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-Ma dove eravate finiti voi due?!- Indagò sospettosa Jessica.
-Fidati, non lo vuoi sapere realmente- fu la risposta con tanto di occhiolino di Louis.
-Ok, non aggiungere altro. Volevo salutarvi, Teddy è crollato mezz'oretta fa ed ora lo porto a casa. Potreste dare voi un passaggio a Niall, per favore?-
-Ma certo, nessun problema. Vuoi che ti accompagni io?- Chiese premuroso Harry.
-No grazie tesoro, Niall è meglio che non guidi, porto io a casa l'auto. Grazie ragazzi, buonanotte-
Due ore più tardi era praticamente mattino presto, e i ragazzi si decisero a levare le tende.
-Andiamo a salutare Liam- propose Louis ad un Niall parzialmente ripreso dalla sbornia.
-Amico, direi di lasciarli per conto loro- commentò il biondo indicandoglieli.
I due erano al centro della pista, sotto al gazebo vuoto, che ballavano "Thinking out loud" di Sheeran suonato solo per loro dalla band, mentre gli addetti iniziavano a smontare l'allestimento.
-Ma che teneri..- si lasciò sfuggire Harry, trovandoli adorabili.
Rimasero in disparte per non disturbarli; quando la canzone finì, la band ed i tre amici fecero un piccolo applauso agli sposini mentre Liam baciava la mano di Sophia.
I due neosposi si avvicinarono agli amici; erano su un'altra dimensione. Non li avevano mai visti così felici; i ragazzi li ringraziarono per la bellissima festa, e Liam rispose: -Ed io ringrazio i miei testimoni ed un mio carissimo amico per la vostra presenza, non sarebbe stato la stessa cosa senza di voi. Grazie. Per me, lo sapete, siete come fratelli-
-Ehi, che sdolcinato che sei Payne- lo prese in giro Niall, coinvolgendo i presenti in abbraccio collettivo, sposa compresa.
-Ora mi raccomando, la priorità è dare un cuginetto a Teddy- scherzò Louis.
-Ogni cosa a suo tempo- fu la sibillina risposta di Sophia, mentre il marito diceva: -Prima dovete sposarvi anche voi, così mi posso vendicare di tutte le diavolerie che mi avete combinato oggi-
-Ehi ehi, piano! Ci hai chiesto tu di farti da testimoni- mise le mani avanti Niall, facendoli ridere tutti. Louis fece un sorriso dolce ad Harry, custodendo un loro piccolo segreto.
-Ehi, mi raccomando voi due in Spagna, fate i bravi- li apostrofò Liam.
-Non preoccuparti Liam, lo tengo d'occhio- scherzò Harry ai danni del fidanzato, che protestò.

Due giorni dopo, Louis ed Harry partirono per Barcellona. Era la loro prima vacanza insieme.

-Barcellona-

I ragazzi erano innamorati delle ramblas e del quartiere di Gaudí. Harry era estasiato.Ci si sarebbe trasferito seduta stante; avrebbe passato ore dentro al mercato della Boqueria solo per scattare un altro milione di foto, e si fermava immancabilmente davanti ad ogni artista di strada che popolava la via degli artisti.
Louis era prosaicamente attratto dalla cucina, dalle tapas, dalla movida notturna, li trovava assolutamente fantastici.
Quel mattino avevano visitato l'immancabile Sagrada Familia, e nel pomeriggio decisero di fare un salto all'acquario, tacitamente d'accordo di trovare un momento di refrigerio dall'afa che incombeva sulla città.
Dentro, era quasi freddo; stranamente non c'era molta gente, e si poterono fermare davanti agli acquari in tutta calma. L'atmosfera era incantata, c'era una quiete che i ragazzi apprezzarono dopo la luce ed il sole del mattino.
Fu davanti alla vasca degli squali che Harry si lanciò.
-Louis..ti devo confessare una cosa- esordì, col cuore fastidiosamente al galoppo.
-Dimmi, amore-
-Uhm..non ti ho detto nulla, e spero non ti offenderai..ma non ci credevo nemmeno io..-
Louis si girò a guardarlo negli occhi, fissandolo con quelle iridi azzurre che sembravano ancora più celesti col riflesso dell'acquario.
-Io..ho mandato delle domande di presentazione. Me l'ha consigliato Lewis. Per tastare il terreno, non seriamente...-
-Harry, arriva al punto, perché mi stai innervosendo-
-Ok. Tu sai quale sia il mio sogno..-
-Scrivere canzoni-
-Uhm..già.. quindi ho mandato questa domanda ad alcune case discografiche, non attendendomi assolutamente nulla...-
-Harry, ti hanno accettato?-
-...New York.-
Il cuore di Louis cascò a terra. Lui annuì, scioccato.
-Ma Louis, non ho intenzione di trasferirmi. Stai tranquillo. Era soltanto..soltanto..-
-Ma perché non me l'hai detto, Harry?-
-..Avevo paura che ti arrabbiassi-
-Ma perché?! È il tuo futuro, il tuo sogno. Lo sapevamo dall'inizio. Da quando mi hai detto che mon ti interessava il mio campo, da quando hai composto la nostra poesia-
-È proprio questo, il motivo per cui ora sicuramente ti arrabbierai, non è questo il punto...-
-Cos...?!-Louis non ci capiva più nulla.
-Nella presentazione ho allegato la nostra poesia, che poi è una canzone senza melodia, giusto?..- Blatero' Harry, apparentemente senza senso.
Louis lo guardava, senza saper bene cosa aspettarsi.
-Louis..mi hanno chiesto di poterla utilizzare.-
-Harry, ricomincia da capo perché non ho capito un cazzo-
Harry sospirò.
-Allora. Ad aprile Lewis mi ha incoraggiato a presentare delle domande ad alcune case discografiche e ad alcune case editrici. Una casa discografica americana mi ha risposto, incredibilmente, proponendomi di comprare i diritti sul testo della nostra poesia, offrendomi una collaborazione con loro una volta laureato..-
-Porca puttana- esclamò Louis, realizzando. -Seriamente?-
Harry annuì.
-E quanto ti pagano?-
-Louis..ho rifiutato di vendere i diritti-
Louis si passò una mano sul viso, sentendosi improvvisamente al punto di saturazione. Si sedette sul divanetto; Harry rimase in piedi davanti a lui.
-Non potevo vendergliela, Lou. È la nostra poesia.-
Louis sentì un groppo in gola, e scosse la testa, incredulo.
-Sei arrabbiato?-
-Cosa? Harry, no, ovvio che non sono arrabbiato amore. Vieni qui-
Il ragazzo gli si rifugiò tra le braccia.
-Sono solo frastornato, ok? Soprattutto, mi spiace che tu non me l'abbia detto-
-Pensavo non avesse importanza-
-Niente di quello che ti riguarda non ha importanza, ok? Tu sai tutto di me, Harry. Da quella volta che mi hai lasciato, ho imparato ad essere sincero-
Harry rabbrividi', non menzionavano volentieri quel periodo oscuro della loro vita, saturo di brutti ricordi.
-Lou..tu per me sei la priorità. Sempre- gli garantì Harry.
-Lo so, amore. Ma devi anche realizzare i tuoi sogni. Io voglio che tu sia felice e soddisfatto-
-Io lo sono vicino a te-
-Sì, ma dobbiamo fare in modo che tu raggiunga i tuoi obiettivi, e sono molto orgoglioso che anche altri apprezzino la tua enorme creatività letteraria-
-Grazie, Lou. Comunque, se ne parla l'anno prossimo.-
-Per curiosità, quanto ti avrebbero pagato per la canzone?-
-Non te lo dico, Lou-
-Ok, non voglio saperlo- decise il veterinario, sopraffatto.
-Se dopo la laurea dovrai trasferirti a New York, progetteremo insieme il futuro. Faremo i pendolari, o ci organizzeremo, in qualche modo faremo Harry. Ok?-
-Ok. Ti amo, Lou-
-Ti amo anch'io, Harry.-
Si baciarono; poi Louis gli chiese :-Sei certo di volerlo fare, la settimana prossima?-
-Sì, assolutamente.-
-Nessuno ci obbliga, amore, lo sai no?-
-Louis, te l'ho già detto. Sono sicuro-
-È che l'ultima volta che ti ho spinto a fare qualcosa, mi hai lasciato, e sono in apprensione-
-Non mi sento assolutamente spinto, Lou. Questa volta sono pienamente consapevole. Ne sono certo.-
-Ora dai, andiamo avanti o ci chiuderanno dentro-
Si alzarono, mano nella mano, ed entrarono nel tunnel di vetro che passava sul fondo della vasca, dimenticando tutti i loro discorsi, restando soltanto con una quieta felicità nel cuore e la meraviglia negli occhi.

-Una settimana dopo, a casa-

Senza dire nulla a nessuno, avevano preso appuntamento col funzionario comunale. Si presentarono davanti al sindaco, con l'usciere ed un portinaio come testimoni, e firmarono i registri. Louis era emozionato e felice, ed incredulo, ed innamorato. Guardò Harry apporre le firme, cambiando definitivamente il loro stato famiglia.
Una volta fatto, i presenti fecero loro le congratulazioni, ed i ragazzi uscirono dagli uffici con un impegno scritto non solo nel cuore, ma anche ufficialmente.

-Niall e Liam si offenderanno a morte, quando lo sapranno- si preoccupò Harry.
-Non credo. Quando ti sarai laureato, faremo le cose in grande, e si rifaranno. Per ora, intanto, siamo tranquilli agli occhi dello Stato.-

Tutto era nato perché Louis era stato male, in giugno.
Aveva avuto una colica renale, ed Harry lo aveva portato di gran carriera al pronto soccorso.
Lì, stupefatto, si era visto chiudere le porte in faccia perché ufficialmente lui non era nessuno, per Louis: non era un parente. Aveva dovuto aspettare fuori, chiamando i genitori di Louis ed i ragazzi, odiando il fatto di non poter assistere il suo fidanzato.
Una volta risolto l'episodio acuto, mentre era steso a letto e pallido come il lenzuolo su cui era appoggiato, Louis gli aveva detto:-Sposiamoci.-
Harry lo aveva guardato, sorpreso, ma non del tutto.
-Solo in comune. Facciamolo per salvaguardarci come coppia. Più avanti, faremo le cose per bene. Ma io ti voglio al mio fianco, sempre-
-Va bene- aveva acconsentito lui.

Ed ora erano lì, senza anello al dito, ma con un senso di quieta felicità nel cuore.
-Ed ora, al negozio.-
Camminarono mano nella mano fino al negozio di tatuaggi.
E ne uscirono con due di nuovi, con un significato segreto, solo loro, anche se sotto agli occhi di tutti.
-Siamo due pazzi- rise Harry, ancora incredulo, mentre guardava la benda sul suo braccio.
-Avevi ancora dubbi?-

Accadde una mattina...Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora