"Finirà anche la notte più buia e sorgerà il sole."
Victor Hugo
La vera domanda sarebbe stata...quando?
Sarebbero serviti anni di ricerca per trovare il termine esatto per spiegare cosa stava vivendo Jungkook in quel momento, mentre camminava dritto per le strade di Seoul. Mani in tasca, gambe tremanti, occhi vaghi, persi, che si guardavano intorno spaesati, alla ricerca di qualcosa, alla ricerca del proprio sè.
Vagava...vagava come un ladro in fuga, confuso, perso...Sì, confuso, non capiva come...
Come si era ridotto così? Cos'aveva fatto? Perchè lo aveva fatto? Jungkook? Jungkook era stato in grado di fare una cosa del genere a Taehyung? Al suo Taehyung? Alla persona più buona, più dolce, più splendente di tutto l'universo? A Taehyung, lo stesso Taehyung che si era fidato di lui? Taehyung che gli aveva lasciato una chiave che avrebbe preferito ingerire pur di dare a qualcun altro al di fuori della sua stimata segretaria? Gli tremavano le mani, era confuso e non capiva, perchè il suo cervello gli aveva detto di fare una cosa simile? Era forse impazzito? Ora le voci del padre di Taehyung erano andate via dalla sua testa e anche quelle di Hoseok e di Min, ma allora perchè si sentiva più confuso di prima?
Le aveva messe a tacere...
Aveva appena confermato come il padre di Taehyung avesse ragione nell'additarlo come buon a nulla: lo era.
Aveva eliminato la concorrenza, ora avrebbero vinto sicuramente e Hoseok sarebbe stato felice, lui avrebbe aiutato la sorella e lui non si sarebbe sentito più in dovere di salvare qualcuno.
Aveva soppresso le voci di Min...le continue, insistenti, devastanti, lamentose, orride e pesanti voci del suo capo, di quel mostro che lo manipolava sin dall'inizio per ottenere quello che aveva appena compiuto.
E ora...Ora era Taehyung ad urlare nella sua testa, erano i momenti passati con lui, le sue carezze, i suoi baci, la sua fiducia, i suoi tocchi, le sue dita, i suoi occhi, le sue parole gentili...Erano state loro, era grazie a quelle parole, alla sua voce bassa, alla pace che emanava se Jungkook non aveva più richiesto il bonus psicologico.
Taehyung era la cura alla sua ansia e lui aveva permesso ugualmente a questa di intervenire e di distruggere ogni cosa. Di portarsi via tutto, di portarsi via la sua luce, la sua pace e il suo cuore, perchè ora Jungkook lo sapeva, sapeva cosa sarebbe successo, Taehyung lo avrebbe lasciato sì, si sarebbero lasciati perchè lui aveva tradito la sua fiducia, lui aveva rotto ogni cosa, lui e la sua stupida ansia, lui e la sua stupida testa. Aveva appena perso la sua pace. Aveva perso tutto.«Che cosa ho fatto?» si domandò «No, no, no!» si voltò per capire quanta strada avesse percorso, aveva bisogno di Taehyung, aveva bisogno di vederlo, di vederlo fisicamente, doveva-
«Attento a dove cammini imbecille!» si sentì dire da un uomo di mezza età con cui si scontrò
«S-scusa io» doveva vederlo, doveva capire che stavano ancora insieme. Taehyung era il suo punto fermo.
In quel momento stava girando tutto.
«Non è presto per drogarsi?!» sentì dire sarcasticamente da un altro.
Jungkook si sentiva malissimo , aveva le vertigini, vedeva il mondo girare e la sua testa sembrava stesse tirandogli un brutto scherzo perchè apriva gli occhi e l'unica cosa che riusciva a scorgere era la faccia di Taehyung che lo guardava deluso, deluso da lui. Aveva appena deluso l'unica persona che gli aveva sempre dimostrato di avere fiducia in lui.
«Si sente bene Ajossi?» fu la voce di una bambina stavolta
«Cosa? Gira tutto, fa male, sta urlando! Fallo smettere! Fallo smettere!» urlò, si accasciò per strada e si portò le braccia sulle orecchie
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EVERYTHING WILL BE OKAY-vkook
Fanfiction"Cosa scegli Jungkook? L'amore o la carriera? Pensaci bene perché il primo è crudele e ti ha già fatto male una volta quando non avevi nulla da perdere, adesso invece la posta in ballo è più alta del previsto." Jeon Jungkook, trasferitosi a Seoul do...