23.

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Il padre di Harry arrivò, puntualissimo, alle nove, a casa di Harry e sua madre. Avevano dato un piccolo rinfresco, a cui stavano partecipando i vicini, gli amici più stretti e Meggie.

Louis ripeteva come un mantra tra se e sé "sii paziente, sii paziente", tuttavia non gli fu facile metterlo in pratica, perché il padre di Harry lo ignorò completamente dopo avergli rivolto un cenno di saluto.

Harry era quieto, in lieve apprensione per dover parlare in pubblico, ma per ora semplicemente felice di avere i suoi cari intorno.

Alle nove ed un quarto, una Range Rover nera fece capolino dal vialetto di casa Styles. Harry si illuminò, saettando Louis con un lampo verde degli occhi: -Tu lo sapevi?!- E corse incontro a Liam e Niall, col cuore che esplodeva di gioia. Louis sorrise godendosi la felicità del ragazzo. Aveva invitato i suoi amici di nascosto  in accordo con la mamma di Harry, per fargli una sorpresa, ed a quanto pare ci era riuscito.

Niall strinse tra le braccia il ragazzo, quasi stritolandolo, e subito si scusò: -Siamo venuti solo noi perché Jess non se la sentiva di affrontare un viaggio così lungo in auto, e Sophia è con lei, ma ci hanno incaricato di salutarti da parte loro e farti le loro congratulazioni-

-Sono felicissimo di vedervi, grazie! Non ci speravo! Che sorpresa bellissima!- Ripetè a più riprese Harry, guardandoli incredulo.

-Dai presentaci i tuoi- lo spronò Liam, e sottovoce Niall aggiunse. - Sì, facci conoscere il generale- riferendosi al padre di Harry. Quest'ultimo sghignazzò e Liam rifilò uno scappellotto di ammonimento al biondo.

Alle dieci, i diplomandi erano seduti nel parco della scuola in quattro file ordinate, e da dietro Louis non riusciva a scorgere Harry, immerso in quel mare blu di toghe. Poi lo individuò, era seduto tra una ragazza che presupponeva fosse Kate e Jack.

Il preside tenne un breve discorso di commiato, poi ci furono alcune premiazioni. Jack fu chiamato in causa per la menzione di merito sportivo, avendo capitanato con successo la squadra di football per gli ultimi due anni. Il suo discorso fu sottolineato da molti applausi tra i compagni di squadra, e fu un successo.

Poi il preside consegno il premio come migliore studentessa dell'anno a Kate, che si rivelò essere davvero la ragazza seduta accanto ad Harry. Visibilmente emozionata, riuscì a leggere il suo discorso con la voce un po' incrinata, facendo commuovere tutti.

Harry era in trepidazione, aveva le mani sudate e gli tremavano un po'.

Jack se ne accorse, e le strinse amichevolmente tra le sue per rassicurarlo. Harry gliene fu estremamente grato, ed ascoltò il preside senza osare guardarlo.

-Ed infine, a concludere, accogliamo sul palco lo studente che ha ottenuto il miglior punteggio scolastico assoluto, a cui consegnamo una menzione di merito per l'impegno e per aver ottenuto l'ammissione a ben cinque delle più prestigiose Università internazionali. Siamo orgogliosi di te, ragazzo, ora non hai che l'imbarazzo della scelta. Ecco a voi, il signor Harry Styles!-

Harry si alzò, col cuore che rimbombava nelle orecchie, e Louis da dietro scorse che Jack gli stesse tenendo le mani. Sapeva che stesse solo confortando il suo ragazzo, ma fu infastidito lo stesso.

Niall e Maggie fecero un gran baccano, acclamando Harry a gran voce per sovrastare l'applauso.

Harry salì, miracolosamente senza inciampare, e strinse la mano del preside  che gli consegnò il diploma arrotolato e il premio di merito, che non si aspettava. Si portò lentamente davanti al microfono, con gli occhi bassi, e sospirò, stendendo un foglietto cincischiato sul leggio. Louis si sentì in colpa per averlo spinto a questo, ma Harry alzò lo sguardo, cercando qualcuno tra la folla. Il cuore di Louis gli balzò in gola, e aspettò che lo individuasse. Harry finalmente lo scorse con sollievo, ed agganciò gli occhi ai suoi.

Con la sua parlata lenta e la voce un po' roca, Harry tenne il suo discorso.

-Buongiorno a tutti, e ben ritrovati. Ringrazio il preside e la commissione per la menzione di merito, che non mi aspettavo e che mi lusinga. Grazie davvero-  fece, guardando per un attimo alle sue spalle. I docenti gli sorrisero. Poi tornò a guardare Louis.

-Non mi dilungherò, perché non amo parlare in pubblico. In questi quattro anni di college ho potuto apprezzare un grande pregio di questa scuola, di cui mi sono reso conto soltanto ultimamente. Questa caratteristica è l'aria di tolleranza che si respira. Qui gli studenti non solo vengono istruiti, non solo studiano e vengono preparati in maniera rigorosa, fornendo loro basi solide per l'ammissione all'Università. Qui si vive e si insegna la tolleranza. Qui ogni studente è libero di essere sé stesso, qui si impara ad essere rispettosi verso gli altri, ad accettare la diversità. Non me ne sono reso conto finchè non ho provato a vivere al di fuori di questa realtà, dove non sempre c'è tolleranza. Là fuori c'è un mondo che non sempre accoglie il diverso. Ma se un ragazzino, quando entra nel mondo del college, cresce in un ambiente in cui si pratica il rispetto e non si accettano atti di bullismo o prevaricazione, imparerà ad essere un adulto tollerante.

Dove c'è tolleranza, c'è libertà. E dove c'è libertà, c'è anche libertà di pensiero. Ed in una società dove sempre più si sente parlare di terrorismo, di multiculturalità, di bullismo, di discriminazione, c'è bisogno di individui liberi e pensanti.

Tutti noi, che usciamo da questo college, usciamo tolleranti, quindi liberi. Questo è un merito davvero importante, per questo istituto"

Il discorso di Harry venne interrotto da un'ovazione spontanea della folla, che durò diversi minuti. Louis era senza parole, col petto traboccante di orgoglio, e con la coda dell'occhio vide Niall asciugarsi le lacrime mentre si sperticava le mani nell'applaudire.

Appena fu possibile riprendere il discorso, Harry concluse:

-Per ultimo, voglio esprimere un pensiero che mi sta particolarmente a cuore. La scuola può fino ad un certo punto, poi siamo noi stessi a dover portare avanti le nostre scelte e a progettare il nostro futuro.

Se mi venisse chiesto a cosa non rinuncerei mai e poi mai per il mio futuro, e fosse una soltanto, non risponderei il successo, non risponderei la ricchezza, né la fama: queste si possono ottenere con merito e con fortuna.-

Harry staccò gli occhi da Louis, rivolgendoli a suo padre.

- Risponderei la felicità.

E, contrariamente a quanto uno possa pensare, non è questione di merito o di fortuna: la felicità è una scelta. Scegliamo di essere felici. A tutti i miei compagni di corso, a tutti i presenti, voglio fare questo augurio: abbiate il coraggio di essere felici. La libertà già ce l'abbiamo, ed è un enorme privilegio. Scegliamo, quindi, di essere felici"

La folla scoppiò in un applauso commosso, alzandosi in piedi. Louis non guardò verso il padre di Harry perché aveva gli occhi velati dalle lacrime. Il preside tirò a sè Harry in un abbraccio, e tutti gli strinsero calorosamente la mano. Louis lo seguì con lo sguardo offuscato da lontano, raggiante di orgoglio. Il preside prese infine il microfono:

-E su queste parole piene di speranza, dichiaro ufficialmente concluso l'anno scolastico. Uno alla volta vi chiamerò per consegnarvi i diplomi-
Uno ad uno, i diplomandi sfilarono sul palco. Alla fine, il preside li congedò.

Il cielo fu un brulicare di cappelli lanciati in aria, come da tradizione. Louis si asciugò gli occhi col dorso della mano, e la mamma di Harry gli porse un fazzoletto di carta, a sua volta piangendo apertamente. Louis si stava soffiando il naso, quando un lampo blu gli si buttò all'improvviso tra le braccia, quasi sbilanciandolo, e aspirò finalmente l'odore di Harry a pieni polmoni.

Accadde una mattina...Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora