17. Il re della Fossa

353 48 66
                                    

Messaggio dell'autrice: Facciamo tutti gli auguri a FLAVIAPASCUCCI, questo capitolo fuori programma è un piccolo regalino (non vi abituate, eh). E noi ci rivediamo tra poco con la solita pubblicazione di domenica.

...

Luther mi lasciò camminare sulle mie gambe quando ebbe la grazia di tirarmi fuori dal bagagliaio.

Avevo completamente perso l'orientamento. L'aria era fredda e umida. Vedevo un alone di luce in alto, che si interrompeva con una netta linea orizzontale. Dovevamo essere di fronte ad un palazzo, o meglio, dovevamo essere sul retro di un palazzo.

Lo scricchiolio di una porta fu seguito da un'improvvisa luce gialla che mi procurò una scarica di dolore dietro agli occhi.

Nessuno della mia compagnia aspettò che mi riprendessi, fui spinto avanti.

Molti suoni mi colpirono tutti insieme: vetro contro vetro, un rubinetto aperto, chiacchiericcio da ogni lato, e... palle da biliardo?

Cominciai a schiudere gli occhi. Dopo la prima botta, la luce non era poi così forte. Cominciavo a riconoscere sagome di persone, di tavoli, e palle di luce appese al soffitto.

Venni spinto ancora avanti e il chiacchiericcio si spense, il rubinetto si chiuse e persino gli uomini al biliardo si girarono per guardarci.

Era un pub. Dovevano esserci una ventina di persone lì dentro, tutte intente a fissare noi. Anzi. A fissare me.

Nel silenzio rimbombarono suoni di passi. Qualcuno stava percorrendo una scala. Non avrei saputo dire se stava salendo o scendendo, ma sapevo che era vicino.

Poco dopo, il nuovo arrivato apparve da un angolo ombroso accanto al bancone del bar. Lì dovevano esserci le scale.

L'uomo era alto in confronto al barista che lo affiancava, ma nulla di impressionante comparato a Luther. I suoi capelli erano di un rosso tanto intenso che non poteva essere naturale.

Carli aveva detto che Jodi si tingeva i capelli di rosso.

Doveva essere lui. 

L'uomo agitò una mano, e ogni singola persona si mosse nello stesso momento. Nel cercare di tenere d'occhio tutti, non riuscii a seguire nessuno.

Qualcuno mi aveva afferrato. Più di una persona. Mi stavano tenendo. Pensai volessero trascinarmi da Jodi, ed ero pronto a lasciarli fare, ma invece di spingermi avanti, quelle mani iniziarono a toccarmi.

Non riuscivo a capire quanti fossero, sapevo solo che mi stavano togliendo la felpa e sollevando la maglietta. Mi toccarono il petto e la schiena. Cercai di farmi indietro quando li sentii toccare i pantaloni, ma qualcuno mi tenne fermo.

Crebbe il panico. Perché la mia voce non usciva? Perché non riuscivo a dire niente?

I miei occhi iniziarono a tremare, l'immagine si fece più sfocata e le mani sembrarono moltiplicarsi.

"È pulito," disse una voce nuova, vicinissima al mio orecchio. "Niente armi e niente cimici."

I vestiti tornarono al loro posto e le mani si allontanarono. Io non riuscivo ancora a respirare. 

Jodi si fece avanti a braccia aperte, come se avesse intenzione di abbracciarmi "Perdona l'accoglienza brusca. Avrebbe dovuto essere ancora più brusca, ma Luther per qualche ragione si è dimenticato di bendarti."

"Non mi sono dimenticato! È che è cieco. A che serve bendarlo?"

Jodi portò una mano al mento e mi soppesò. "Non mi sembra cieco."

Coyote e OssicinoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora