POV Carli
"Che cosa vedi?" Bisbigliò Benjamin. Mi stava attaccato, ma non abbastanza vicino da farsi notare oltre la finestra.
Introdurci nel palazzo accanto al vicolo era stato stupidamente facile. Avevamo scavalcato una finestra sfondata e avevamo superato coperte sporche e cumuli di spazzatura fino al primo piano, dove, in una stanza fatta di cemento nudo, ci eravamo accovacciati vicino alla finestra che dava sul luogo dell'omicidio.
Avevo aspettato fino all'ultimo secondo prima di guardare fuori, e ora, con nient'altro che il vuoto tra me e il cadavere, non avevo il coraggio di scoprire la verità.
"Allora? Descrivimi la vittima."
Non potevo esitare davanti a Benjamin. Avrebbe sospettato.
Con le mani strette al davanzale, e una schifezza grigia e umida che si stava appiccicando alle mie dita, mi sporsi per guardare.
Era lui.
Lo sapevo.
Non avevo idea di quale fosse il suo nome, ma sapevo che la sua voce aveva un suono nasale e che si batteva come una femmina.
Lo avevano ammazzato per colpa mia.
"Carli, se vuoi andare via..." Benjamin mi toccò una spalla. Mi dava i brividi quando usava quella voce gentile, mi ricordava sua madre.
Me lo scrollai di dosso. "È maschio, ha capelli neri, corti e mossi. Avrà vent'anni massimo. Sul collo ha il tatuaggio del drago della banda di Jodi."
"Un drago?" Benjamin tirò una faccia disgustata. "Che porcheria."
"Porta un giubbotto puffer blu e rosso e un paio di pantaloni neri. È disteso sulla schiena, con le braccia aperte, le gambe accartocciate e la testa girata di lato. Ha un buco sulla fronte, ma non c'è sangue intorno alla ferita, c'è sangue solo per terra, sotto la testa."
La mia voce rimase ferma, concentrata. Si era già accorto che ero colpevole? L'aveva bevuta?
Lo guardai, con quei suoi stupidi capelli azzurri, la pelle color cadavere e gli occhiali da sole. Sembrava un vampiro hipster, ma Cassy era convinto che fosse un genio. Dovevo stare attenta.
"E cosa ci indica quella pozza di sangue?"
Premetti le labbra. Riguardai di sotto. Cosa ci indica? Perché lo stava chiedendo a me? Non ero lì solo per descrivergli la scena? "Forse ha battuto quand'è caduto? EHI! OW!"
Mi aveva schioccato una tempia, e sembrava molto soddisfatto di sé stesso.
"Rifletti, bambina. La vittima ha un foro di proiettile sulla fronte e perdita di sangue dalla nuca." Mi toccò il centro della fronte con la punta dell'indice. "Il proiettile entra da qui, la testa scatta indietro, il corpo cade sulla schiena. Si forma una pozza di sangue sotto la testa. Quindi...?"
Quindi... "Il proiettile è uscito dall'altro lato?"
"Ovviamente. Probabilmente qualcosa di più potente di una calibro .22, per essere capace di perforare un cranio da parte a parte, ma meno potente di una .45, o il foro d'entrata non sarebbe un semplice buchino senza sangue. Il foro d'uscita si è aperto immediatamente, e il sanguinamento è iniziato subito dopo. Il decesso è stato istantaneo, quindi il cuore ha smesso di battere quando è iniziato il sanguinamento. Da questo cosa ne deduciamo?"
Ma che cazzo ne so? Perché lo stava chiedendo a me, e perché si aspettava che sapessi rispondere? Sentii montare un'irritazione irrazionale. "Io... non so."
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Coyote e Ossicino
Mystery / ThrillerIl Coyote era a capo di un branco di motociclisti che infestava la piccola città californiana di Norgee. Ben aveva quasi terminato il liceo, e per ora era riuscito a nascondere che i suoi occhi tremavano ad ogni abbaglio. Se alla stazione di polizi...