When love and death embrace

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2007

I diciotto anni erano arrivati in un attimo. I Tokio Hotel solamente in un anno erano riusciti a duplicare, se non triplicare, il loro numero di fans. Orami erano conosciuti in tutto il mondo, difatti capitava spesso che partissero per tournée che avevano come meta gli Stati Uniti.

Ma purtroppo troppa fama non porta a nulla di buono. Tom con l'andare del tempo era cambiato, non era più il mio rasta-boy burlone e solare. Era un ragazzo sempre serio, con problemi di rabbia, ansia e che sfogava i suoi turbamenti sul fumo, e alcune volte sul alcool. Il problema delle fan non si era per nulla sistemato, anzi si era solo aggravato. Ormai non era un segreto che lui mi tradisse. Capitavano volte che lui tornasse da una festa accompagnato da qualche bella fanciulla, e che se la portasse in camera proprio davanti ai miei occhi.

Isla me lo ripeteva ogni giorno, "lascialo Anne, ti stai solo facendo del male". Eppure non ce la facevo, Tom era troppo importante per me, era tutto quello che avevo, il mio primo amore, non riuscivo a pensare ad un futuro senza di lui.

Era una fredda giornata di gennaio, io ed Isla eravamo sedute sulle sedie dell'aeroporto di Amburgo, ad aspettare il ritorno dei Tokio Hotel da Madrid.

<<Speriamo che Gustav si sia messo la crema solare, se nò me lo ritrovo come un'aragosta!>> Borbottò la rossa di fianco a me, la guardai e sbuffai una risata.

<<Approposito, hai deciso cosa fare?>> Mi chiese come di routine. Abbassai lo sguardo sui larghi jeans che indossavo.

<<Lo sai bene Isla, non è facile>> Blaterai iniziando a giochicchiare nervosamente con i cordoncini della mia felpa. La rossa non faceva altro che ripetermi di decidermi a lasciare Tom, e io sapevo che aveva ragione! Lo sapevo! Ma non riuscivo, come potevo lasciare qualcuno a cui avevo affidato la mia anima?

<<Anne lo so bene, anche io andrei in tilt se qualcuno mi dicesse di lasciare Gus. Ma tu vai avanti in questo modo da ben due anni, e lo sai pure tu che questi sono stati due anni di sofferenza, bugie e promesse andate in frantumi. Non puoi lasciarti trattare così, farti tradire davanti ai tuoi occhi senza reagire>> La guardai, sospirai. Concordavo con lei, non potevo continuare così, eppure non riuscivo a farla finita una volta per tutte. I miei sentimenti vincevano su tutto.

Non feci in tempo a rispondere che quattro ragazzi circondati da degli omoni in divisa ci raggiunsero.

<<Gustav!>> Esclamò Isla saltando tra le braccia del suo ragazzo, che aveva la pelle di un colore simile al bordeaux.

<<E la crema solare?!>> Gridò Isi toccando la pelle del ragazzo nel punto più rosso, facendolo gemere dal dolore.

<<Me la sono scordata>> Rispose l'altro con un sorrisetto da ebete, facendo sbuffare la sua ragazza.

Guardai Tom, gli sorrisi avvicinandomi ma lui mi sorpassò come nulla fosse, come se non esistessi. Delle braccia si appoggiarono sulle mie spalle.

<<Tranquilla, è una giornata no>> Scrutai Bill, sorridente come al suo solito. Cercai di accennare un qualcosa di simile a un sorriso. Tutti e sei ci incamminammo verso l'auto che ci avrebbe riportati a casa.

........

Eravamo tutti seduti nel salone della grande casa di Georg. Si, Georg aveva comprato casa. Ormai lui aveva compiuto vent'anni e dato che aveva le possibilità, aveva voluto smettere di vivere sulla spalle dei suoi genitori, comprandosi una bella casa ad Amburgo. I ragazzi ormai passavano più tempo lì che a casa loro, ma io e Isla ovviamente no, noi avevamo la scuola, non potevamo mollare tutto.

★Why'd you wanna leave me?★  [Tom Kaulitz]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora