capitolo 43-Ti amo ancora

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Sappi che sceglierei te, sceglierei te mille volte, che fosse per me sarei già lì ad abbracciarti per tutta la notte o per tutta la vita.

-Charles Bukowski






Taehyung stava ancora baciando Jungkook all'interno di un escape room, come Jungkook stava ancora ricambiando quell'effusione all'interno di quel posto lugubre. Eppure, la bolla dentro cui si erano rinchiusi li stava isolando da qualsiasi cosa non fossero i loro ansimi, il fondersi delle loro lingue, la fame delle loro mani che cercavano di continuo il contatto assetate di una disperata mancanza. Quel bacio fu il reincontro dei loro cuori, fu il loro ritrovarsi in quella sottile dichiarazione d'amore. Fu un bacio passionale, dolce, un momento magico tra loro, sarebbe rimasto per sempre nei loro ricordi più belli...se solo non fosse stato per una parola mal trattenuta dal maggiore che, staccandosi leggermente dal bacio gli sussurrò contro le labbra: «Scusami...»

«Mh?» chiese Jungkook ancora stordito

«Non volevo, io-»

«Non volevi baciarmi?»

«No-, cioè no, non volevo dire questo, non avevamo ancora parlato e ho reagito in maniera impulsiva io-, mi dispiace»

«Hai agito in maniera impulsiva?» quasi ridacchiò Jungkook «Tae hai semplicemente lasciato agire il tuo cuore, era quello che volevo e l'hai fatto»

«Certo sì, ma sarebbe stato giusto se prima avessimo parlato»

«Quindi se prima avessimo lasciato agire le nostre teste?»

«Esatto si...» sospirò

«Hai lasciato agire la tua testa per settimane e non credo abbia portato a tanti risultati» gli disse freddamente. Si era davvero pentito per averlo baciato?

«Jungkook io credevo solo che prima avremmo dovuto parlare, insomma passare subito al-»

«Mi hai baciato tu!» lo accusò

«Lo so ma tu stavi male e mi sono ricordato della volta in cui a Seoul siamo entrati nella casa degli specchi e-»

«Te ne sei pentito?» chiese allora interrompendolo

«Io-»

«Rispondimi» disse freddo «Ti sei pentito di avermi baciato?»

«Io volevo solo che le cose andassero diversamente, volevo fare le cose per gradi»

«Bè io invece non ce la faccio più, volevo parlare anch'io, già a Seoul, ma tu hai messo un muro, mi hai allontanato e ho capito non mi volessi più» ammise «Decido di tornare a Busan dalla mia famiglia per riprendere a vivere la mia vita ma tu mi segui qui»

«Qui volevo parlare anch'io ma non pensavo ci fosse questo tuo amico costantemente attaccato a te»

«Mingyu non è un ostacolo per farti parlare con me»

«Dillo a lui che ti sta attaccato come una fottuta cozza!»

«Evidentemente lui ha capito il valore che ho!» ribettè seccato

«Perchè io no? Davvero pensi che tu per me non abbia valore? Sarei venuto fino a Busan in macchina se per me non avessi mai avuto valore? Avrei mai lasciato la mia azienda nel periodo critico che sta passando? Avrei mai speso un patrimonio per il biglietto di una fiera di cui mi importa relativamente poco se per me non avessi mai avuto valore? Sarei corso all'interno di una stupida giostra se non avessi saputo che tu fossi rimasto chiuso qui dentro probabilmente spaventato e probabilmente in preda ad un attacco di panico?»

EVERYTHING WILL BE OKAY-vkookDove le storie prendono vita. Scoprilo ora