Pov Casper
Nessuno di quei bastardi si degnò di slegare le mani di Masao, ma fummo liberi di puntare l'uscita.
La mano di Ben era ancora nella mia.
"Jack!" Un coro di voci si alzò non appena ci lasciammo il Kits alle spalle. I miei ragazzi abbandonarono le moto e corsero a sostenere Masao, e ad ispezionare me.
"Cole non ha voluto che ti seguissimo dentro!" Esclamò Bob.
Grazie a Dio. "Cole è l'unico di voi con un briciolo di cervello. Come stai, Masao? Ancora intero?"
"Sono stato peggio."
Nel secondo di silenzio che seguì, tutti si voltarono verso la persona al mio fianco.
Ben sembrava distrutto, sia fisicamente che psicologicamente. Non rispose ai loro sguardi. Forse non li notò nemmeno.
Diedi una stretta alla sua mano per fargli sentire la mia presenza. "Ti accompagno a casa."
Ci sarebbe stato molto di più da dire, ma non mi sembrava in condizioni di avere una lunga discussione su quello che era appena successo, e di questo ero segretamente grato.
Infatti, lui non rispose. Non alzò nemmeno la testa.
"Mi dispiace, non ho portato il casco." Lo tirai avanti con me fino alla mia Kawasaki, mentre gli altri si scambiavano sguardi.
Salii in sella senza lasciare la sua mano, e a quel punto il suo silenzio iniziò a preoccuparmi. "Ben?"
Ancora con i piedi fermamente sull'asfalto, Benjamin tirò indietro la mano e la lasciò cadere lungo il fianco.
Stava per arrivare la sfuriata?
Si appoggiò alla sella con i palmi, e dopo averne tastato i bordi, si mise a sedere senza una parola di protesta.
Gettai uno sguardo agli altri, non si meritavano di essere abbandonati così, ma in quel momento non avevo scelta. "Vi spiegherà tutto Masao, e domani ne parleremo insieme. Ora devo andare. Qualcuno passi a controllare Carli, per favore."
Sentii un mugugnato "sì, capo" da parte di Bob, mentre gli altri se ne stettero in ostinato silenzio.
Ben allungò le mani attorno alla mia vita senza la sua solita stretta violenta. Normalmente, che fosse arrabbiato o felice, Ben non sapeva fare niente delicatamente.
Girai la testa inquadrando un ciuffo dei suoi capelli azzurri. "Stai bene?" Chiesi di nuovo, a bassa voce.
Sentii la sua fronte premuta contro la schiena. Le sue mani mi tenevano ancora senza forza.
"Lui ti ucciderà," affermò lapidario.
Già, beh... "Mi inventerò qualcosa."
Solo allora le sue unghie affondarono nel mio stomaco come se volessero strapparmi le viscere. Quel pizzicore doloroso era stranamente confortante. Familiare.
Ora che Ben si stava aggrappando davvero, ero pronto a partire. Feci un cenno agli altri e girai la manopola dell'acceleratore.
Guidai lentamente anche se sentivo il bisogno fisico di portare Ben fuori dalla Fossa il più velocemente possibile.
Il suo silenzio durante il viaggio continuò ad inquietarmi. Ricordavo l'ultima volta che l'avevo visto in quelle condizioni, e il pensiero che si stesse sentendo vulnerabile e spaventato come quella volta, mi faceva ribollire di rabbia.
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Coyote e Ossicino
Mystery / ThrillerIl Coyote era a capo di un branco di motociclisti che infestava la piccola città californiana di Norgee. Ben aveva quasi terminato il liceo, e per ora era riuscito a nascondere che i suoi occhi tremavano ad ogni abbaglio. Se alla stazione di polizi...