capitolo 25-Haengsyo: Sii felice

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Convincersi a rialzarsi dopo quei minuti interminabili passati con il loro nuovo passatempo preferito fu un’impresa ardua, soprattutto perchè, prima di andare a quella cena Jungkook sarebbe dovuto passare del suo ufficio con la speranza che il suo capo non gli dicesse altro riguardo il rovinare e sabotare crudelmente Taehyung, il suo Taehyung, colui che era diventato l’acqua per il suo corpo assetato dalla vita. Lui non voleva ferirlo e, mentre lo guardava e lo accarezzava come se fosse la cosa più preziosa al mondo, Jungkook si ripeteva in testa che avrebbe  trovato la soluzione, lui non voleva e non poteva rovinare l’unica persona che stava rendendo luminosa la sua vita.

«Mi mandi un messaggio quando arrivi in ufficio?» domandò il maggiore preoccupato

«Inizio a pensare che temi che mi rapiscano ma se mi fai accompagnare fin sotto il lavoro non credo possa accadermi nulla» gli rispose sorridendo

«Non è per questo…Semplicemente è che vorrei sentirti, sapere di te quanto più mi permetti» 

«Allora ti scriverò–sorrise il minore–Però ti prego, vienimi tu a prendere stasera, non sopporterei di vedere di nuovo l’autista ad aspettarmi fuori come un riccone che non sono»

«Certo che ti vengo a prendere, ho quasi finito, guardo le tue foto per la campagna, scelgo quali mandare in stampa per la pubblicità e quali per me–sorrise–e poi potrò raggiungerti»

«E se c’è qualcuna in cui non mi piaccio come faccio a sapere se saprai scegliere bene?»

«E’ impossibile che ci siano foto brutte Kook, è di te che stiamo parlando–sorrise–Sarà difficile per me scegliere»

«Me le mandi poi?»

«Vuoi le foto della campagna in anteprima? Sono segrete, non si possono mandare a nessuno» ironizzò Taehyung

«Ma, il soggetto di quelle foto sono sempre io, ne ho il diritto»

«Non lo so, parlane con l’art director e poi vediamo» scherzò il maggiore ridacchiando e avendo in risposta uno schiaffo sulla spalla da Jungkook che di leggero aveva ben poco. «Ahia fai male!»

«Sarà meglio se dopo mi mandi le foto»

«Se mi andrà si, tu ora pensa ad arrivare in ufficio, sei già in ritardo»

«Okay si, ti aspetto alle otto fuori»

«Alle otto meno un minuto mi troverai già lì» gli sorrise il maggiore per poi unire le loro labbra in un bacio che sapeva tanto di “ci vediamo presto” per poi lasciarlo andare e guardarlo mentre attraversava la porta.

«Alle otto meno un minuto mi troverai già lì» gli sorrise il maggiore per poi unire le loro labbra in un bacio che sapeva tanto di “ci vediamo presto” per poi lasciarlo andare e guardarlo mentre attraversava la porta

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Il viaggio in macchina per Jungkook fu un momento particolarmente imbarazzante, ma non l’avrebbe potuto definire brutto. Era sicuro che Taehyung avesse fatto riferire all’autista qualche minaccia di licenziarlo se non si fosse comportato in maniera esemplare con lui ma, per uno che aveva da sempre vissuto in povertà, era già parecchio assurdo l’idea di avere un autista, figuriamoci di sentirlo chiedere ogni manciata di minuti se il sedile fosse abbastanza comodo, l’aria calda in macchina si sentisse, se desiderasse ascoltare della musica o bere qualcosa. Si ricordò improvvisamente che a breve gli sarebbe scaduto l’abbonamento della metropolitana e per un breve istante gli venne da ridere al pensiero che in poco tempo era passato da un sudicio mezzo pubblico a viaggiare nell’auto aziendale del suo…fidanzato, sì.

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