capitolo 10-Sindrome dell'abbandono

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«Finalmente, ci hai messo una vita per scendere» fu la prima frase che pronunciò Taehyung appena Jungkook entrò nella sua auto con una faccia sconvolta e gli occhi rivolti verso il basso, ci vollero meno di venti secondi per metabolizzare che il moro non stesse bene così gli si avvicinò prendendogli il mento con le dita per farlo voltare nuovamente verso di lui «hey, che hai? Stai bene? Sembri sconvolto…»

«Che t’importa?» gli rispose bruscamente sottraendosi a quel contatto e voltandosi verso il vetro. Jungkook odiava farsi vedere debole davanti ad altri e odiava ancora di più non avere soluzioni alternative a quella catastrofe a cui era stato costretto a collaborare. Lui non voleva…Jungkook non voleva giocare sporco ma soprattutto non voleva ferire i sentimenti dell’unico vero amico che aveva in quella città, Taehyung non lo meritava e lui lo sapeva bene, tentennava tra l’andare avanti in quella grande bugia e andare via, scappando ma facendo la cosa giusta. Tutto quello però non avrebbe influito solo su di lui e sull’azienda, ma avrebbe inciso anche sulle vite dei suoi collaboratori, soprattutto su Hoseok, un’anima così pura che viveva di stenti. Giorni prima si era confidato con Jungkook e gli aveva raccontato un po’ della sua vita, a quanto pare Hoseok aveva perso i suoi genitori a causa di un incidente poco dopo aver compiuto diciassette anni, sua sorella Ji-woo invece ne aveva appena undici e lui pur di non farla portare via da degli assistenti sociali in chissà quale collegio, aveva abbandonato la scuola e per circa un anno aveva cercato di prendersene cura senza destare troppi sospetti, d’altronde anche lui era minorenne e non avrebbe avuto il diritto di badare a sua sorella, ma a lui non importava, non l’avrebbe mai lasciata nelle mani di sconosciuti degli orfanotrofi.
Dopo aver aggiunto la maggior’età Hoseok trovò prima lavoro in un supermercato come addetto alle vendite ma durò qualche settimana perchè poi, lo stesso supermercato chiuse per fallimento, a quel punto l’unica cosa disponibile era lavorare in una kebabberia di vicino casa sua e avrebbe soltanto dovuto fare le consegne a domicilio, inizialmente fu un problema anche quello perchè chiaramente, non aveva la patente e non sapeva guidare uno scooter, però con la sua determinazione e i pochi risparmi che aveva si comprò una bicicletta e chiarì al suo capo di potercela fare anche con quella. Il suo capo all’epoca non ne fu molto felice, lavorare con una bicicletta era bello se il clima fosse stato favorevole ma durante la pioggia o i temporali sarebbe diventato pericoloso e il kebab sarebbe arrivato in brutte condizioni a destinazione. Hoseok però era davvero ostinato e riuscì a mandare avanti quel lavoro per tutta l’estate, ma  si sa, dopo l’estate arriva l’autunno e con l’autunno anche le prime piogge e le prime tempeste. Le paure del capo di Hoseok si fecero concrete e, dopo un incidente in bici in cui caddè e oltre a farsi molto male, rese immagianbile il kebab, il suo capo fù costretto a licenziarlo perchè fuori ci sarebbero stati molti ragazzi con la patente che avrebbero voluto il suo lavoro, a sua detta.

Hoseok tornò a casa sconfitto però con i soldi racimolati decise di non darsi per vinto, dedicò una buona somma per permettere a Ji-Woo di studiare ma, successivamente, capì di dover tornare sui libri anche lui perchè se avrebbe voluto un buon lavoro da cui uscirne davvero gratificato, gli sarebbe servito almeno il diploma. Così si iscrisse ad un corso che gli avrebbe fatto recuperare due anni in uno e riuscì a dipolmarsi…Alla sua cerimonia di diploma c’era solo sua sorella, l’unica che l’aveva sostenuto dall’inizio e a cui Hoseok avrebbe regalato la sua intera vita. Dedicandosi a lei non ebbe mai il tempo di uscire e farsi degli amici, si annullò completamente ma non se ne pentiva, l’avrebbe rifatto tutte le volte, lui per Ji-Woo ci sarebbe sempre stato e lei lo sapeva bene, si sentiva amata e protetta.

L’anno successivo al suo diploma Hoseok si iscrisse anche ad un corso di fotografia, era davvero molto bravo e grazie a quello, venne preso a lavorare da Min. Ce l’aveva fatta! Aveva finalmente un buon lavoro con un contratto a tempo indeterminato, un lavoro che gli piaceva e anche tanto. Min lo aveva preso anche molto a cuore, conosceva un po' la sua storia e nonostante non avesse una laurea sapeva che per lui avrebbe sempre trovato posto. Hoseok era finalmente felice, ma quanti anni erano passati? Quanto tempo gli era servito per potersi realizzare?

EVERYTHING WILL BE OKAY-vkookDove le storie prendono vita. Scoprilo ora