capitolo 13-Confessioni d'amore

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Nel frattempo...

>Kim Taehyung
>Sono giù, ti sto aspettando<

>Come sei giù? Ma ti avevo detto che sarei venuto io?<

>

Kim Taehyung
>Non ti avrei mai permesso di prendere i mezzi<

>Sei il solito testardo<

>Avrei preso la mia macchina<

>Kim Taehyung
>Quella puoi usarla la prossima volta che usciamo, mi porti da qualche parte magari<

>Fai troppe pretese tu<


>

Kim Taehyung
>Hai ragione, ne faccio tante in effetti. Sbrigati.

Gestire Taehyung era come gestire un bambino di cinque anni alla fiera del cartone animato che guarda ogni cosa che ha intorno con l'innocenza e lo stupore negli occhi e che pretende dai propri genitori, in questo caso da Jungkook, di poter ottenere tutto quello che guarda e con tutto quello che guarda si intende: le luci, i colori, i fuochi d'artificio, i cosplayer che imitano un personaggio così bene da farlo sembrare reale...Taehyung era così. Aveva sempre questo strano entusiasmo contagioso e Jungkook non si sentiva di dire che gli desse fastidio, tutt'altro, iniziava a piacergli e piacergli tanto.

«Ciao» gli disse appena entrò in macchina

«Quattro minuti...» rispose il maggiore osservando l'orologio elettronico della sua auto

«Quattro minuti?»

«E' il tempo che ci hai messo per scendere due rampe di scale Jungkook»

«Per tua informazione sono quattro, abito al secondo piano» precisò

«Ci metti un minuto a scala?» chiese allora il corvino ridacchiando «che lento...»

«Ma che...No, dovevo mettermi le scarpe ancora e poi-Ahh Taehyungiee-lo riprese utilizzando ingenuamente quel nomignolo che scaldava il cuore del maggiore se detto da lui-non è colpa mia se fino a quattro minuti fa credevo che sarei venuto da solo»

«Credevi male, sono passato prima a prenderti una cosa e poi sono venuto qui»

A quella frase Jungkook si accigliò confuso

«A prendermi una cosa? Cosa?»

«Un piccolo regalo, passavo per il centro e ho visto delle cose che mi piacevano»

Le labbra di Jungkook si schiusero e il suo sguardò volse verso il basso, ci mise qualche secondo a capire dove volesse andare a parare, si voltò verso i sedili posteriori e riconobbe una busta di carta bianca con il nome di un negozio di guardaroba maschile che conosceva si, ma dove neanche si preoccupava di entrare sapendo che non avrebbe mai potuto permettersi nulla.

«Taehyung che cosa significa? Perchè hai fatto una cosa del genere?»

Apprezzava il gesto, era un bel gesto per carità ma si sentiva ancora peggio così, come faceva a volergli fare del male sapendo tutto ciò che stava facendo senza neanche che fosse lui a chiederglielo.

«Ero in centro per il regalo di Jimin, ho visto queste cose e ti ho pensato semplicemente, non sono uno che fa regali solo ai compleanni, mi sentivo di farlo, ti ho pensato e l'ho fatto»

Eccome se aveva pensato a lui, quei vestiti sul manichino erano stati capaci di apparire nella sua mente addosso al moro. Aveva comprato per lui dei jeans stretti e attillati che sapeva bene avrebbero accentuato i suoi fianchi e la sua vita stretta e al di sopra una camicia scura di seta con dei dettagli decorativi chiari.

EVERYTHING WILL BE OKAY-vkookDove le storie prendono vita. Scoprilo ora