La mia fronte era poggiata al vetro appannato dell'auto di Gordon, il compagno di mia madre. Fissavo il paesaggio formato solo da campi di un verde acceso, alberi pieni di vita e chiese, milioni di chiese.
Eravamo in viaggio da ormai un'ora e mezza, avevamo appena sorpassato l'insegna gigante con scritto sopra a caratteri cubitali "Loitsche", sbuffai silenziosamente spostando il mio sguardo su mio fratello Bill, intento a giochicchiare con i bracciali argento che aveva indosso.
Loitsche, la città natale di mia madre, io personalmente la odiavo, mi ricordavo quando, durante le vacanze estive, venivo a far vista a mia nonna e finivo ad annoiarmi a morte per una settimana. In tutto il paese c'erano al massimo cinque bambini con cui poter giocare e l'unico divertimento era andare la domenica mattina in una delle tantissime chiese che possedeva quel piccolo paesino. Invece a Lipsia c'erano sale giochi, bar, milioni di bambini diversi con cui fare amicizia e festeggiare l'ultimo giorno di scuola.
Mia madre aveva fatto questa scelta perché ormai Lipsia non faceva più per lei, dopo il divorzio con mio padre non la riusciva più a sentire come casa sua, e io chi ero per impedirle di essere felice? Mi sarei dovuto abituare, aveva detto Gordon, ma lui la faceva facile, era d'accordo con la decisione di mia madre, ma io non lo ero, per niente! Ma avevo già fatto il conto di quanti anni mi mancavano per essere maggiorenne e scappare a gambe levate da quel paesino troppo religioso per i miei gusti. Dieci anni, e sarei potuto tornare nella mia amata Lipsia, per divertirmi con il mio gruppetto di amici e far festa fino allo sfinimento.
L'auto si fermò davanti alla vecchia casa della mia nonna defunta. Vidi l'espressione raggiante di mia madre mentre fissava la casa bruttina che, probabilmente, le faceva venire in mente milioni di ricordi risalenti alla sua infanzia. Scesi svogliato dal veicolo acchiappando la mia valigia e il mio zaino in cui avevo rinchiuso tutti i miei averi più importanti, come i miei primi jeans oversize. Sentì il braccio del mio gemello appoggiarsi sulle mie spalle.
<<Un nuovo capitolo della nostra vita ha inizio! Non sei felice Tom?!>> Esclamò al settimo cielo Bill fissandomi eletrizzato, sbuffai sonoramente.
<<Tantissimo>> mormorai ironico salendo su per i quattro scalini che portavano a una piccola sorta di terrazza aperta. La chiave girava nella serratura creando un rumore abbastanza fastidioso, finché, dopo un bel po' di giri, si aprì rivelando un grande salone dai mobili probabilmente risalenti all'età della pietra, ma in quel momento la nostra famiglia non aveva abbastanza soldi per cambiare l'arredamento di un'intera casa, perciò ci saremmo dovuti far andare bene quello che c'era.
Senza esitazioni salì le scalinate scricchiolanti fino ad arrivare nella mia stanza. Ecco, un pregio Loische ce l'aveva, avevo la mia stanza e non avrei dovuto più condividere nulla con il mio gemello. Guardai l'interno della camera con scetticismo, gli unici mobili che conteneva erano una rete per il letto con sopra appoggiato un materasso singolo, un armadio a quattro porte usato pure dalla mia trisnonna, un tavolino da usare come scrivania e un comodino in legno con sopra appoggiata una lampada.
Lanciai in un angolo remoto della stanza lo zaino e la valigia e mi buttai di peso sul materasso. "Un nuovo capitolo della nostra vita", aveva detto Bill, sapevo che aveva ragione, ma forse io questo "nuovo capitolo della mia vita" non lo volevo iniziare, avrei solamente voluto continuare a uscire a giocare a basket con i miei amici, correre con il mio skateboard nelle strade trafficate di Lipsia, volevo tornare là, alla mia vita vera.
...........
Era sera, mia madre era uscita da qualche ora per andare a fare la spesa. Io ero seduto sullo scomodo divano in velluto rosso, stavo guardando la TV poco interessato al programma che stavano mandando in onda. La porta si aprì facendomi scorgere la figura di mia madre, mentre entrava in casa con in mano alcune borse di plastica.
<<Ragazzi! Ho una bellissima notizia!>> Esclamò emozionata, restai disteso sul divano ma facendo attenzione alle parole che uscivano dalla sua bocca.
<<Domani sera verranno a cena da noi Egle e sua nipote! Potrete sicuramente farci amicizia è una bambina tanto gentile>> Continuò a dire mia madre, ma d'istinto persi l'attenzione, non sapendo in realtà che la sera dopo avrei incontrato la persona più importante della mia vita, il mio primo amore.
-LA SERA DOPO-
Io e Bill eravamo entrambi nella mia stanza, io stavo pettinando i miei lunghi capelli biondi cenere, nel mentre Bill si stava sistemando la fine linea di matita che aveva iniziato a farsi da qualche mese. Delle voci dal piano di sotto mi fecero drizzare le orecchie, cercai di capire quello che stavano dicendo ma con scarsi risultati.
<<Dai Tom, scendiamo che gli ospiti sono arrivati>> mormorò Bill alzandosi e dirigendosi verso le scale pericolanti, lo seguì scendendo le scale con il mio solito passo deciso e fiero, anche se dentro stavo scoppiando dall'ansia.
E la vidi, abbracciata al fianco della zia, indossava dei vestiti larghi e maschili, aveva dei lucenti capelli biondo cenere, portati corti, un taglio molto strano da vedere su una bambina della mia età, ma il viso, il viso era quello di una bellissima bambolina di ceramica. Con delle guanciotte piene e rosate, le labbra a cuore di un rosa acceso, il nasino con una piccola, quasi impercettibile gobbetta, un minuscolo neo sulla guancia sinistra, simile al mio, e dei grandi occhioni verdi foresta, contornati da delle lunghe ciglia scure. Non ricordavo di aver mai visto una bimba così bella.
<<Questi sono i miei due figli, Bill e Tom>> disse mia madre indicandoci e facendoci cenno di avanzare. Dopo qualche passo arrivammo di fronte alla bimba un po' intimidita, da vicino era ancora più bella, con le guance colorate dall'imbarazzo.
<<Ciao sono Bill, piacere di conoscerti!>> Esclamò il mio gemello allungandole la mano cordialmente. Io mi limitai a un cenno con la mano.
<<Tom>> sussurrai nel più completo imbarazzo, la bimba lasciò andare la zia e strinse la mano di mio fratello.
<<Roxenne, piacere>> mormorò regalandomi un sorriso genuino, quella bambina aveva uno dei sorrisi più belli che io avevo mai visto, così splendente e naturale. Quello fu il giorno in cui una fiamma piccolina iniziò a bruciare nel mio cuore, e col tempo si trasformò in un vero e proprio fuoco ardente.
Da quella sera iniziai a provare qualcosa nei confronti di Roxanne.
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.Ecco il capitolo dal punto di vista di Tom. Roxy e Tom piccolini sono adorabili!!!
Non sono riuscita a resistere, adoravo questo capitolo e avevo la necessità di postarlo!
Spero che la storia vi stia piacendo, ciao, ciao💋💋💋
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★Why'd you wanna leave me?★ [Tom Kaulitz]
Romance- La guardavo mentre veniva trascinata, allontanata da me, dal mostro che ero diventato. Una lacrima salata inumidì la mia guancia, ancora dolente per i pugni ricevuti. Fu quella l'ultima volta che vidi Roxanne, la mia dolce Roxy.- [INIZIO: 14 otto...