Quella notte, Louis non riusciva a dormire.
Avevano finito per far tardi, a casa di Niall, ed Harry si era addormentato in macchina, nonostante il tragitto fosse brevissimo. Anche Louis aveva preso sonno subito, una volta a casa; poi si era svegliato alle tre ed era rimasto quasi mezz'ora a guardare il soffitto, attento a non muoversi troppo per non svegliare Harry.
Mille pensieri lo assillavano. Alla fine si era alzato, con un senso di angoscia, ed era uscito in terrazzo per fumare una sigaretta.
Forse era stato troppo precipitoso come suo solito, nel dire quelle cose ad Harry. Forse era troppo presto pensare di frequentarsi. Forse era proprio da pazzi l'idea stessa di frequentarsi, perché Harry aveva solo diciassette anni, ben dodici in meno di lui. Per lui era forse la prima cotta, la prima volta che prendeva una sbandata; si sarebbe stancato una volta esaurito l'entusiasmo, e sarebbe giustamente passato oltre. Louis non era sicuro di sentirsi in grado di essere questo. La sua impulsività gli aveva fatto dire ad Harry che aveva gettato le preoccupazioni alle ortiche, ma in realtà le aveva ancora ben strette intorno al cuore. L'idea di andarci coi piedi di piombo era stata saggia, e poi l'aveva buttata al vento non appena aveva potuto. Aveva quasi trent'anni per niente.
L'aria fredda della notte, il frinire dei grilli (o erano cicale?Comunque erano estremamente rumorosi, e lui odiava gli insetti, paradossalmente per essere un veterinario), il caos nella sua mente, tutto quanto l'insieme gli creavano un senso di inquietudine, se non proprio di angoscia.
Come sempre, sobbalzo' col cuore in gola quando Harry gli arrivò di soppiatto alle spalle.
-Cristo, Harry! Vuoi farmi morire d'infarto?!-
-Scusa. È che eri così perso nei tuoi pensieri che non hai fatto caso a me; non volevo spaventarti-
Louis spense la sigaretta, consumata tra le sue dita senza che l'avesse fumata. Si era proprio estraniato per qualche minuto.
-Vuoi che ti lasci solo? Ti do' fastidio? Se vuoi dormo sul divano- propose Harry, a bassa voce.
-Ma no piccolo, non mi disturbi affatto. Torna a dormire, ti raggiungo tra poco. Perché ti sei svegliato?-
-Perché non c'eri-
Harry tornò dentro. Louis rimase a pensare a quell'ultima frase. Harry l'aveva collocato in un posto in primo piano, nel suo cuore. Su un piedistallo. Lo vedeva come un'eroe, che salva un cane in fin di vita. Chissà se sarebbe rimasto, una volta scoperti i suoi mille difetti, le sue ansie, la sua banale quotidianità. Chissà se sarebbe stato soltanto una meteora nella vita di Harry. Se crescendo, avrebbe saputo innamorarsi veramente di lui. Perché Louis ne era sicuro, lui era soltanto la prima cotta di Harry. E mentre l'altro non poteva che pensare a fare le sue esperienze, a crescere, Louis forse aveva bisogno di altro: le esperienze le aveva fatte, ora aveva bisogno di conferme, di progetti di stabilità.
Sentendo un peso sulle spalle, si costrinse comunque a rientrare per non far preoccupare Harry, che in effetti era sveglio ad aspettarlo.
Gli si stese a fianco.
-Cosa c'è, Louis?-
-Nulla. Torna a dormire-
Harry forse era troppo stanco, oppure la risposta sussurrata non gli permise di cogliere il dubbio nella voce di Louis; fatto sta che annuì e gli si accoccolo' vicino. Louis immerse il viso nei suoi ricci, respirando l'odore della sua pelle, che agì come un balsamo, come un calmante sulla sua inquietudine. Si consolò nel profumo di Harry e si riaddormentò.Il mattino dopo Louis si sentiva stanco, ma voleva che Harry sistemasse le sue cose.
Arrivarono al residence di buon'ora, ed entrarono nella camera devastata. Avevano già svuotato in precedenza la vasca e gettato via i libri, irrecuperabili, ed avevano raccolto diversi indumenti, ma il grosso era ancora da fare. Armati di sacchi neri e prodotti per la pulizia, osservarono per un momento l'insieme del danno.
-Forza. Diamoci dentro- disse Louis, con un sospiro.
Lavorarono fianco a fianco per un'oretta. L'anziana proprietaria venne due volte a controllare, e portò loro the e biscotti.
Harry era serio, vedere tutte le sue cose manipolate e messe in piazza gli dava fastidio, per non parlare della devastazione dei CD e dei libri. Louis cercò di sdrammatizzare l'atmosfera scherzandoci su, ma era arrabbiato pure lui per il disastro. Chiunque fosse stato, la doveva pagare.
Dopo un'altra ora che lavoravano arrivarono Liam e Niall. Harry alzò il viso e li vide sulla soglia, semplicemente. Non se lo aspettava e gli vennero le lacrime agli occhi.
I due ragazzi erano a bocca aperta di fronte al disastro.
-Cavolo, sembra passato un uragano- commentò Niall.
-Ragazzi, grazie. Non sapete quanto sia felice del vostro aiuto- riuscì a dire Harry, emozionato.
-Non ci pensare, Haz- replicò Liam, dandogli delle pacche fraterne sulla schiena.
-Dai, forza, diamoci da fare- esclamò Niall, rimboccandosi le maniche.
Harry era estremamente grato, felice e sollevato; per lui significava molto. Sentì di aver trovato degli amici, in qualche modo. Continuò il lavoro a cuore più leggero.
La mattinata passò così, con i tre ragazzi che gli chiedevano se voleva recuperare o meno qualcosa di poco danneggiato, o che gli facevano vedere gli oggetti irrimediabilmente rotti prima di gettarli nella spazzatura.
Fatto sta che verso mezzogiorno, quando il grosso delle cose rotte era in due sacchi neri in corridoio, fece la sua comparsa il vicino.
Harry non l'aveva ancora rivisto, e sinceramente non credeva che fosse stato lui l'esecutore di quello scempio. Cosa di cui invece era fermamente convinto Louis per partito preso.
Il vicino passò in corridoio, non potendo evitare di gettare un'occhiata dentro alla stanza di Harry, che si irrigidì. Louis colse il gesto e capì subito, alzandosi e raggiungendo velocemente il ragazzo, il quale si fermò sorpreso davanti alla sua porta.
Louis era di statura media, magro e moderatamente muscoloso, ma l'espressione che aveva in viso fece indietreggiare il ragazzo.
-Ti sei divertito con le cose di Harry?- Lo apostrofò.
-Che cazzo vuoi. Non sono stato io- si difese lui.
-Certo, come no. Lo chiudi fuori in asciugamano e lo insulti, e poi non sei stato tu ad entrare in camera sua mentre non c'era. Certo, ti credo proprio- ironizzò Louis. Nel frattempo gli altri ragazzi erano usciti in corridoio, per spalleggiare l'amico. Il ragazzo impallidì, pensando che volessero fargli del male, e tentò di rifugiarsi in camera. Ma fu Liam, inaspettatamente, a bloccarlo.
-Se non sei stato tu, non hai nulla da temere. Se invece tu sapessi qualcosa, o fossi implicato in questa bastardata, sappi che potresti avere la vita difficile, d'ora in poi. Sono finiti i tempi in cui Harry ti lasciava insultarlo impunemente. Lui è buono e paziente. Noi tre no-
Il ragazzo, con la paura negli occhi, valutò il fisico da palestrato di Liam, che lo sovrastava tenendolo per un braccio, e decise di non rispondere alla provocazione.
-Ti ripeto che non so nulla- si limitò a dire in tono incerto.
-Bene. Meglio per te.- Commentò Niall. Harry era dietro a tutti loro, e lo sguardo carico d'odio che il ragazzo gli rivolse lo fece rabbrividire.
-Ora lasciatemi in pace- disse, strattonando via il braccio dalla presa di Liam.
-Certo. Tu lascia in pace Harry, e noi lasceremo in pace te- lo consigliò Liam.
Il ragazzo non rispose, aprì in fretta la porta e se la richiuse alle spalle.
-Grazie, ragazzi- disse Louis. E senza che nessuno aggiungesse altro, tornarono verso la camera.
Harry era sorpreso dalla loro veemenza; non avevano prove che fosse opera di quel ragazzo, e la loro reazione gli parve esagerata. Era felice che si fossero schierati per lui, e sicuramente sollevato di non dover più sopportare il disprezzo verbale del vicino, ma anche un po' intimorito. Facevano sul serio.
Alla fine, la tappezzeria era irrimediabilmente danneggiata, così come le tende ed una lampada. Ma la proprietaria non voleva farsi rimborsare il danno da Harry, che insisteva.
-Quando troveranno i responsabili, pagheranno loro. Ti non ne hai colpa, caro- concluse, lasciando stupito e commosso il ragazzo. Era circondato da anime buone.
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Accadde una mattina...
FanfictionHarry è un diciassettenne sognatore, che vede solo il buono delle persone e non vuole mai deludere nessuno. Alle prese con un tirocinio in uno studio veterinario, incontra Louis. Louis ha ventinove anni ed ha da poco aperto una piccola clinica per...