, in camera sua, abbracciato ad Harry.
Inutile dire che dormì meglio di qualsiasi altra notte che avesse mai passato in compagnia.

Il mattino dopo si svegliò riposato, prima che suonasse la sveglia. Harry era ancora addormentato, e perse qualche minuto ad osservarlo. Era davvero un bellissimo, bellissimo ragazzo.
La grande mano di Harry era sul fianco di Louis, ed era leggermente più abbronzata della pelle del veterinario. Louis la scosto' con gentilezza, attento a non svegliarlo, ed andò in bagno a fare una doccia fredda.
Appunto.
Poi si recò in cucina a preparare la colazione.
Harry lo sorprese ancora una volta, facendolo sobbalzare.
-Buongiorno. Oggi niente colazione in caffetteria?-
Aveva la voce un po' roca dal sonno, al mattino, sembrava più profonda.
-La smetti di arrivarmi di soppiatto alle spalle?- Lo riprese.
-Scusa- sorrise Harry, alzando le mani in segno di resa.
Si sedette al bancone.
Louis improvvisamente si sentì in colpa, chiedendo: -Come sei arrivato a lavoro in queste mattine?-
-Come sempre. Con l'autobus, o a piedi-
-Mi dispiace moltissimo. Ti ho offerto un passaggio, e poi non l'ho più fatto-
-Direi che ti sei occupato di me abbastanza da farti perdonare. Davvero, grazie di avermi ospitato- replicò Harry.
-Dovere. Ora, dimmi cosa mangi per colazione-
Harry lo guardò, deliziato. Louis si stava prendendo cura di lui, ed era davvero gratificante.
-Mi va bene tutto. Quello che mangi tu, uguale- decise Harry.
-L'hai voluto tu-
Louis preparò due porzioni abbondanti di uova e bacon, con pane tostato.
-Ma dove metti le cose che mangi?!- Chiese costernato Harry, guardando l'amico ingurgitare cibo come se non ci fosse un domani. Lui al mattino non aveva mai molta fame.
-Mangia. Devi finire di crescere- affermò Louis con una scintilla di divertimento negli occhi, attirandosi le proteste del ragazzo, che ripeté poi :
-No, davvero: come puoi mangiare tutta quella roba?-
-Qual'è il tuo piatto preferito?- Chiese Louis, masticando.
- Ne ho tanti. Pizza, pasta, pollo arrosto, hamburger, latte e biscotti-
-Latte e biscotti?-
-Sì- affermò sicuro Harry con aria di sfida.
-Quindi ti ho già offerto una volta un tuo piatto preferito- disse Louis, alludendo ai biscotti di Marie icaffetteria.
-Già- concordò Harry arrossendo, chiedendosi dove volesse andare a parare.
-Ti ho già detto che non so cucinare?- Fece Louis, volitivo. Al mattino era sempre pieno di energia. Harry invece sembrava più il tipo da "non parlatemi prima del caffè".
-Invece io lo so fare- si vantò Harry, una volta tanto in vantaggio.
-Davvero? Allora testeremo la tua cucina stasera. Ci fermeremo ad acquistare gli ingredienti tornando a casa.-
-Louis..ma non ti disturbo? Posso benissimo tornare al residence, non voglio esserti di peso..-
-Sarei felice se ti fermassi un altro giorno, Harry, se ti va- affermò Louis guardandolo negli occhi e facendo fare le capriole al cuore di Harry.
-Ah..uh, allora ok- accettò.
-Bene. Ora mangia. Non ti voglio sulla coscienza quando sverrai vedendo la tua prima operazione su un cane, oggi- affermò Louis con un sorrisetto.
-Ehm, Louis, non sono certo di voler vedere un intervento chirurgico!- Disse frettolosamente Harry spaventato.
-Sono il tuo tutor, giusto? Quindi decido il tuo percorso formativo- asserì il veterinario.
-Si, beh, uhm..non me la sento.. sai, in questi giorni mi sto rendendo conto che forse questa non è la strada per me- confessò Harry, esternando finalmente un dubbio che lo stava assillando da giorni.
-E perché?!- Louis era sconvolto.
-Forse questo tirocinio mi sta servendo per chiarirmi le idee- continuò Harry.
-Non so che dire. Ti ho fatto persino cambiare idea sul tuo futuro?!-
Harry ridacchio'.
- No, Lou, non sei tu. Sono io, che testando le cose sulla mia pelle, sto valutando se davvero voglio intraprendere questa strada-
-Ne riparleremo. Ora per favore mangia e vai a cambiarti- tagliò corto Louis.
Louis ripensò alle parole di Harry osservandolo alle prese con i piccoli pazienti di cui si occuparono quella mattina. Il ragazzo era bravo, paziente, attento, ma non sembrava avere quell'entusiasmo che si ricordava di avere lui stesso quando a suo tempo fece il primo stage da un veterinario. Forse qualcosa ribolliva in pentola, forse Harry stava davvero valutando qualche altro tipo di percorso, e questo tirocinio era semplicemente la prova del nove. Era un po' deluso, ma era anche felice per Harry: se così fosse, se n'era accorto in tempo ed aveva la possibilità di cambiare strada con tranquillità.
Tenendo conto della richiesta di non assistere del suo tirocinante, Louis operò il piccolo cagnolino per rimuovere una cisti con Carl. L'intervento andò bene, anche se fu lungo; lasciarono Harry ad accogliere i primi pazienti e farli accomodare in sala d'attesa, spiegando il motivo del ritardo.

Quando finalmente finirono, Louis era abbastanza snervato. Il tempo di cambiarsi, e di colpo la situazione precipitò.
Sentirono un colpo alla porta, poi mormorii in sala d'attesa. Harry si precipitò in spogliatoio per chiamarli, il viso bianco come un lenzuolo: - Louis! Presto! Un urgenza!-
Louis corse dietro al ragazzo, seguito da Carl. In sala d'attesa c'era un uomo in lacrime con un enorme fagotto tra le braccia, un plaid sporco.
-Aiutate il mio cane! È stato investito!-
Fecero appoggiare il fagotto al lettino nel primo ambulatorio, e scoprirono l'animale, un pastore tedesco maschio di 8 anni. Aveva sicuramente una frattura delle costole e ad una zampa posteriore. I due medici fecero delle lastre e si accinsero ad operarlo per ricomporre la frattura delle costole, pericolosa perché rischiavano di perforare il polmone. Louis trovò un accesso venoso incannulando una vena nella zampa, e lanciò un'occhiata a Harry, che si torceva le mani in un angolo dell'ambulatorio.
-Ora esci, Harry. Accompagna il signore fuori, ed avverti in sala d'attesa che stiamo lavorando in emergenza, che chi può attendere torni domani o si rivolga ad altre strutture-
Grato, Harry uscì e fece come gli era stato detto. Accompagnò il padrone del cane, che era disperato, a sedersi su una poltroncina.
-Mi è scappato in mezzo alla strada. Non l'aveva mai fatto prima. Mi è sfuggito il guinzaglio dalle mani, non so come sia potuto succedere..- continuava a ripetere. Harry cercò di rincuorarlo: - Forza, è in buone mani, vedrà che i medici faranno tutto il possibile. Sono in gamba, sono due professionisti. Vedrà che andrà tutto bene-
La sala d'attesa si svuotò; rimasero soltanto una signora anziana con un pappagallino che non aveva fretta di andarsene e che soprattutto era colpita dalla disperazione dell'uomo, che piangeva sulla spalla di Harry. Lo aiutò a consolarlo, e col passare dei minuti si calmò. Rimasero ad aspettare, sperando in bene. L'anziana,quando l'uomo si fu calmato, se ne andò, lasciando Harry e il padrone dell'animale ad attendere.
Due ore dopo, Louis finalmente uscì. Era emotivamente e fisicamente provato. Carl era più esperto di lui, per cui riusciva ad avere quel distacco professionale che gli permetteva di non prendere le vicende troppo a cuore. Louis, invece, doveva ancora farsi le ossa, e quando il cuore del cane ad un certo punto si era fermato aveva fatto di tutto e di più pur di rianimarlo, riuscendoci. Il cane aveva subito varie lesioni interne da schiacciamento, dovettero asportargli la milza e per una buona mezz'ora avevano temuto che non ce la facesse, complice l'emorragia che era insorta riducendo la frattura.
Ma alla fine la spuntarono.
Louis uscì, e subito vide Harry sollevare due occhi speranzosi su di lui.
-Il suo cane starà bene. L'abbiamo salvato- annunciò all'uomo, che si commosse:
-Grazie. Siete degli angeli.-
Harry aveva gli occhi lucidi, e guardava Louis quasi con venerazione. L'uomo si profuse in ringraziamenti ed espressioni di sollievo, e Louis lo lasciò sfogare, con un sorriso stanco sulle labbra.
Più tardi l'uomo se ne andò, e finalmente Louis poté farsi una doccia. Carl l'aveva già fatta, ed era tornato a casa per stare una mezz'ora con sua moglie, per poi tornare in clinica a vegliare il cane.
Louis sentiva la tensione della giornata scivolare via con l'acqua calda, ed un'infinita stanchezza lo colse.
Harry si era assentato un momento, era corso al bar per portare una tazza di the al veterinario,che la accolse come una benedizione.
-Siete degli eroi- affermò convinto il ragazzo.
-Ma va là, è solo il nostro mestiere- si schernì lui.
-Se sei troppo stanco, rimandiamo la cena. Vorrai andare a letto presto- propose Harry, ma Louis gli afferrò una mano, obbligandolo a guardarlo negli occhi:
-Per favore, fammi compagnia stasera. Sono troppo teso e ho bisogno di rilassarmi. Ti va?-
-Va bene. Vuoi che chiamiamo Niall e Liam?-
Louis sorrise:- Sei molto premuroso, piccolo. Ma stasera Liam e Niall sono impegnati con le loro fidanzate. Saremo solo io e te, se ti va-
-Benissimo. Fammi pensare a cosa prepararti da mangiare. Cosa preferiresti?-
-Quello che vuoi, Harry. Mi va bene tutto- affermò Louis soffocando uno sbadiglio con la mano.

Accadde una mattina...Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora