capitolo 16-La fortuna degli innamorati

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Svegliarsi in un letto di ospedale era l'ultima cosa al mondo che avrebbe mai pensato di sperimentare a Seoul, la testa gli doleva ma il petto di più e la cosa peggiore è che non ricordava neanche come fosse arrivato lì.
Vide uno stormo di medici in camicione bianco avvicinarsi a lui ma gli fischiavano le orecchie e non riusciva a mettere a fuoco le loro figure, c'era una luce immensa ed era tutto così bianco che per un impercettibile secondo Jungkook credeva di essere stato assunto in paradiso.

«Ah si è svegliato, menomale. Come si sente?» udì una voce molto vicina a lui e percepì il proprietario di quest'ultima mettergli le mani sul viso controllandogli la vista attraverso una lucina bianca e fredda ancora più infernale.

«Stordito» rispose soltanto

«E' normale, è l'effetto dei calmanti. E' stato portato qui stordito e privo di sensi, aveva un battito cardiaco molto accelerato e avevamo paura che si trattasse di un infarto. Abbiamo fatto tutti i controlli del caso e per questo siamo partiti proprio dal cuore ma sembra che sia in ottima salute. L'alcol test era negativo dunque pare che lei sia pulito sia dall'alcol che da possibili sostanze stupefacenti»

«Non fumo infatti e ieri non ho toccato alcol»

«Ho visto-confermò il medico-La diagnosi più corretta si potrebbe ricollegare ad un disagio emotivo, a volte l'ipertensione provoca svenimenti, la pressione era anche molto alta dunque è probabile, può confermarmi sia corretto?» chiese il medico e Jungkook annuì in silenzio.
«Perfetto, è solito avere attacchi di panico?»

«Si io-ne soffro, sono almeno due anni che porto avanti una cura di calmanti e antidepressivi»

«Due anni? E' forse impazzito?»

«No io-Due anni fa me li prescrisse una psicoterapeuta e in qualche modo erano capaci di stabilizzare le mie emozioni e i miei attacchi d'ansia. Li ho presi per il periodo prescritto e hanno fatto quello che promettevano di fare, ero sotto controllo di una specialista ed ero tranquillo. La cura è durata sei mesi e sono tornato apposto e per questo ho smesso di vederla...Poi dopo un anno esatto è successo quello che non prevedevo, ho avuto un forte shock e ho iniziato a riprenderli per un tempo indefinito, sono diventati una sorta di droga per me finchè le scatole di riserva non sono finite. Ho provato a farmele prescrivere dal mio medico curante ma non gli sembrava necessario e da lì sono iniziati a tornarmi gli attacchi di panico-»

«Ha avuto delle crisi d'astinenza dai farmaci immagino» gli disse il medico e Jungkook annuì

«Io non sono di Seoul, o meglio, ora si ma mi ci sono trasferito da poco e da quando sono qui il mio umore sembra abbastanza stabile fino a che ieri ho avuto il mio primo crollo e sembrava...sembrava molto forte e mi sentivo impotente e solo» confessò Jungkook al medico pensando immediatamente a

«Capisco si. Come ti chiami ragazzo?» chiese avendo bisogno di compilare la sua cartella

«Jeon Jungkook» rispose

«Hai parenti o qualcuno che vuoi chiamare per farti venire a prendere?»

«Io-no, non ho nessuno» rispose con voce quasi rotta

«Non è vero, pensi di essere venuto qui da solo?»

«Penso con un'ambulanza o..?»

«E l'ambulanza si chiama da sola?» sorrise ironico il medico

«Chi l'ha chiamata?»

«Un certo ragazzone alto dai capelli neri che aspetta qui fuori, Kim...Kim...Ora mi sfugge il nome mannaggia»

Il cuore di Jungkook sembrò aver ripreso a battere a ritmi impazziti. Non l'odiava allora...Taehyung non l'odiava. Non doveva esserne così felice perchè pensandoci, lui gli aveva espressamente chiesto di farlo ma il pensiero che Taehyung ci fosse e che l'avesse soccorso quando l'ultima volta che l'aveva visto era riversato nelle sue lacrime per colpa sua lo faceva commuovere. Non voleva che Taehyung soffrisse ma non aveva la minima idea di quanto invece soffrisse lui senza Taehyung, senza quel buffo ragazzo con degli orrendi capelli neri e dal sorriso a scatola, senza l'unica persona che sembrava tenerci a lui che sia a Busan o a Seoul, senza quell'unica persona che da quando era lì aveva trasformato la sua vita facendolo sorridere più di quanto avesse mai sorriso in tanti anni prima.

EVERYTHING WILL BE OKAY-vkookDove le storie prendono vita. Scoprilo ora