capitolo 2-Riflessioni

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«Quindi per che ora hai detto che passerai a prendermi domattina?» chiese Hoseok mentre prendevano le ultime cose dall'ufficio per poi chiuderlo a chiave.

«Non so...Il meeting inizia alle 10 quindi penso che per le 9.15 passo da te»

«9.15? Va bene cercherò di essere puntuale. Il mio indirizzo ce l'hai. Ci vediamo domani Kook!» lo salutò lasciando sulla porta un Jungkook perplesso dopo quello slancio di affetto dato con il nomignolo inaspettatamente.

Lavorava lì da meno di una settimana eppure con Hoseok era impossibile non legare sin da subito. Jungkook era una persona molto introversa ma Hoseok era così dolce e simpatico che era impossibile dire qualcosa che potesse ferirlo, anche per questo, Jungkook si era offerto di passarlo a prendere il giorno dopo per andare insieme al meeting organizzato dall'azienda Samsung che da lì a breve avrebbe lanciato il suo ultimissimo modello di telefonia "Samsung Galaxy Ultra s24" e la KMC era stata invitata al meeting per discutere di un eventuale collaborazione pubblicitaria.
La fantastica notizia aveva riempito il cuore del signor Min, capo di Jungkook e Hoseok, che appena compresa la gravità dell'incarico che avrebbero potuto ottenere, avvisò i suoi due direttori creativi di dare il meglio di loro il giorno successivo. Il signor Min era fiducioso che un incarico del genere avrebbe aumentato il successo della loro azienda, d'altronde avere solo due art director non era il massimo ma lavorare per la Samsung avrebbe significato attirare una clientela molto più vasta, di conseguenza avere incassi maggiori e chiaramente, espandersi come compagnia, avere successo e guadagnare sei volte di più del loro guadagno mensile attuale. Non potevano perdere questa occasione

Il giorno dopo, come d'accordi, Jungkook si presentò a casa di Hoseok alle 9.15 e gli scrisse un messaggio in cui lo avvertiva del suo arrivo. Attese qualche minuto e subito dopo vide Hoseok entrare nella sua auto.

«Ho riletto il messaggio di Min e...Hai capito che il meeting si terrà al Palace Hotel?»

«Si Hoseok, certo»

«Perchè tenere un meeting in un Hotel del genere e non nella loro azienda?»

«Non lo so, probabilmente per far vedere quanto sono ricchi da potersi permettere un prestigio simile» rispose sarcasticamente Jungkook

«Doveva essere umorismo questo? Perchè sembrava solo una frase infelice di un pover'uomo che ha dormito poco e male»

«Ho dormito poco e male infatti, a mala pena tre ore. Quella stronza della mia ex ha postato un video su instagram, a quanto pare il suo nuovo fidanzato ricco le ha già fatto la proposta di matrimonio e tanti auguri a lei» rise tristemente

«Ahia...brutto colpo amico, forse non era quella giusta per te. Ma vedrai, Seoul è la capitale ed è piena di belle donzelle che sapranno apprezzarti»

«Si Hoseok, anche Leyla mi apprezzava finchè non ha capito fossi povero e spoiler, qui a Seoul lo sono ancora»

«...Ancora per poco» lo interruppe Hoseok «a breve potremo vantarci di aver lavorato per la Samsung, faremo tanti bei soldini e le ragazze cadranno ai tuoi piedi.» sorrise Hoseok con quel suo fare sognatore che contagioso, fece sorridere anche Jungkook.

Il Palace era un Hotel di tutto rispetto, a quanto pare la Samsung aveva già fatto dei meeting e dei convegni in quell'hotel quando la loro azienda era in ristrutturazione e probabilmente si erano trovati talmente bene da tornarci per questi grandi incontri. La stanza del meeting infatti era enorme, al centro un lungo tavolo con almeno una trentina di sedie attorno, ai due lati principali invece c'erano veri e propri tavoli da buffet con dei camerieri pronti a servirti con qualsiasi cosa di cui avessi bisogno o voglia. Mi ci avvicinai con l'intento di prendere qualcosa da bere mentre Hoseok si era allontanato dopo aver visto un suo amico di vecchia data quando...
«Decisamente non hanno badato a spese...» una voce maschile, roca e profonda lo attirò proprio dietro di lui.

«Come prego?» emise Jungkook voltandosi lentamente

«Non hanno badato a spese e la cosa triste è che metà di tutto questo cibo andrà a finire nella spazzatura» sospirò mentre indicava al cameriere la bottiglia di champagne da cui si sarebbe fatto versare un calice.

«Vero ma alla fine un banchetto è sempre il modo migliore per intrattenere un ospite»

«Giusto, dal momento in cui non possiedi più capacità colloquiali e di interazione sociale. Servire un banchetto è il modo migliore, a mio parere, per favorire un "mangia e sta' zitto", come dici tu, sembra il benvenuto migliore perchè le persone prendono qualcosa da mangiare, sono impegnate ad avere un boccone da mandar giù e non ci sarà molto su cui doversi preoccupare di discutere.»

Jungkook era incredulo, rimase per qualche secondo in silenzio e poi, inevitabilmente, si lasciò sfuggire una piccola risata.
«Non potresti semplicemente mangiare e goderti la giornata senza preoccuparti di tutto questo?»

«Se non me ne preoccupo io chi lo farà allora?»

«Touchè» sorrise ancora Jungkook senza rendersene neanche conto.

Quel sorriso aveva qualcosa di speciale, di mai visto, sembrava così spontaneo, così innocente, così raro.

«Qual è il tuo nome?» domandò Taehyung incuriosito

«Jeon-io, cioè-Jungkook, Jeon Jungkook» sorrise impacciato

«Sorridi spesso Jeon Jungkook?»

«No, solo quando ci sono situazioni che mi imbarazzano»

«Mi scuso allora, sono io a metterti in imbarazzo?»

«No, direi più che è il contesto a mettermi in imbarazzo, è il primo meeting di questa portata a cui sto partecipando»

Fù Taehyung questa volta a sorridere «Tu sorridi, annuisci, mangia e bevi e avrai risolto metà dei problemi Jungkook, te l'ho detto, alle persone fa paura chi parla, non chi rimane in silenzio per cui, se non vuoi farti notare, se vuoi rimanere al sicuro nel tuo mondo non parlare e fai un favore a loro, se invece hai idee geniali e vuoi fare il culo a qualcuno, parla e metti a tacere tutti gli altri.» ammise prima di indietreggiare di poco per allontanarsi da lui. Jungkook in quel momento smise di sorridere, non perchè quello splendido ragazzo dai capelli folti e neri gli avesse tolto il sorriso, semplicemente perchè quel ragazzo dai fottuti capelli folti e neri lo avesse spinto in una riflessione così lampante in meno di due minuti di conversazione.

«il tuo nome invece?»

«Taehyung. Io sono Taehyung.»

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