L'indomani Harry si recò al campus per la prima volta da studente.Era emozionato e felice, e perse tempo a guardarsi intorno, soprattutto osservando il marasma di persone. Il campus si era popolato; ora l'attività accademica sarebbe finalmente iniziata.
Seguì le prime lezioni senza praticamente rivolgere la parola a nessuno, troppo impegnato ad assorbire ogni novità, ogni dettaglio, assaporando la sensazione di essere, finalmente, nel posto giusto per realizzare i suoi sogni.
Sua madre lo chiamò all'ora di pranzo, e rimase a lungo al telefono con lei per raccontarle tutto. Poi messaggio' con Meggie ed Allyson, e sobbalzo' quando una tocco leggero sulla spalla lo interruppe.
Era uno dei responsabili della mensa.
-Styles, mi chiedevo se tu fossi ancora disponibile per lavorare in mensa, però per cena-
Harry era tentato di dire subito di sì, ma sapeva che avrebbe dato un dispiacere a Louis, per cui chiese maggiori dettagli.
-Si tratta di venire qui dalle sei alle nove, tre volte a settimana. So che non è molto, ma è sempre qualcosa, ed inoltre non ti occuperebbe tutte le sere-
-Ti faccio sapere domani, ok?Grazie- fece Harry, sperando che Louis non facesse troppe storie.
Stava di nuovo usando il cellulare per scrivere a Louis, quando Zayn si sedette all'improvviso al suo tavolino.
-Ehi, ciao matricola- lo apostrofò sorridendo.
-Ciao Zayn- rispose Harry, felice di vederlo. -Come mai qui?-
-Tesi- fece lui, indicando i fascicoli che teneva sotto braccio.
-Senti, ma il tuo amico, Mark..a che anno è?- indagò Harry.
-All'ultimo. Perché?-
-Mi chiedevo se..ecco..se mi avrebbe creato ancora problemi..ci terrei a stare tranquillo. Ma non per me, sai..per Louis. Lui se la prende come se fosse questione di vita o di morte-
-Gli ho parlato,sai? Sono abbastanza certo che non sia stato lui ad entrare in camera tua. Gli ho chiesto di lasciarti stare, comunque-
-Grazie- disse Harry, sollevato. Un problema di meno.
-Ora vado, mi incontro col prof tra poco. Ci si vede in giro. Ricordati le foto- lo salutò.
Harry gli fece un cenno, e si accorse solo ora che più di una persona lo stesse guardando, probabilmente a causa di Zayn, e decise di non curarsene.
Nei giorni a venire Zayn capitò sempre a salutarlo, ed Harry si rese conto poco a poco che il ragazzo lo stesse facendo per far capire che nessuno avrebbe dovuto infastidirlo. Ma questo lo avrebbe capito soltanto più tardi; ora come ora, pensava che fosse soltanto un gesto di gentilezza.
Un po' alla volta iniziò a riconoscere qualche compagno di corso, e ad instaurare un rapporto amichevole con loro, e tra le lezioni, lo studio, l'esame di teoria per scuola guida e il lavoro in mensa che alla fine Louis aveva accettato che facesse, le due settimane seguenti volarono quasi senza che se ne accorgesse.Nel frattempo, accompagnò Jessica a fare l'ultima ecografia. Niall era impegnato in un progetto che gli stava portando via tempo ed energie, ed aveva già preso ferie per il trasloco; aveva chiesto ad Harry di accompagnare Jessica per non gravare ulteriormente sul lavoro e poterlo concludere prima della nascita, prevista per i primi di dicembre dopo essere stata ridatata con la morfologica. Non voleva che andasse da sola, voleva che qualcuno fosse con lei, ed Harry aveva acconsentito di buon grado, sentendosi onorato che avessero chiesto a lui. Ormai era parte integrante del gruppo.
Quindi un giovedì pomeriggio alle due si recò con Jessica alla clinica presso la quale lavorava il suo ginecologo, dopo aver sopportato le proteste di Louis perché era uno dei giorni in cui avrebbe lavorato in mensa, quindi si sarebbero visti soltanto a tarda serata.
Entrarono, e Jessica si diresse sicura al bancone dell'accettazione, dove registrò la sua presenza e vennero indirizzati in una saletta d'attesa.
-Ehm, Jessica, sarà un'ecografia esterna, vero?- Chiese improvvisamente Harry, preoccupato.
La ragazza scosse la testa : -Ovvio che sì, stupido. Cosa credevi, che ti portassi a vedere quello che ormai non riesco più a vedermi io?!-
-Jessica!- La interruppe il ragazzo con le guance imporporate.
-A volte sembri un bambino. Pazzesco che tu ti senta in imbarazzo per cose così. Insomma, tu e Louis..-
Per fortuna il medico la chiamò, interrompendo misericordiosamente il momento.
Entrarono, ed il medico aggrotto' la fronte: -Lui non è il padre del bambino, vero?-
Jessica rise: -No, è un nostro caro amico che oggi mi accompagna-
-Mi sembrava infatti di ricordarlo diverso..Si stenda pure-
Harry osservò affascinato il pancione di Jessica. Non aveva mai avuto modo di vederlo finché era stesa, era proprio ingombrante e mancavano ancora un mese e mezzo. Non osava immaginare come sarebbe stata di lì a novembre.
Il medico cosparse di gel per ultrasuoni il ventre di Jessica ed appoggiò la sonda. Dopo i primi momenti di immagini confuse, comparve chiaramente un braccino, poi il medico si spostò per valutare gli organi interni, spiegando mano a mano le immagini. -Ecco il cuore-
Il rumore liquido e velocissimo fece venire le lacrime agli occhi di Harry. L'ecografista valutò la flussimetria, ed accennò al fatto che la placenta fosse leggermente "più vecchia" di quello che avrebbe dovuto essere. Jessica non sembrava sorpresa, per cui Harry pensò che l'avessero già notato in precedenza. Infatti anche il feto era leggermente più piccolo per l'età gestazionale, anche se perfettamente sano. Il medico propose di fare un controllo ecografico settimanale di lì in avanti, e valutare di volta in volta le condizioni di salute del bimbo e della placenta, per evitare che andasse in sofferenza.
Le notizie, dunque, non erano ottime, ma Jessica era abbastanza serena.
-Sono già a 30 settimane, per cui mal che vada nascerà in anticipo- commentò.
-Questo è lo spirito giusto. Brava- si complimentò il medico.
-Intanto, le faccio la prescrizione per andare a giorni alterni a fare i tracciati, ok? Un'ostetrica le farà la tocografia, cioè rileverà il battito del bimbo per un po' di tempo, perché quello è il nostro primo criterio per valutare la salute del nascituro. Ora, vuole svelare il sesso o meno?-
-Faccia pure- sorrise Jessica.
-Come lei già sa, diventerà mamma di un maschietto- disse il medico a beneficio di Harry - e nell'epoca prenatale, purtroppo, noi maschietti siamo meno resistenti rispetto alle femmine, soprattutto a livello polmonare. Ciò significa che un bimbo prematuro di sesso maschile va generalmente incontro a più problematiche rispetto ad una femmina. Perciò terremo sotto stretto controllo questo bel fusto fino a che non sarà perfettamente in grado di affrontare il mondo esterno, ok?-In auto, Harry e Jessica parlarono della cosa.
-Anche un mese fa, durante una ecografia estemporanea fatta durante la visita, mi aveva accennato a questo fatto della placenta. L'avevamo presa male, a dire il vero, eravo così nervosi per tutto il fatto del trasloco da fare..Ora sono più tranquilla. La casa c'è; mal che vada, siamo pronti- disse saggiamente la ragazza.Una settimana dopo, Louis ripropose una questione che gli stava particolarmente a cuore.
-Harry, quando hai intenzione di chiedere a tua madre di venire?-
-Pensavo per il Ringraziamento; tu dici che dovrei chiederglielo prima?-
-Come vuoi, amore, era solo per dire-
Louis era preoccupato. Aveva vissuto con Harry gran parte delle giornate, fino a che il ragazzo non aveva iniziato l'Università; ora si vedevano ovviamente molto meno, ma era certo che comunque Harry non avesse mai fatto una crisi, come era normale che fosse, per il lutto che aveva vissuto. Probabilmente, non lo aveva ancora del tutto affrontato.
Aveva parlato anche a Liam, chiedendogli di tenerlo d'occhio, e supponeva che Harry non fosse ancora mai andato in biblioteca a vedere il libro. Ed aveva ragione.
-Ora la chiamo e glielo accenno- decise Harry.
La madre di Harry era americana; si era trasferita in Inghilterra da giovane, ed aveva continuato la tradizione di festeggiare, ed il papà di Harry, nonostante il divorzio, aveva continuato a prendersi il giorno di ferie per trascorrere il pranzo con lei ed il figlio. Per cui Louis era maggiormente preoccupato per l'evento, avrebbe preferito che Harry non attendesse così a lungo prima di rivederla. Ma lo lasciò fare, non volendo forzarlo.Harry rimase a chiacchierare con la mamma per una buona mezz'ora, mentre Louis si affaccendava in giro per la cucina per preparare la cena.
Harry rientrò giusto in tempo per sentirlo imprecare verso la padella, che fumava sospettosamente di bruciato.
-Ma che hai fatto?!-
-Me la sono dimenticata sul fuoco-
-La presina! Non toccarla così!- lo bloccò Harry precipitosamente.
-Cazzo!-
Harry scoppiò a ridere di cuore, Louis era un vero disastro i cucina.
-Che cazzo ridi, aiutami!-
Harry si piegò dalle risate, incapace di respirare. Più rideva e più Louis si inviperiva, aumentando la sua ilarità.
Imcapace di parlare, lo guardò mettere la padella sotto l'acqua prima che riuscisse a bloccarlo.
La pentola ovviamente produsse uno sfrigolio fumoso che riempì le stanze di odore di bruciato e di nebbiolina grigia.
Louis guardava mestamente il disastro, mentre l'altro ormai era in ginocchio, con le lacrime.
-Sai Harry, sai essere proprio stronzo a volte-
-Ahahah scusami Louis...-Aprirono tutte le finestre per far uscire il fumo, ed Harry impostò una cena improvvisata a freddo.
Erano finalmente seduti a tavola, in procinto di mangiare, quando il telefono di Louis squillo'.
Louis aggrotto' la fronte, portandosi un boccone alla bocca, ma Harry lo spronò: -Rispondi, Lou, magari è un'urgenza-
E lo era davvero.
Era Niall: -Louis, a Jessica si sono rotte le acque, il liquido è tinto. Sono in ospedale-
-Vuoi che veniamo?-
-Si, per favore-
-Arriviamo-
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Accadde una mattina...
FanfictionHarry è un diciassettenne sognatore, che vede solo il buono delle persone e non vuole mai deludere nessuno. Alle prese con un tirocinio in uno studio veterinario, incontra Louis. Louis ha ventinove anni ed ha da poco aperto una piccola clinica per...