capitolo 29-La mia casa

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Passarono tre giorni da quella chiacchierata di riappacificazione che aveva coinvolto i due in una sessione di coccole post intimità e che aveva portato Jungkook ad aprirsi con il maggiore riguardo la paura di perdere suo padre. 

Taehyung gli era rimasto vicino per la maggior parte del tempo, era rimasto un giorno intero a prendersi cura della sua salute mentale e fisica, preparandogli quel famoso bagno caldo, cucinando alcune pietanze che poteva comporre con i pochi alimenti trovati nel frigo del minore, aiutandolo a pulire, a far prendere aria alla stanza, a cambiargli le lenzuola e poi si erano ritrovati a fine serata abbracciati nel letto del più piccolo mentre il maggiore lo coccolava tra le proprie braccia.

Il giorno dopo aveva letteralmente impedito al minore di muoversi da lì, aveva scoperto recentemente da Yoongi e Jimin che il capo di Jungkook fosse una persona tossica e losca, soffocante per molti aspetti e per questo non avrebbe mai permesso all’umore altalenante di Jungkook di trovarsi a contatto con il burbero caratteraccio di Min. Era andato nella sua azienda e aveva sistemato le ultime cose rimastegli dai giorni precedenti, aveva avvisato i dipendenti che si sarebbe preso dei giorni per un viaggio "familiare" fuori città, almeno così l’aveva definito, e aveva incaricato Litz di prendersi cura dell’azienda, poi si era chiuso nel suo ufficio e aveva acquistato online due biglietti aereo per Busan nonostante Jungkook avesse espresso la preferenza per il treno, però Taehyung sapeva bene che la reale motivazione di quella sua inclinazione fosse semplicemente legata ai costi poiché i treni per Busan erano più economici ma ugualmente più scomodi e lui voleva che il minore viaggiasse in serenità, tra tutto quello che stava sopportando era il minimo e considerando tutto lo stress e la preoccupazione per il padre secondo il maggiore era indispensabile prediligere un viaggio meno estenuante.

E così i due si erano ritrovati su quel volo diretto nella città natale del minore, mano nella mano, con un Jungkook estremamente silenzioso che si preoccupava di avvisare il suo capo che si sarebbe preso dei giorni d’assenza per malattia e che avrebbe mandato avanti il lavoro da casa…Avrebbe voluto si, ma in quel momento la sua testa era completamente occupata da altro.

«Come mai sei così taciturno? Ti spaventa il volo?» esordì preoccupato il corvino spezzando quel silenzio che reputava insopportabile.

«Mh?»

«Si prega i gentili passeggeri di spegnere i dispositivi elettronici quali cellulare, tablet e computer o attivare la modalità aereo. Si prega inoltre, i gentili passeggeri di allacciare le cinture di sicurezza senza staccarle o alterarne l’utilizzo prima del decollo. La nostra compagnia vi augura buon viaggio!»

«Non sono spaventato–»riprese il minore spegnendo il suo cellulare «non è la prima volta che prendo un volo, però ti sarei grato la prossima volta se rispettassi il mio volere»

«Jungkook l’ho fatto solo per farci viaggiare tranquilli e arrivare prima»

«Senza interpellarmi, di nuovo, ti avevo chiesto di prenotare due biglietti per il treno e sì, avevo il brutto presentimento che ti spingessi a prendere quelli di prima classe ma non credevo fossi pazzo a tal punto di prendere i biglietti aereo»

«E invece…beh, sorpresa!» sorrise Taehyung con il tentativo di far sparire quel broncio dal minore e in qualche modo ci riuscì, Jungkook accennò un piccolo sorriso.

«Sei un cretino, ti odio»

«Ah si? Per questo mi tieni per mano?»

Sembrò come se Jungkook fosse stato ridestato da un sonno profondo e, come scottato, cercò di tirare via la mano ma Taehyung gliela strinse più forte. «Dove credi di fuggire ora che sei di nuovo con me?» gli sussurrò a pochi centimetri di distanza dalle sue labbra e il corvino sentì una strana sensazione alla bocca dello stomaco. 

EVERYTHING WILL BE OKAY-vkookDove le storie prendono vita. Scoprilo ora