2. Telecamere di sorveglianza

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Il bagno dei maschi del secondo piano odorava di piscio e muffa da almeno tre anni. Non era chiaro se qualcuno l'avesse mai lavato, sta di fatto che l'odore non se ne andava.

Quindi, il bagno dei maschi del secondo piano era il posto perfetto per un po' di contrabbando.

Me ne stavo con la schiena rivolta alla finestra, le braccia incrociate, e i miei occhiali scuri che mi proteggevano dal riflesso del sole sugli specchi.

Marcus entrò in quel fetore facendo cigolare la porta. 

Marcus era un tipo dimenticabile, lo era intenzionalmente. Anche lui aveva le sue buone ragioni per voler passare inosservato.

"Quanto ti devo?" Sfilai il portafogli dalla tasca dei pantaloni e sfogliai i contanti, lasciando che ammirasse la sfilza di carte di credito. La maggior parte era per scena. Solo due di quelle carte erano effettivamente in funzione, e quella dove tenevo le somme importanti se ne stava al sicuro in camera mia.

"Centoventi." Allungò il suo quaderno prima ancora di avere in mano i soldi. Marcus era un tipo onesto, e la cosa non gli giovava. Prima o poi qualcuno se ne sarebbe approfittato. 

Ero sicuro che avesse una bassa opinione di me. Mi riteneva un ragazzino pigro e viziato che sperperava i soldi della mamma per non dover fare la fatica di prendersi gli appunti da solo.

In parte era vero. I soldi erano effettivamente di mia madre, e non potevo negare di essere viziato.

Sentii con il pollice la linguetta che usavo per separare le banconote da cento da quelle da cinquanta, ed estrassi una di ognuno.

"Tieni pure il resto." Dovevo tenermelo buono. Buono e zitto.

Occorreva un delicatissimo lavoro di funambolismo per riuscire a mantenere voti alti senza che nessuno si accorgesse che non riuscivo a leggere un accidenti di niente al di sotto di un carattere trentasei, o senza un videoingranditore. 

Anzitutto, ci voleva una diagnosi di dislessia. Quella era facile. Vai da uno psicologo, gli dai dei soldi, e badibim badabam sei dislessico. Porti la diagnosi di dislessia alla scuola e ora le tue verifiche sono scritte belle grandi, e hai un briciolo di tempo in più per decifrare che accidenti sia quella macchia sull'angolo, una E o una B?

Poi vai da qualcuno dell'ultimo anno, gli dai dei soldi, e ti fai dire quali professori sono più propensi a interrogare piuttosto che fare prove scritte, e così ti inscrivi a tutti quei corsi.

Poi trovi qualcuno che scrive ordinato come un angelo, gli dai dei soldi, e ti fai passare tutti gli appunti.

Ti fai conoscere in tutta la scuola come lo strambo solitario con i capelli azzurri e gli occhiali da sole, cosicché se qualcuno dovesse chiedere perché indossi sempre gli occhiali da sole, beh... perché sei strambo.

Certo, in classe qualche professore farà storie per gli occhiali, e allora è imperativo tenere gli occhi bassi e sperare che le ciglia lunghe appena ritoccate da del rimmel non troppo scuro nascondano il nistagmo. 

Tenere gli occhi bassi, tingersi i capelli di colori fluorescenti, e starsene per conto proprio apparentemente sono tutti chiari segni che vuoi che ti vengano a rompere le palle.

I nuovi bulletti della scuola adoravano venire a rompere, e io adoravo che venissero a cercarmi. Quanto sarebbe stata noiosa la mia vita senza qualcuno da tormentare? Senza qualcuno su cui indagare, a cui tirare fuori tutti i più piccoli, sporchi segretucci...

Oh, mi hai spinto nel corridoio chiamandomi frocio e una settimana dopo arriva un test antidroga a sorpresa, proprio di venerdì, quando arrivi sempre a scuola sballato? Ooooh nooo. E ora sei stato cacciato dalla squadra di basket? Oooh nooo... E non potrai ricevere quella borsa di studio per il college, i tuoi voti fanno schifo e sei povero in canna quindi non potrai fare niente della tua vita? Ma. Come. Mi. Dispiace.

Coyote e OssicinoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora