capitolo 33-Smarrimento

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Insidiose, coinvolgenti, amare, silenziose, salate e luminose come le gocce di rugiada sugli steli delle piante, inarrestabili come le onde del mare, dolorose come succo di limone su una ferita aperta…Jungkook versava lacrime. Correva verso il suo ufficio a piedi, aveva bisogno di aria, aveva bisogno di ossigeno sentiva di non riuscire più a respirare, piangeva e ripensava alle parole del padre di Taehyung in ufficio, “Adesso te la fai con gli straccioni?”, “quel poveraccio che ti porti al letto”, “Uno che non vale niente”, “Uno che ti porterà dei problemi”.

Rise istericamente ricordando ogni appellativo. Rise continuando a piangere.

Non si aspettava di ricevere tanto astio, ma soprattutto, non si aspettava la reazione quasi nulla e inesistente di Taehyung. Evidentemente concordava con il padre mentalmente, per quanto potesse tenerci a lui, magari condivideva lo stesso pensiero.
Questa possibilità lo stava logorando dentro. Lui sapeva di essere un buon a nulla, sapeva di non essere abbastanza ma faceva molto più male sapere che fosse proprio Taehyung a pensare quelle cose.

Sentiva l’esigenza di sparire, di sparire per Taehyung in quel momento, la sua testa diceva che doveva tenerlo lontano, era meglio per se stesso…Si sarebbe sentito meglio lui.

Arrivato negli uffici di Min, con ancora le lacrime agli occhi, cercò di scrivere un messaggio a Taehyung per avvisarlo solo di essere arrivato rispondendo ai suoi numerosi messaggi. Si rese conto che, a causa delle lacrime, fece errori di battitura e pregò che Taehyung non si facesse troppe domande. Ugualmente era in ritardo quindi rimise il telefono in tasca ma non fece in tempo a far sparire anche le lacrime perchè si scontrò subito con Hoseok, distratto come sempre, o forse stavolta lo erano in due.

«Jungkook!» sorrise «Sei tornato finalme-» il suo sguardo divenne perplesso alla vista delle lacrime che il moro cercava di cancellare miseramente «Che succede? Kookie!» lo chiamò preoccupato Hoseok

«Ho tanto freddo Hobi» sussurrò in risposta. Hoseok gli portò una mano sulla fronte istintivamente e come immaginava, era bollente. «Jungkook Dio…tu scotti, ti sarà salita la febbre, dovevi rimanere a casa»

«Dobbiamo lavorare» sussurrò abbassando lo sguardo

«Si certo ma a quale prezzo se stai così?» sospirò Hoseok per poi portare una mano sulla sua schiena «Stavo andando in caffetteria per prendere qualcosa di caldo, fuori si gela, vieni con me così ti riprendi un attimo e poi vado a chiedere a Min se possiamo lavorare da casa, non so, magari da casa tua così puoi metterti nel letto al caldo»

Jungkook annuì e si appoggiò a lui seguendolo verso la caffetteria della Keystone. Non riusciva a spiegarsi il motivo per cui si stesse sentendo così debole, probabilmente era semplice febbre come diceva il suo collega, ma lui sentiva altro, una fitta al cuore che gli mandava scariche elettriche in ogni parte del corpo facendolo visibilmente tremare.

«Eccoci, siediti qui» disse Hoseok spostandogli una sedia per farlo accomodare e Jungkook lo fece, quasi come non avesse altra scelta. «Allora, ti prendo un cappuccino? Un espresso? Un thè caldo? Cosa preferisci?»

Hoseok lo guardava interrogativo ma il suo sguardo era totalmente unilaterale. Jungkook sembrava perso…smarrito.

Smarriménto s. m. [der. di smarrire].–Ottenebramento più o meno prolungato della coscienza o della lucidità mentale: stato più o meno lungo di confusione mentale e turbamento, dovuto a stupore improvviso, timore, dolore, angoscia.

Era stupore il suo? Turbamento? O più angoscia quella che gli stava logorando l’anima?

«Jungkook?» lo richiamò Hoseok, quasi risvegliandolo da quella confusione.

EVERYTHING WILL BE OKAY-vkookDove le storie prendono vita. Scoprilo ora