36. L'arresto

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"Non ci credo..." Rientrai nella camera da letto dove Casper e Masao stavano ancora litigando. "È scomparsa di nuovo."

I due si bloccarono per guardarmi. Masao imprecò a denti stretti mentre Cas lasciò andare un sospiro arreso.

"Qualunque cosa Carli voglia fare, è una pessima idea." E per la prima volta nella storia, Masao annuì per darmi ragione.

"Vado a cercarla," disse Masao. "La riporterò qui prima che riveli i nostri sospetti a qualcuno. Se Cole è davvero coinvolto dobbiamo agire con cautela."

"Come puoi dirlo?" Chiese Casper, seguendolo fuori dalla stanza. "Come puoi anche solo pensarlo? È nostro fratello!"

"È esasperato e pensa sempre di sapere meglio di chiunque altro," ribatté Masao raggiungendo la porta. "Non voglio credere che abbia cercato di farci del male, ma..."

La sua voce fu inghiottita dall'oscurità oltre la soglia. Masao stava fissando l'esterno senza neppure respirare, e Cas, dietro di lui, si era fatto rigido come legno.

Allungai il collo oltre le loro spalle per cercare di vedere. "Cosa? Cosa c'è?" Vedevo solo nero.

Masao alzò un braccio e indicò il nulla. "Laggiù," bisbigliò. "È un incendio."

"Sarà solo un falò. Una festa..." Riuscii a malapena ad udire la voce di Casper al mio fianco.

"Il fuoco è dietro il campanile; quello è South Creek Park. Se fosse un semplice falò non riusciremmo a vederlo. Dev'essere una casa che brucia."

Tra i presenti calò il silenzio. Ci fu un tentativo di sussurro, poi niente. 

Il tempo rallentò. Sentii il cuore battere sempre più forte, rimbombando nelle orecchie come i passi di un esercito in marcia.

"Cole vive a South Creek Park?" Posi la mia domanda con esitazione, conoscendo già la risposta.

Casper si scongelò per primo, correndo fuori e svoltando nel retro.

Quando sentimmo il motore della sua motocicletta, anche Masao ed io ritrovammo le gambe.

"Cosa fai?!" Gridai sapendo che non mi avrebbe ascoltato. 

Masao si lanciò davanti alla ruota anteriore e afferrò il manubrio. "Sei agli arresti domiciliari, testa di cazzo! Non puoi andare!"

Cas ruotò la manopola dell'acceleratore, ma il suo amico non si smosse.

"Ci vado io!" Gridò Masao. "Sono sicuro che non è niente. Sono sicuro che Cole sta bene e che Carli non è neanche lontanamente vicina a quell'incendio, ma andrò a controllare. Tu devi restare qui! Se violi gli arresti domiciliari, ti terranno in prigione fino al processo, e cosa ne sarà di Carli?"

Casper esitò, e questo fu sufficiente.

Mentre Masao raggiungeva la sua moto, io riuscii a trovare il braccio di Casper. Lo afferrai, e scesi giù fino al polso, vicino alla mano ancora stretta sull'acceleratore.

Casper era immobile. Sentivo il suo polso battere furiosamente sotto le mie dita, il ritmo irregolare che tradiva la sua paura.

"Cas, va tutto bene," mormorai quando il rombare della moto di Masao si affievolì. "Avete solo visto un puntino di luce in lontananza, potrebbe essere qualunque cosa."

"È lì," rispose lui. "Carli è lì. Lo sento."

Lasciai andare il polso di Casper per stringerlo in un abbraccio, e lui, senza perdere un secondo, girò la manopola dell'acceleratore. 

Coyote e OssicinoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora