Nota autrice: la numerazione dei capitoli è sbagliata, perché ho cancellato tre capitoli vuoti. Era un'idea stupida, per cui mi scuso con chi sta leggendo: erano vuoti per simboleggiare il vuoto che prova Louis, ma in effetti parevano vuoti per errore...
Appena ho tempo correggerò la numerazione e cancellerò questa nota. Grazie... *si ritira in un angolino *-Aprile-
Louis si sveglio', come sempre, malvolentieri. Si aggrappò agli ultimi stralci di sogno, cercando di trattenerli, ma la sveglia tiranna lo traghettò spietatamente nella realtà.
Come sempre, la prima occhiata della giornata fu dedicata alla parete grigia dietro di sé, vuota. Il pannello era stato rimosso con l'aiuto di Niall quando l'amico aveva saputo che i colori gli dessero gli incubi, impedendogli di fatto di riposare, ed era stato coperto e posizionato a terra, dietro la testiera del letto.
Stancamente si lavò sotto al getto della doccia, annaspando per trovare lo shampoo nella mensola, in una confusione di flaconi mezzi vuoti.
Purtroppo era obbligato a fare i corsi di aggiornamento, che aveva sempre fatto volentieri finora, ma questa volta ogni minuto gli era pesante.
Sospirò, anelando al weekend; aveva deciso con Niall, Liam e le ragazze di andare al mare, ma l'idea che gli era parsa buona la sera prima ora gli sembrò stupida e inutile, una seccatura. Soprattutto perché nelle ultime settimane gli sembrava di stare un pochino meglio, ma aprile gli riportava alla mente tutta la merda e lui non era pronto per ripiombare nel totale annientamento di sé stesso che l'aveva trascinato in basso all'inizio.
Scacciando i pensieri, cosa in cui aveva il guinness dei primati ormai, si obbligò a fare colazione. Sua madre lo aveva minacciato di trasferirsi a casa sua per obbligarlo a mangiare, e aveva dovuto prometterle di alimentarsi adeguatamente per evitarlo, perché non scherzava.
Si vestì e scese in garage, ma quando salì le chiavi gli sfuggirono dispettosamente dalle dita, finendo sotto al sedile. Imprecando, si abbassò per recuperarle, ma anche allungandosi il più possibile non ci arrivava, per cui scese dall'auto e spostò all'indietro il sedile.
Quel che trovò sotto fu come un colpo di maglio dritto nel petto: una bandana di Harry.
Quel pezzo di stoffa era rimasto nascosto per tutto quel tempo lì sotto, in attesa di essere ritrovato.
Succedeva sempre così: quando meno se lo aspettava, un pezzetto di loro due faceva capolino a tradimento, fosse una tazza, una maglietta in fondo all'armadio, una bandana. Un foglio abbozzato incollato dietro al pannello, che Harry aveva schizzato in un pomeriggio alla galleria di Zayn.
Louis sospirò, e raccolse la bandana, girandosela attorno al polso. Poi risalì in auto e si diresse a lavoro, occhieggiando il braccialetto improvvisato con un senso di perdita.
All'improvviso frenò di colpo, rischiando di farsi tamponare e attirandosi gli improperi che gli rivolse il conducente dell'auto che lo seguiva, che lui non sentì, perché aveva la mente piena di rabbia accecante. Accostò a lato e prese il cellulare.
Si era ripromesso, spinto da Liam e Niall, di non contattarlo, di non cercarlo, di archiviare quello che era successo, ma sapeva il numero a memoria.
Louis era uno che agiva d'impulso, e digito' il numero, facendo partire la chiamata.Harry sentì il cellulare vibrare nella tasca, e lo estrasse.
Louis.
Il mondo gli crollò addosso; si alzò all'improvviso e corse fuori dalla cucina di sua madre, dalla quale era tornato soltanto il giorno prima per una breve vacanza, la prima che si concedeva.
Sua madre gli stava parlando e lo guardò imbambolata alzarsi senza nessuna ragione apparente e scappare fuori.Il cuore di Harry rimbombava nel petto. Guardava il display, completamente terrorizzato ed allo stesso tempo sentendo un senso di struggimento. Seguì l'istinto e rispose.
-Ciao, Louis-
Sospiro. -Ciao, Harry-Dio, quanto gli era mancata la voce di Louis. Quanto gli era mancato.
-Dove sei?- Lo sorprese Louis. Il veterinario aveva deciso che sarebbe salito sul primo aereo, lì su due piedi, e l'avrebbe affrontato di petto.
Harry lo sorprese: -Sono da mia madre-
Louis pensò un momento, poi disse: -Aspettami. Arrivo-
Riattaccò. Fece inversione di marcia, seguendo le indicazioni per l'autostrada.Arrivò a pomeriggio inoltrato. L'ultima volta che si era recato lì era stato per il diploma di Harry; ebbe un senso di deja-vu mentre parcheggiava nel vialetto. Uscì dall'auto con un ronzio nelle orecchie, e camminò fino al portico della casa, tenendo gli occhi bassi. Li alzò all'improvviso, ed Harry era lì, semplicente, con gli occhi pieni di lacrime e le mani che si torcevano l'un l'altra. Rimasero a guardarsi per qualche istante interminabile, poi entrambi annullarono la distanza ed all'improvviso erano uno nelle braccia dell'altro.
Louis sentì i polmoni riempirsi del profumo della pelle di Harry, sentendosi nel posto giusto, sentendosi finalmente vivo e presente, come se avesse vissuto da automa negli ultimi mesi, e l'avrebbe picchiato dalla rabbia, e baciato fino a farlo svenire, e sgridato e coccolato e picchiato di nuovo ed accarezzato. Sì, accarezzato tra i capelli, come stava facendo adesso. Harry era veramente sotto alle sue dita e lui stava veramente vivendo questo.
-Non farlo mai più- gli sussurrò, semplicemente.
Harry annuì contro il suo collo.
-Ti odio per il male che mi hai fatto.-
-Scusami, Louis-
Louis si staccò, guardandolo incredulo.
-Scusarti?! Mi hai annientato, hai calpestato i miei sentimenti e mi hai abbandonato. Ho vissuto i mesi peggiorni della mia vita a causa tua, e tu mi chiedi scusa?!-
Harry annuì, il viso talmente sofferente che Louis non se la sentì di continuare.
-Sì, ti perdono. Sei il mio ragazzo, ed anche se tu te ne andassi di nuovo, cosa di cui avrò paura per sempre, tornerei comunque a cercarti. Non posso starti distante.-
-Ora l'ho capito.-Scusandosi con sua madre, Harry prese su le valigie e salì in auto con Louis. Era inevitabile, era destino, non lo sapeva nemmeno lui, tutto quello di cui era certo era che la vita che aveva vissuto negli ultimi quattro mesi non valeva la pena di essere vissuta, sarebbe morto piuttosto, ma non poteva più fingere di non aver bisogno di Louis come dell'aria per respirare. Quei quattro mesi erano un'orribile parentesi che desiderava lasciarsi alle spalle. Potevano farcela, potevano ricominciare. Sbircio' il viso invecchiato del compagno, che era segnato e smunto, e chiese:
-Perché mi hai cercato, Louis?-
Louis sorrise.
-Perché mi hai sempre detto che sono disordinato, ma in realtà il peggiore sei tu. Stamattina ho perso le chiavi sotto al sedile ed ho trovato questa- fece alzando il braccio per far vedere la bandana.
-Quindi, non ci stavi pensando? Hai seguito l'impulso del momento?- Chiese Harry, incredulo. L'altro annuì, con un sorrisetto che improvvisamente fece apparire un'ombra del vecchio Louis.
-Tu sei fuori di testa- commentò Harry scuotendo il capo.
-E tu no? Dopo tutto quello che è successo, stai tornando con me.-
-Siamo una coppia di pazzi.-
-A Niall e Liam verrà un colpo- ridacchio' Louis, pensando a che facce avrebbero fatto i suoi amici.
-Poco ma sicuro- concordò Harry, improvvisamente felice dopo tanto, tanto tempo.
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Accadde una mattina...
FanfictionHarry è un diciassettenne sognatore, che vede solo il buono delle persone e non vuole mai deludere nessuno. Alle prese con un tirocinio in uno studio veterinario, incontra Louis. Louis ha ventinove anni ed ha da poco aperto una piccola clinica per...