31. Devozione

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POV Masao (Flashback)

Il capanno abbandonato non aveva finestre, e l'odore intrappolato di quattro adolescenti non lavati cominciava ad essere tanto spesso da contare come un quinto ospite.

Avevamo rimediato quattro brandine da stipare lì dentro, e in qualche modo riuscivamo a procurarci abbastanza cibo per tutti.

Ormai io e Jack ci eravamo abituati a quel cervellone di Cole e a quel brutto muso strafatto di Bob, ma i nuovi cuccioli che avevamo adottato non erano altrettanto sani di mente.

Peter era il figlio del preside delle scuole medie di Norgree. John Woodfield aveva cercato di raddrizzare quella canaglia di suo figlio in ogni modo possibile. Eppure, con tutti i soldi che aveva speso in riformatorio e scuola militare, Peter era comunque venuto fuori una grandissima testa di cazzo. Non sapevo davvero spiegarmi il perché.

Lo avevamo trovato che prendeva a bastonate l'autovelox sulla trentaduesima. Per nessuna ragione in particolare. Non è che avesse una macchina e gli fosse arrivata una multa. Era solo un coglione.

Lo avevamo osservato da lontano, come si fa con i pazzi che parlano da soli; ma quando due sbirri si erano fatti avanti con i denti scoperti e i pugni chiusi, Jack ci aveva dato il suo segnale.

Bob si era fatto friggere da un taser e io mi ero beccato un manganello nell'occhio, ma in qualche modo eravamo riusciti a filarcela insieme a quel mentecatto.

C'era voluta solo una settimana perché quell'ennesimo gattino spelacchiato si presentasse alla porta di Jack con solo i vestiti che aveva addosso e la faccia ricoperta di sangue.

E così Peter era finito a dormire nel capanno di Cole e Bob.

Max era arrivato poco dopo. Era stato Bob a trovarlo, durante uno dei suoi soliti giri in cerca di una dose. Aveva trovato quel disgraziato sdraiato in un vicolo, mentre soffocava nel suo vomito.

Il primo istinto di Bob non era stato quello di chiamare un'ambulanza, ma di chiamare Jack.

Che follia. 

La cosa peggiore è che probabilmente avrei fatto la stessa cosa.

"Non possiamo continuare a stipare gente qui dentro," dissi dopo essere sopravvissuto alla prima boccata d'aria tossica di quel capanno.

Jack osservò i suoi quattro discepoli puzzolenti, tutti accasciati sulle loro brandine con vari gradi di svogliatezza.

"Hai ragione, Masao. Dobbiamo trovare un posto più grande."

"Non era questo che intendevo!" Cominciai ad irritarmi. "Devi smetterla di adottare orfanelli! Specialmente quando sono appena scappati dal manicomio!" Indicai Peter mentre giocava a passarsi un coltello tra le dita.

Jack fece spallucce: "Siete tutti sufficientemente sani di mente per i miei standard. Riusciremo a trovare un posto più decente dove farvi stare, ma per ora la priorità è trovare delle moto per Max e Peter. Bob? Avevi detto di averne trovata una buona parcheggiata in Trinity Square?"

"Trinty Square?" Mi intromisi. "È in centro città, non nella Fossa. Non possiamo permetterci di fare casino così vicino ad Upper Elm. Jack, è una pessima idea."

Lui ignorò le mie ansie scacciandole con un gesto infastidito della mano. "Bob e Max andranno a prendere quella moto. Peter andrà di nuovo a controllare il parcheggio dello stadio. E Cole...?"

Cole si alzò in piedi con un foglio piegato già in mano. Lo passò al suo capo, che lo adocchiò a malapena.

"Grazie."

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