34. La soluzione

221 44 21
                                    

Mi svegliai nella stanza buia al suono di un uggiolio attutito.

Cas aveva ancora un braccio avvolto intorno al mio fianco. Il suo respiro era profondo.

Una voce dolce sussurrò piano oltre la finestra e Christopher Walker smise di lagnarsi. 

Fui immediatamente sveglio. Che ore erano? Mi appariva tutto completamente buio, doveva essere notte fonda.

Mi districai piano dall'abbraccio di Casper e seguii in punta di piedi il perimetro della parete per trovare la porta.

Una volta raggiunto il corridoio, mi precipitai alla porta sul retro e scesi gli scalini a piedi nudi.

"Dove sei stata?" Chiesi al nero che mi avvolgeva.

Carli sbuffò con supponenza. "Sono da questa parte."

Mi girai verso la voce cercando di ricavare una sagoma dall'oscurità.

Niente. Solo buio.

"Dove sei stata? Rispondimi, Carli. Questo non è un gioco."

Sentii dei fruscii. Un passo leggero sulla terra dura.

"Lo so benissimo che non è un gioco."

"Allora parla. Sai che cosa Casper sta rischiando, quindi... Carli... se sei invischiata in questa storia in qualche modo, devi dirmelo. Io posso aiutarti. Ti prometto che nessuno sarà arrabbiato con te."

Lei ridacchiò, e dal suono della sua voce capii che era più vicina.

"Sei davvero disperato se una ragazzina di undici anni è l'unica pista che ti rimane."

"Sì. Sono disperato. È da quando è iniziato questo caso che non faccio altro che brancolare nel buio." Tesi una mano per posarla sulla sua spalla, ma dovetti giudicare male le distanze, incontrai solo il vuoto.

"Brancoli metaforicamente e letteralmente," rispose lei, prendendo la mia mano nella sua.

Per qualche ragione, non la lasciò andare.

"Ho promesso di aiutarti, Benjamin. E ti aiuterò. Chiunque stia cercando di incastrare Cassy la pagherà cara. E, prima che me lo chiedi, non sono io."

"D'accordo." Le sorrisi anche se non ero sicuro che potesse vedere la mia espressione. "Allora ricominciamo da capo."

...

"A marzo dell'anno scorso, Casper ha lasciato il minorile insieme a Nathan Shaw." Iniziai a ricapitolare.

Io e Carli avevamo camminato fino alla facciata frontale della casa, dove il singolo lampione sulla strada mi permetteva almeno di vedere dove stessi poggiando i piedi.

"Casper ha preso Nathan nella sua banda, e i sette Coyote si sono recati tutti insieme a Los Angeles, nella casa materna di Nathan, per recuperare le sue cose."

"Ma insieme ai pigiami e allo spazzolino, trovano anche svariati chili di ecstasy," continuò Carli, camminando su e giù lungo il marciapiede.

"Casper, essendo un imbecille, decide di portare la droga nella Fossa e iniziare a venderla. Ma non tutti erano d'accordo."

"No," confermò lei. "Non tutti erano d'accordo. In quei mesi li sentivo litigare parecchio."

Ripescai dalla mia memoria tutti i commenti che avevo messo insieme da quando avevo iniziato le indagini. Masao era stato certamente contrario. Così come Cole. Peter e Max non si erano opposti, erano il tipo di persone a cui piaceva creare casino. Nathan l'aveva considerato poco saggio, ma si era schierato con Casper per senso di lealtà.

Coyote e OssicinoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora