16.

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Finì che ordinarono davvero la pizza, a cui fecero onore. Poi Liam propose di fare una passeggiata in spiaggia, al chiaro di luna, e tutti accettarono con entusiasmo. A volte erano chiassosi e festaioli all'inverosimile, altre volte avevano voglia di passare del tempo tranquilli, e questa era una di quelle serate. Louis era davvero felice di avere accanto a sé Liam e Niall. Erano amici da talmente tanto tempo che non ricordava nemmeno com'era la vita prima di loro; era certo che ci sarebbero stati sempre, l'uno per l'altro, e sarebbero invecchiati insieme.
Era felice anche che loro lo spalleggiassero, e che approvassero il suo affetto per Harry. Era sinceramente affezionato alla dolce Sophia, mentre bisticciava spesso con Jessica, ma le voleva comunque bene, perché era la compagna del suo amico.
Meggie era un altro paio di maniche: la conosceva da un giorno, e a pelle la riteneva troppo esuberante per i suoi gusti. Non capiva cosa trovasse in lei Harry, ma si rendeva conto che erano molto legati.Lei gli voleva davvero bene. Per cui avrebbe continuato a fare buon viso a cattivo gioco, facendosela piacere.
Con questi pensieri in testa, Louis uscì a piedi nudi dalla veranda. La sabbia ora era fredda, ma piacevole. Si arrotolo' il bordo dei jeans e andò incontro al mare, immergendosi fino alle caviglie. L'acqua era deliziosamente tiepida. Gli altri rimasero sulla battigia, lo raggiunse solo Harry.
-Sembra quasi calda, vero?- gli sorrise.
-Gia'. È un posto meraviglioso. Grazie, Lou. Senti, ho voglia di fare una cosa-
Louis lo guardò incuriosito, mentre Harry tirava fuori il cellulare e faceva una chiamata.
-Ciao mamma! Come stai?-
Louis spalancò la bocca, fermandosi.
-Benissimo. Siamo al mare. Sì, Meg è con noi. Senti mamma, devo parlarti di una cosa.-
Harry guardò Louis, fece un sospiro e gli prese una mano, per farsi coraggio.
-Mamma, sto frequentando una persona.-
Louis poteva sentire le esclamazioni felici della madre di Harry nonostante lo sciabordio delle onde.
-Mamma..è un ragazzo.-
Louis sentì un tonfo al cuore , che poi prese a battere velocissimo. Lo stava facendo davvero, per lui!
-Si chiama Louis. È il veterinario da cui sto facendo il tirocinio- spiegò Harry, rispondendo ad una domanda. Annuì, guardando Louis, che era ancora a bocca aperta.
-Sì. Non preoccuparti, mamma. Lo so che tra un paio di settimane dovrei tornare a casa. Volevo dirtelo comunque mentre sono qui, non metterti al corrente a cose fatte. Ok, glielo chiederò. Vuoi salutarlo? È qui che mi guarda con l'aria di chi sta per svenire- lo prese in giro Harry guardandolo.
Louis sbarrò gli occhi, preso in contropiede. Ma era impazzito?!
Harry gli porse il telefono con un sorriso dolce, e Louis l'avrebbe volentieri strangolato, ma rispose.
-Ehm..buonasera. Piacere, sono Louis-
-Ciao Louis. Ho già detto ad Harry di chiederti di venirci a trovare così ti posso conoscere di persona. È un piacere, per me. Prenditi cura di mio figlio. Mi fido di lui, se lui pensa che tu vada bene per lui, io gli credo. È un ragazzo speciale-
-L'ho già capito, signora, ed ha perfettamente ragione. Verrò volentieri a conoscerla. Grazie. Le passo Harry-
Il riccio salutò sua madre e poi riattaccò.
Guardò Louis.
-Avvertirmi prima no, eh?!-
-Ho seguito l'impulso del momento- sorrise Harry.
-Sento che non potrò mai stare tranquillo, con te- si lamentò il ragazzo, ancora incredulo di aver appena parlato con la madre di Harry.
-Non fare il lagnoso, Lou. Tu mi hai presentato i tuoi stamattina. Non puoi dire niente-
-Ma io non ti ho presentato come il mio ragazzo- protestò Louis, ed Harry alzò gli occhi al cielo.
-Come vuoi tu. Ora raggiungiamo gli altri- tagliò corto il riccio, mentre Louis scuoteva ancora la testa.
Dopo una lunga passeggiata alcolica, resa tale dalle innumerevoli birre che avevano portato con loro, tornarono indietro perché iniziava a farsi fresco. Louis prese per mano Harry e non lo lasciò per tutto il tempo. Si sentiva in una dimensione parallela, perfettamente felice ed in pace col mondo, e sarebbe rimasto per sempre al mare per non rompere l'incanto.
Harry era euforico. Aveva parlato con sua mamma e le cose cominciavano a procedere, e la vita non gli era mai sembrata così bella. Stringeva la mano di Louis, che era leggermente fredda; si rese conto che il ragazzo aveva la pelle d'oca e lo strinse a sé per dargli un po' di calore. Louis gli sorrise, e come sempre Harry si sentì le farfalle nello stomaco, mentre immagini della doccia fatta poc'anzi gli arrossavano le guance.
Intuendo l'argomento dei suoi pensieri, Louis lo stuzzicò:
-Mi pare che ti sia piaciuto, alla fine,condividere la doccia con me-
Harry arrossi' ancora di più e Louis rise, soddisfatto.
-Sei terribile. Ti diverti a fare battutacce per mettermi in imbarazzo e ridere di me- si lamentò il riccio.
-Ma non era una battuta. Era una constatazione- replico' Louis divertito, ed in quel mentre il cellulare di Meggie trillo', rompendo la quiete.
La ragazza, poco distante, strabuzzo' gli occhi e si fermò per rispondere, decisamente stupita che qualcuno la chiamasse a quell'ora.
Il resto del gruppo si fermò poco più avanti per aspettarla, ed Harry osservò con inquietudine crescente l'amica sbiancare sotto la luce del lampione del lungomare.
-Chi può essere?- Gli chiese Louis.
-Non ne ho idea- rispose Harry, con un senso di disagio.
La ragazza lo guardò, ed Harry si staccò dal ragazzo per andarle incontro.
-Si, sì.. ora ne parlo con Harry. Grazie- mormorò, chiudendo la chiamata e rifugiandosi tra le braccia del ragazzo, sorpreso.
-Che succede?- Le chiese.
Meg odiava piangere, la considerava una debolezza, soprattutto di fronte ad altre persone. Ma Harry le aveva asciugato tante lacrime, nel corso del tempo, e lei era così felice per lui che si asciugò le guance col dorso della mano e gli parlò contro la maglietta.
-Hai il telefono silenzioso?-
Harry, confuso, si tasto' le tasche, trovò il telefono e si rese conto che si fosse spento perché scarico.
-Meggie. Dimmi-
-Tua madre ti ha richiamato, ma non rispondevi. Richiamala, te lo deve dire lei- e gli porse il suo cellulare.
-Meggie ti prego dimmi..- la implorò il ragazzo, ma la rossa digito' impaziente e gli porse il telefono con fare imperioso.
Harry sentì uno squillo e poi subito la voce di sua madre.
-Mamma ti prego dimmi cosa succede, Meg è sconvolta-
-Amore mio..ho controllato adesso la cassetta della posta. Mi è venuto in mente di farlo ora, per caso, prima di chiudere tutto ed andare a letto. C'era una lettera per te, da parte della casa editrice.-
Harry si sentì svenire ed iniziò a sudare abbondantemente nonostante il freddo.
-Hai vinto, Harry. Hai la borsa di studio-
-Oddio, oddio, oddio non stai scherzando vero mamma?!- Si agitò il ragazzo, mentre Meggie rideva tra le lacrime.
-No, tesoro. Lo sapevo. Ero certa che ce l'avresti fatta. Sono così orgogliosa di te-
Harry aprì le braccia, incredulo, ridando il telefono a Meggie, tra lo sconcerto generale degli altri che non sapevano ancora cosa fosse successo.
La ragazza riagganciò e lo guardò orgogliosa.
-Tutto bene? Sono buone notizie?- Chiese Liam.
-Buone?! Soltanto che il signor Style qui presente ha vinto la borsa di studio di una casa editrice piuttosto famosa, assicurandosi un posto nientemeno che..ad Harvard-
A Louis cascarono le braccia.
-Seriamente?- Chiese.
Liam era sbalordito e si entusiasmò, da bravo accademico:- Wow, Harry, davvero?! Complimenti! Caspita, sei davvero in gamba!È un'occasione unica che ti si presenta!-
Niall strinse con una mano la spalla di Louis.
Harry era in pallone. Confuso, felice, emozionato, incredulo e pervaso da un senso di irrealtà. Guardò Louis, e il suo cuore si frantumò in mille pezzi.
Louis.
I due si guardarono, poi Niall spinse avanti il suo amico:
- Avanti. Penso che voi due dobbiate parlare. Il nostro Harry, qui, è una fonte inesauribile di sorprese, a quanto vedo-
Harry si sentì ferito dalle parole del biondo, anche se lo capiva.
-Louis..-
- Sono felice per te. Non preoccuparti. Praticamente non ci conosciamo ancora, quasi, quindi perché non spieghi a tutti quanti quello che vuoi realmente? Così mettiamo le carte in tavola una volta per tutte.-
Ad Harry si riempirono gli occhi di lacrime. Mandò giù il groppo ed allontanò la mano di Maggie che lo stava accarezzando sulla schiena per confortarlo.
-Ho accettato di fare questo stage per non dispiacere a mio padre, ma il mio sogno è un altro. Sono più portato per le materie umanistiche. Ho inviato un manoscritto ad una casa editrice che offriva una borsa di studio per Harvard, non credendo nemmeno per un attimo di avere una possibilità. Il mio sogno è lavorare con le parole e con la musica. Ecco, ora lo sapete.-
Harry sospirò, asciugandosi rabbiosamente una lacrima che alla fine era sfuggita al suo controllo, e d'impulso prese la sua decisione.
-Ma non ci andrò. Non potrei mai, ora.-
Louis sentì un peso nel petto sollevarsi, e poi ripiombare giù.
-Che cazzo stai dicendo, Harry?-
-Sei impazzito?!- Esclamò Liam.
-Ti sei bevuto il cervello?!- Quasi urlò Meggie.
-Stop. Non voglio più parlarne. Andiamo a casa- decise il riccio, lasciando tutti costernati.

-Harry, sinceramente. Non puoi rifiutare un'occasione del genere- disse Louis rompendo il silenzio che c'era da quando si erano dati la buonanotte ed ognuno di loro era andato a dormire.
-Louis, basta. Davvero. Ci sono ottime università anche qui. Cazzo, Liam insegna in una delle due università più prestigiose dell'Inghilterra..-
-Harry. Harry. Ammetto che mi hai colto in contropiede, e che non mi aspettavo niente di tutto ciò. Ma non ti lascerò buttar via un'occasione del genere. Ne va del tuo futuro-
-Dai, Louis. Non ci credi nemmeno tu. Io voglio rimanere qui, o perlomeno in Inghilterra. Non esiste che me ne vada al di là dell'oceano.-
-Sei un bambino che fa i capricci- lo sgridò Louis, esasperato.
-Puoi dire quello che vuoi, ho già deciso- si limitò ad affermare Harry.
Louis alzò gli occhi al cielo. Era lusingato e commosso del fatto che Harry lo facesse per lui, ma non avrebbe mai potuto lasciarglielo fare.

Il mattino seguente dormirono tutti fino a tardi.
Louis ed Harry non avevano chiuso occhio, erano rimasti a parlare per tutta la notte. Si erano raccontati tante cose l'uno dell'altro, tra abbracci e carezze proibite. Alle sei del mattino, quando ormai il sole era sorto da un po', Louis si appisolo', esausto. Harry rimase a guardarlo a lungo, riflettendo un po' sulla sua decisione. Era certo, assolutamente convinto di non voler andare. In un primo momento si pentì addirittura di aver partecipato al concorso, poi pensò che era motivo d'orgoglio personale essere stato in grado di arrivare a tanto. Però non avrebbe lasciato l'Inghilterra. Lì c'erano tutti i suoi affetti, c'era Louis. Avrebbe dovuto litigare coi suoi genitori, si sarebbero arrabbiati a morte con lui come mai prima d'ora, ma alla lunga avrebbero capito, rassegnandosi. Con questi pensieri in mente, il sonno infine lo colse a mattino inoltrato. Non si accorse che, verso mezzogiorno, Louis si alzò per andare a fumare in veranda.

Meggie non aveva chiuso occhio. Era angustiata per l'amico, ed alla fine aveva trascorso le ore del mattino presto in veranda, guardando il progredire della luce mano a mano che arrivava l'alba. Si era coricata un paio d'ore, ma poi era tornata fuori, nervosa più che mai, a fumare.
Louis la trovò sulla panca.
-Ehi-
-Ehi-
-Hai dormito?- Le chiese il ragazzo, prendendo posto accanto a lei e accendendosi una sigaretta.
-Praticamente niente. Sono molto preoccupata per Harry-
-Non preoccuparti. Non glielo lascerò fare-
Meg si girò a guardarlo.
-Ormai hai capito che è innamorato di te, no?-
Louis annuì, con un dolore sordo nel cuore.
-E tu di lui-
-Non cambia niente. Non gli lascerò sprecare un'occasione del genere.-
-E cosa farai?-
Louis sospirò, con un senso di malessere che dalla sera prima gli gravava sul petto, e che si era accentuato col passare delle ore.
-Farò l'unica cosa che lo convincera' ad andare-
A Meggie si riempirono di lacrime gli occhi.
-No. È sbagliato. Non puoi decidere per lui, non puoi fargli questo-
-E secondo te devo lasciarlo inseguire l'istinto del momento? Cazzo, ci conosciamo da meno di un mese, Meg. Tu credi seriamente che potrei lasciarglielo fare? È un bambino. Non sa ancora bene quello che vuole. O forse lo sa, ma si sta facendo condizionare dagli ormoni. Non voglio essere la causa della sua rinuncia ad avere possibilità concrete, un domani. Mi ha detto che vorrebbe lavorare per la musica, comporre testi, andando a Boston avrebbe decisamente più possibilità per farcela, È un mondo competitivo e per pochi eletti. Ce la può fare, ma deve partire da una base solida. Ed Harvard è un trampolino di lancio.-
Meggie riflette' sulle parole di Louis, e capi' che aveva ragione. Ma Harry si sarebbe fatto male, e questo lei non poteva sopportarlo.
-Louis, non deve decidere ora. Datevi qualche giorno di tempo per rifletterci. Fallo parlare con sua mamma, parlaci pure tu. Venite a casa con me stasera, così la conoscerai. Facciamolo ragionare, e lasciamolo decidere. È ingiusto quello che proponi tu-
Louis pensò a quello che saggiamente aveva detto Meggie.
-Ok, diamogli qualche giorno per pensarci. Però, se è come ho intuito sia,e lui rimarrà fermo sulle sue posizioni, io mi tirero' indietro. E tu sarai lì, pronta a sostenerlo. Ok?-
Sentendosi come se stesse tradendo l'amico del cuore, Meggie infine annuì.

Accadde una mattina...Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora