21.

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Harry passò i giorni restanti a studiare e a finire la tesina. Accompagnava in clinica Louis e si dedicava ai libri con accanimento quasi morboso; Louis doveva riscuoterlo per avvertirlo che era arrivata l'ora di pranzo.
Per non spostare tutto, presero a rimanere direttamente in ambulatorio, pranzando al volo al piccolo ristorante adiacente. Harry proseguiva fino a sera, inarrestabile. Comunicava via mail con le due docenti che lo seguivano per il report, e riuscì a svolgere un eccellente lavoro, considerando che aveva cambiato totalmente la rotta della tesina.
Ed arrivò quindi il giorno in cui dovette tornare a casa per gli esami.
Louis lo accompagnò in stazione, sentendo l'ansia attanagliargli le viscere. Si era talmente abituato alla presenza del ragazzo che vederlo partire anche solo temporaneamente lo lasciava con un vuoto all'altezza del petto. Cercando di non darlo a vedere, fece di tutto per sembrare sereno e fiducioso come al solito.
Harry era determinato a portare a termine il suo percorso di studi con onore. Non l'aveva rivelato né a sua madre, né a Meggie; e tantomeno non ne aveva parlato con Louis, anche se era convinto che quest'ultimo lo sapesse lo stesso, ma era fortemente determinato a dimostrare a suo padre che era una persona che valeva. L'unico modo a sua disposizione era diplomarsi con merito, e avrebbe fatto del suo meglio. Era sicuro che, portando a casa un bel risultato, la stima che il padre aveva in lui sarebbe stata riconfermata, a prescindere dall'Università scelta.
Con questi pensieri, si accinse a salutare il suo ragazzo dopo quasi due mesi di convivenza.
Gli sarebbe mancato da morire, soprattutto la sera, coricandosi da solo nella sua cameretta; ultimamente avevano condiviso momenti davvero memorabili a letto, ed Harry se possibile era sempre piu' follemente innamorato.
Si strinsero in un abbraccio e Louis si raccomandò: -Fatti onore. Vai, e spacca-
Harry sorrise.- Ti aspetto il 15 giugno-
Erano d'accordo con la madre di Harry che avrebbero ospitato Louis per la cerimonia di consegna dei diplomi.
-Non mancherei per nulla al mondo- lo rassicurò lui.
Si abbracciarono, ed Harry salì sul treno.

Louis uscì dalla stazione e si diresse in auto con un senso di angoscia. Cercò di riscuotersi da quella sensazione concentrandosi sulla guida, ma finì per parcheggiare davanti allo studio dove lavorava Niall per cercare conforto.
Niall non sembrava particolarmente sorpreso di vedere l'amico; si prese una pausa e lo portò a prendere un caffè.
-Sei preso male, amico. Urge terapia d'urto stasera. Io, te, Liam e seratina ad alta gradazione alcolica- decise il biondo.
-Non mi ispira molto la tua proposta- commentò Louis, ma l'amico fu irremovibile:
-Sei chiuso in casa da mesi, Lou, sembri mio nonno. Hai bisogno di svagarti con i tuoi amici-
Louis acconsentì, facendo buon viso a cattivo gioco: aveva davvero bisogno di distrarsi.
Harry gli scrisse un messaggio per avvertirlo che era arrivato mentre era sotto la doccia.
Lo chiamò.
-Ciao, piccolo. Hai fatto buon viaggio?-
-Sì, ho letto tutto il tempo. Sono appena entrato in camera mia. Mi sembra così strano, di essere qui..come se il tempo non fosse passato- rivelò il ragazzo.
-Anche per me è così. Cosa farai stasera?-
-Vedro' Meggie. Mi è venuta a prendere in stazione, e mi ha fatto promettere che sarei uscito con lei ed Allie stasera-
Louis sentì una fitta di gelosia a quel nome, ma si impose di non darlo a vedere. Aveva fiducia assoluta nel suo ragazzo.
-Fai bene. Salutamela. Io usciro' con Liam e Niall. Mi sento perso, senza te attorno- gli confessò, facendo commuovere Harry.
-Questi giorni passeranno velocissimi. Ti chiamerò tutte le sere e ti inondero' di messaggi, tanto che ti stancherai- scherzò il più giovane.
-Vedi di farlo, ci conto- rispose Louis, serio a metà.
-Ci sentiamo dopo tramite messaggi, scendo a cenare- lo congedò Harry.

La serata di Harry si rivelò più animata di quanto avrebbe mai immaginato.
Intanto Meggie gli aveva nascosto che l'avrebbe portato ad una festa di fine anno, organizzata tra gli studenti. Harry era decisamente contrariato, non aveva nessuna voglia di musica assordante e caos, per cui tenne il broncio per tutto il tragitto. La mamma di Harry era assolutamente d'accordo con Maggie, per cui il ragazzo aveva ceduto, rifiutandosi però di mettersi in ghingheri: uscì in jeans e maglietta.
Poi, una volta arrivato, dovette sorbirsi la sensazione come sempre di essere accettato ma non del tutto. I suoi coetanei erano reduci da stage come lui, ed erano sovraeccitati per la fine della scuola, ma Harry si sentiva totalmente un pesce fuor d'acqua. Gli pareva di non avere nulla in comune.
Le persone più grandi che erano presenti, compresa Maggie, gli erano estranee. L'amica aveva un bel da fare a cercare di coinvolgerlo e spronarlo a divertirsi; Harry era assente e scazzato.
Ad un certo punto si trovò seduto di fianco ad Allison, che era appena arrivata.
Appena la riconobbe, il primo sorriso della serata gli illuminò il viso. Lei spalancò gli occhi e gli si buttò tra le braccia, felice di rivedere l'amico dopo tanto.
-Harry, sono così contenta di rivederti! Mi sei mancato da morire! Fatti guardare: Dio, sei sempre più figo ogni giorno che passa- esclamò, eccitata.
-Anche tu sei bellissima- convenne Harry, con un sorriso che avrebbe fatto tremare le ginocchia a chiunque.
-Che ci fai qui tutto solo? Dov'è Meg?-
Harry fece spallucce.
Da lontano, una persona lo osservava, senza essere vista.

Accadde una mattina...Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora