24. Questa non ci voleva

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Non devi preoccuparti. Ho un piano. Tu non devi fare altro che startene buono.

Un piano. Casper aveva un piano.

E se Casper aveva un piano allora tutto a posto.

Passai il giorno seguente chiuso in casa, a camminare nervosamente da una stanza all'altra, rimuginando.

Pensare a possibili e stravaganti modi di distruggere un gruppo di criminali mi tenne impegnato quasi abbastanza da impedirmi di ripensare a quello che Casper e io avevamo fatto la notte prima.

Era stato saggio? Si poteva considerare autolesionismo, a questo punto? O forse non c'era niente di male a gustarsi un piccolo passatempo? Magari non doveva per forza voler dire qualcosa. Magari...

Jodi. I soldi. Concentrati Ben.

Non potevo neppure controllare nervosamente il cellulare ogni cinque minuti, nella speranza che Casper si fosse deciso a rivelarmi il suo piano. Il mio cellulare e tutto ciò che c'era nel mio zaino era ancora disperso al Rullo.

Passare due giorni senza cellulare mi stava risultando leggermente traumatico, ma non mi mancava così tanto da essere disposto a tornare in quel postaccio. 

Il giorno due di quattordici passò così.

Il giorno tre di quattordici mia madre mi tirò giù dal letto, mi spinse un toast tra le mani e poi mi stipò nella sua auto.

Mi abbandonò all'ingresso della scuola con i miei occhiali da sole di riserva.

"Capisco che sei triste per aver rotto con Casper, ma sguazzare nell'autocommiserazione non porterà a niente. Ti farà bene passare un po' di tempo con i tuoi amici."

Ero sul punto di rispondere quali amici?, ma decisi di tenere la bocca chiusa. 

Rimuginare a casa non aveva portato a niente, magari rimuginare a scuola mi avrebbe fatto venire l'ispirazione.

Così entrai insieme a tutti gli altri e presi posto all'ultimo banco come mio solito. Qualunque lezione seguì dopo quel momento trascorse come semplice rumore bianco in sottofondo.

Dopo la prima ora venni chiamato nell'ufficio del consulente scolastico, che chiese spiegazioni per le mie ultime assenze, il test saltato e il fatto che non avessi ancora completato la mia domanda di richiesta per la Brown.

"Questo non è il momento di avere un crollo, Nicholson. Hai una concreta possibilità di entrare in una di queste università. Non mollare proprio adesso. Parlami, ragazzo. Cosa succede? Perché sei così distratto?"

Beh, negli ultimi giorni ero stato assalito, rapito, assalito di nuovo, minacciato con una pistola alla testa, e ora il mio ex rischiava di morire prima che mi fosse concessa l'occasione di allontanarmi da quella città per dimenticarlo.

"Solo... cose."

L'omino alla scrivania non mi parve contento di quella risposta. Esaminò le sue scartoffie e mi chiese come stesse procedendo il mio tirocinio alla stazione di polizia.

"Non bene," risposi sentendo già un orribile sapore in bocca per le mie prossime parole. "In effetti, intendo terminarlo."

Lui cercò di dissuadermi con tutte le ragioni a cui avrei voluto aggrapparmi anch'io, e quando finì di parlare posi l'unica domanda che mi premeva davvero: "Pensa che riuscirò ad entrare in una Ivy League anche senza quel tirocinio?"

L'omino riprese ad ispezionare le sue scartoffie, scuotendo la testa come a volermi già dare la sua risposta. "Queste cose non sono mai certe. Avresti molte meno possibilità, questo è sicuro, ma... possiamo comunque tentare."

Coyote e OssicinoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora