capitolo 4-Il complotto

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«Jeon vieni subito nel mio ufficio!» urlò il signor Min contro Jungkook appena varcato l'ingresso dell'azienda quel mercoledì mattina. Era passato solo un giorno dal meeting della Samsung e dopo il suo exploit improvviso che aveva completamente atterrito, non solo tutti i partecipanti del meeting, ma anche e soprattutto il suo collega e il suo capo, il moro non si aspettava altro che quel rimprovero. Passando per il corridoio vide Hoseok e quest'ultimo, non riuscì a sostenere il suo sguardo troppo a lungo per cui entrò subito nel suo ufficio evitandolo. Jungkook sospirò già immaginandosi di dover recuperare tutta la sua roba da quell'ufficio prima di andarsene definitivamente da lì ma al contrario di qualsiasi sua aspettativa, non era quello ciò che, almeno per il momento, il destino aveva in serbo per lui.

«Accomodati Jungkook, prego» lo indirizzò il suo capo indicando la poltrona di fronte alla sua scrivania.
«Mi dica signor Min, non serve dilungarsi molto o prestare attenzione a convenevoli, sono licenziato?»

«No, per tua fortuna no. L'idea c'era ma qualcosa ieri mi ha spinto a cambiare idea.»

A quel punto Jungkook rizzò la sua schiena e si accomodò proprio di fronte a lui interessato a saperne di più.

«Cosa esattamente?» domandò schietto il moro

«Ieri ho notato fossi molto in confidenza con Kim, è una buona cosa, potremmo trarla a nostro vantaggio» affermò schiettamente il capo Min

«Kim? L'amministratore delegato della compagnia? Non penso di essere così ricco da permettermi di essere nella sua cerchia stretta di amici...forse neanche in quella larga» commentò sarcasticamente Jungkook

«Jeon ti pare che io abbia voglia di scherzare?» domandò irritato «Ovvio che non intendo quel Kim, intendo l'altro Kim, Kim Taehyung, ti suona qualcosa?»

«Kim Tae-» ci rifletté un attimo «Ah certo si, Taehyung» ridacchiò Jungkook «non è male, l'ho conosciuto proprio ieri al meeting, è un tipo strambo in realtà, si veste di merda oggettivamente, quei mocassini pensavo fossero rimasti nella preistoria e inoltre ha una parlantina strana, insomma ieri ci siamo conosciuti ma sembra che ci conoscessimo da una vita per quanta confidenza si è preso nei miei confronti e-»

«Oh cristo Jungkook! Non m'interessa sapere come ci sei finito a fare sesso sta' un attimo in silenzio!»

Jungkook sgranò gli occhi incredulo a quel commento da parte del suo capo. Sesso? Con un ragazz...cioè, non che ci sia qualcosa di male...ma, insomma, lui, Jeon Jungkook, che da ragazzino prima della sua precedente relazione, era il prototipo maschile ambito da tutti nella sua città natale per rubare il cuore di ogni ragazza adesso era visto in quei termini assieme ad un ragazzo? Se l'altro sembrava gay perchè lui doveva essere inserito in quell'ideologia?

«Jeon non m'interessa sapere tutto questo. A quanto pare però, vi conoscete, questo sì che è importante. Sai quanto potrebbe essere vantaggioso?» domandò il suo capo a Jungkook senza effettivamente volere una vera e propria risposta

«Ehm...non so, circa...tanto?» emise vago prima di permettersi di continuare visto il volto serio del suo capo «No okay, ammetto di non saperlo, in cosa potrebbe essere utile la mia conoscienza con Taehyung? Non so neanche se posso chiamarla così, non siamo amici, solo perchè abbiamo parlato una volta non vuol dire nulla»

«Jeon ascoltami bene, Kim Taehyung è l'uomo attualmente più influente nel nostro campo. È colui che ha ereditato per diritto e per merito la Kim's Art Public Association Company ed è quindi, proprietario dell'azienda pubblicitaria più famosa al mondo.»

«Cosa? Quel ragazzo ha ereditato la KAPAC?» chiese incredulo «Ma è giovanissimo, come può aver preso le redini di un'azienda così grande?» domandò sorpreso Jungkook

EVERYTHING WILL BE OKAY-vkookDove le storie prendono vita. Scoprilo ora