capitolo 37-Sei metri sotto terra

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Our love is six feet under
I can’t help but wonder
If our grave was watered by the rain
Would roses bloom?
Could roses bloom again?







Tre giorni dopo, la situazione era rimasta la stessa. Taehyung era tornato in ufficio e nessuno dei suoi dipendenti gli aveva rivolto la parola, un solo nuovo stagista si era degnato di dire l’unica frase che non avrebbe voluto sentire: «Sono tremendamente dispiaciuto per la perdita della nostra azienda, sono nuovo ma ne stanno parlando tutti qui e quindi ne sono venuto a conoscienza»

Sospirò pesantemente e annuì liquidandolo. Nessuno aveva il coraggio di parlargli ma sembrava tutti fossero bravi a commentare l’accaduto dietro alle sue spalle.

«Lo ignori, non conosce ancora il suo posto nell’azienda» lo avvertì Litz

«Perchè dovrei? E’ l’unico sincero dopo di te Litz, almeno in ambito lavorativo»

«Spero anche nella realtà signor Kim»

«Certamente» gli sorrise amabilmente andando con lei verso il suo ufficio, entrò e si tolse il cappotto «E’ venuto di nuovo qui?» le chiese guardando la scrivania con un nuovo post it giallo che riportava la frase “Jeon Jungkook chiede di incontrarla”, l’ennesimo biglietto che accartocciò e buttò nel cestino.

«Ieri ha chiesto dove fosse ad una dipendente ma lei era con i clienti di quella compagnia tedesca e per questo per mandarlo via abbiamo detto che vi avremmo avvisati con un biglietto, oggi bè, è arrivato in ritardo e lui è andato via poco fa, l’ha aspettato in sala d’attesa finchè Lauren ha aperto la porta del suo studio mostrandogli che fosse vuoto»

«Cosa, cosa, cosa? Aspetta frena» alzò lo sguardo verso di lei irritato «Che vuol dire che Lauren gli ha mostrato il mio ufficio? Mi sembra che oltre me solo tu abbia le chiavi Litz, quante altre persone possono entrare?»

«E’ stato un colpo di fortuna, sta mattina mi ha chiamato per chiedermi di fotocopiare il contratto sulla sua scrivania e ammetto di aver dimenticato di chiudere a chiave la porta quando sono uscita ma sono stata via solo per pochi minuti»

«Ho capito» sospirò «Litz stai pi attenta, d’ora in poi nessuno potrà entrare qui in mia assenza se non tu»

«D’accordo signor Kim»

«E avvisa le guardie in portineria…»

«Di cosa?»

«Di non farlo più entrare qui, di sbattere fuori Jungkook se dovesse ripresentarsi» disse freddamente «Non lo voglio più qui»

«Ma signor Kim, è sicuro? Non era dello stesso avviso la scorsa settimana»

«Si cambia mentalità in fretta, sarà la nuova aria» suppose «Dopo quello che ha fatto alla mia azienda è il minimo che io possa fare, tenetelo lontano»

«Non sarebbe meglio se…?»

«Litz…» la interruppe

«Cosa?»

Le indicò la porta con il cenno del capo  «Al lavoro. Adesso.»

«Va bene signor Kim» rispose annuendo e avvicinandosi alla porta «Ah guardi anche il post it verde»

Taehyung spostò lo sguardo verso il punto che le stava indicando Litz, proprio vicino al telefono aziendale scritto in stampatello con il nero  “CHIAMARE KIM NAMJOON”.

«Nam?»

«Sì, ha chiamato in ufficio poco fa, ha detto che il suo telefono personale è staccato e non riusciva a rintracciarla»

EVERYTHING WILL BE OKAY-vkookDove le storie prendono vita. Scoprilo ora