37. Lieto fine

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Ci lasciammo il tribunale alle spalle, Casper e io, con la luce del pomeriggio che filtrava attraverso le nuvole e colorava il marciapiede di un fastidioso chiarore. Mia madre era rimasta indietro, impegnata a discutere gli ultimi dettagli con il nostro avvocato.

Beh... l'avvocato di Casper. 

Il silenzio ci aveva inseguito fin dal colpo finale del martello del giudice.

Non riuscivo a togliermi dalla testa l'immagine di Cole. Era stato muto per tutto il processo. La sua completa indifferenza, il suo silenzio totale, erano impressi a fuoco nel mio cervello. 

L'avvocato d'ufficio che gli avevano assegnato era uno sbarbatello alle prime armi. 

Assistere a quel poveretto che veniva sbranato dal nostro mastino era stato quasi avvilente.

Ad un certo punto, mi ero addirittura chiesto se ci fosse mai davvero stato bisogno della mia testimonianza. Avevo avuto l'impressione che, in ogni caso, la verità sarebbe stata dalla parte di chi poteva permettersela.

Questo pensiero mi aveva lasciato con un vago senso di turbamento.

Dopo tre mesi di tentennamenti, Cole era stato finalmente condannato per omicidio di primo grado e aggressione ad un minore.  

Le prove a suo sfavore si erano accumulate durante le indagini, e io ricordavo ancora come mi avesse preso per il collo e sbattuto contro il muro del bagno della scuola, come mi avesse preso a pugni nello stomaco e avesse tirato fuori un coltellino per minacciarmi la notte del raduno.

Non era vero che lo avevo riconosciuto la notte dell'omicidio, ma non avevo difficoltà ad immaginarlo con la pistola in mano, a premere il grilletto con la canna puntata contro la schiena di Luther.

Specialmente dopo aver visto come aveva ridotto Carli.

Il tradimento di Cole era stato un colpo duro per Casper. Vedevo tutti i modi con cui quella slealtà lo aveva ferito. Era un dolore che si era allargato agli altri Coyote. La fiducia incrollabile del gruppo si era frantumata, e ora non restava altro che l'apatia del lutto.

Nei primi giorni dopo l'arresto, c'era stata una brutta lite nella banda. Bob aveva preso le difese di Cole, e Peter e Max non l'avevano presa bene. Uno spintone si era trasformato in un pugno, e una rissa a tre si era trasformata in una rissa a quattro, poi cinque...

Ne erano usciti tutti con qualcosa di rotto.

Ora, con il processo concluso, Jodi ufficialmente fuggito dagli Stati Uniti, Casper che aveva finalmente la custodia legale di sua sorella, e le costole di Carli che erano tornate tutte al loro posto, volevo sperare che le cose sarebbero tornate ad una parvenza di normalità. 

"Ti accompagniamo a casa?" Chiesi, anche se era scontato che l'avremmo fatto.

Seguendo gli ordini dell'avvocato, Cas era arrivato in tribunale con l'auto nera di mia madre, lasciando a casa la sua Kawasaki. Era una questione di immagine, doveva apparire come un bravo figliolo che era finito in un brutto pasticcio per caso. 

L'avvocato l'aveva anche infilato a forza in un completo, e gli aveva fatto tirare indietro i capelli per mettere in bella mostra quella triste cicatrice. 

Casper in giacca e cravatta era disturbante come un cane in costume da bagno.

C'era qualcosa di profondamente sbagliato nel modo in cui il suo corpo cercava di adattarsi a un'immagine che non era mai stata la sua.

"Cosa farai ora?" Posi la domanda. La domanda che aspettavo di porre da settimane.

Lui mi guardò, ancora avvolto dal suo silenzio. Quando i miei occhi iniziarono a tremare, Casper si spostò istintivamente nel mio punto nullo, ed io riuscii a scorgere il pallore del suo viso stanco.

Coyote e OssicinoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora