40.

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Arrivarono a casa a notte inoltrata. Louis aveva spento il telefono ed anche il cervello, lasciando che la sua mente fosse piena soltanto della strada e del ragazzo accanto a sé, prendendosi una pausa mentale.
Quando arrivarono, per forza di cose riaccese il telefono e si sentì in colpa trovando chiamate e messaggi di Liam, di Niall e di Carl. Si rese conto della pazzia che aveva fatto, ed incredibilmente non era pentito. Probabilmente era stata la decisione migliore di tutta la sua vita.
Scrisse a tutti per rassicurarli, rimandando le spiegazioni al mattino. E poi si preparò ad affrontare il ragazzo.
Era molto arrabbiato e deluso, ma pensava di poterlo superare; voleva però che non ci fossero più cose in sospeso tra loro.
Nel dolore, aveva riflettuto molto sul suo gesto, e poteva capire la delusione di Harry; quello che non aveva mai capito ed accettato era l'abbandono, che l'aveva annientato. E di questo avrebbe voluto parlare; si era sentito tradito e preso in giro. Se Harry gli aveva voltato le spalle per una cosa del genere, chi gli avrebbe mai assicurato che non se ne sarebbe andato di nuovo, e questa volta per sempre? E perché non l'aveva mai cercato, mai chiamato, non gli aveva mai scritto? Louis aveva l'autostima sotto ai tacchi, ed era arrabbiato con Harry per avergli fatto questo.
-Harry, se ora andiamo a letto non affronteremo mai tutto questo, ed abbiamo bisogno di parlare.-
Harry annuì.
All'improvviso, il fatto di averlo di nuovo davanti a sé lo fece infuriare. Si girò e colpì con tutta la forza che aveva la porta della camera, sfondandola e tagliandosi le nocche.
-Fermo, sei impazzito?!- Grido' Harry, sbiancando e mettendosi le mani tra i capelli. Louis si osservò la mano, col sangue che scorreva fino a gocciolare, mentre il ragazzo si affannava a prendere un asciugamano per tamponare.
-Cazzo, Lou. La tua povera mano- commentò, avvolgendo la stoffa attorno all'arto ferito. Ma Louis non lo sentiva: pensava soltanto alla sua enorme frustrazione, a tutta l'angoscia, a tutto il dolore che aveva affrontato a causa di Harry.
-Mi devi una spiegazione- riuscì a dire soltanto.
Harry abbassò le spalle, ed un'espressione di sofferenza gli accartoccio' il viso.
-Mi dispiace. Sono più orgoglioso di quel che pensavo. Mi sono sentito preso in giro, inutile, inadatto- singhiozzo', e Louis nonostante tutto cercò di abbracciarlo, ma Harry lo fermò, aveva bisogno di non essere interrotto.
-Forse avevamo accelerato i tempi, forse avevo semplicemente bisogno di affrontare una cosa alla volta, ed invece ho preso le mie decisioni e mio padre poi è morto, e tutto è accelerato in un vortice ed io mi sentivo sotto pressione, c'era la ristrutturazione, poi la gravidanza di Jessica, il loro trasloco, la paura per Teddy...Oh, quanto mi è mancato Teddy. Dopo te, è la persona che mi è mancata maggiormente. E poi la storia di Zayn, e Liam che voleva chiedere a Sophia di sposarlo..ed a me sembrava di essere un pupazzo nelle mani di un burattinaio folle che mi faceva correre da una parte all'altra ininterrottamente..e la goccia che ha fatto traboccare il vaso è stata la tua bugia..la tua innocente bugia, detta a fin di bene, che mi ha distrutto tutta l'autostima che potevo avere.-
Louis soffriva, ma finalmente avere Harry davanti a parlare con lui di quello che era successo era come bere acqua ghiacciata dopo un giorno passato ad avere sete, quasi doloroso, ma necessario per sopravvivere.
Lo lasciò singhiozzare e calmarsi, senza dire nulla, dandogli la possibilità di spiegargli anche se si rendeva conto che per quante spiegazioni e scuse gli avrebbe offerto Harry, nulla avrebbe mai potuto cancellare quello che era successo.
-Mi sono sentito preso in giro. Avevi parlato con Liam di questa cosa, ed avevo la certezza che tu non capissi quanto mi aveva offeso il tuo gesto, anche se l'hai fatto per me, per evitare che dovessi trovarmi altri lavori..avevi parlato di questo a Liam, e lui a Niall, ed io ero all'oscuro. Mi sentivo trattato come un bambino. Mi sentivo inadatto. Mi sono sentito sminuito, e parlando con Liam ed il professor Lewis è venuto fuori..il discorso di Harvard-
-Quella è stata la cosa peggiore. Non solo mi hai lasciato, ma te ne sei andato completamente dalla nostra vita- lo interruppe Louis, con un senso di oppressione al petto al ricordo.
-Loro però li ho sentiti..- si lasciò sfuggire Harry.
-So che li sentivi, ma ero talmente..talmente distrutto che non avevo la forza di chiedere niente. Nessuno mai mi ha fatto tanto male quanto me ne hai fatto tu-
Harry versò altre lacrime.
-Non potevo accettarlo, Louis. Non ho mai voluto vivere a tue spese. Non ho mai voluto pesare su di te-
-Ma devi imparare a lasciare che gli altri ti aiutino.Devi imparare ad accettare aiuto. Era solo quello lo scopo di quel fottutissimo conto. Aiutarti. Sei irragionevole su alcuni argomenti-
-Avresti dovuto accettarlo, però. Se mi avessi messo di fronte a tutte le spese, mi sarei reso conto che non sarei riuscito a farvi fronte e avremmo trovato una soluzione-
-Parli così a ragion veduta, ma ti assicuro che allora mi era sembrata l'unica soluzione per evitare che ti esaurissi in quel cazzo di mensa-
-Ed invece eccomi qui..indietro di un anno- svelò Harry.
-..Cosa?-
-Hai sentito. Harvard non ha mai accettato il mio trasferimento; ho frequentato da fuori corso, e non ho dato nessun esame valido. Sono tornato perché volevo salutare mia madre e volevo chiedere la riammissione qui. Ho sempre pagato le tasse..sono ancora iscritto-
-Lo so. Vedevo i movimenti bancari. Pensavo fossero per Harvard. Capisci, te ne sei andato lasciando tutto in sospeso, lasciandomi qui a raccogliere i cocci. Avresti dovuto affrontare la situazione da adulto, non scappare. Ma va bene. Sei solo un ragazzino. A volte bisogna sbatterci contro la testa, per capire. Comunque, il tuo colpo di testa mi ha spiazzato completamente, non me lo sarei mai aspettato da te-
- Io non sono impulsivo, Louis, quello sei tu. Ero esasperato, e avevo bisogno di una pausa-
-Cazzo. Una pausa di quattro mesi. Sei un tipo lento, Styles-
-Louis..mi dispiace che sia andata così. Davvero. Avrei dovuto ascoltarti-
-Ed io avrei dovuto fare le cose alla luce del sole, non piegarti al mio volere a tutti i costi.-
Si guardarono. Harry osservò con infinita pena quanto dimagrito fosse il suo ragazzo, quanto il viso fosse stanco ed invecchiato, e il suo istinto di prendersi cura di lui lo portò ad alzarsi e ad abbracciarlo, stringendogli la testa contro la sua pancia ed accarezzandogli i capelli. Ce n'erano alcuni di bianchi, incredibilmente, e decise di lasciare tutto alle spalle.
'Fanculo al mondo, lui voleva stare con Louis.

Avrebbero parlato ancora tante volte dell'accaduto, ma quello era il primo passo, finalmente, verso la stessa direzione che facevano consapevolmente.
Andarono a letto alle sei del mattino, con gli occhi pesti ed il cuore gonfio, sfiniti e finalmente con un briciolo di sollievo nel cuore.

Accadde una mattina...Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora