No, I don't wanna fall in love with you

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TOM:

Ero steso sul mio letto, fissavo il soffitto bianco della mia camera, milioni di dubbi e domande vorticavano nella mia testa facendomi confusione.

Roxanne. Ecco chi era la causa di tutto questo caos che regnava nel mio cervello. In questa settimana di lontananza avevo avuto tempo per pensare a noi e alle nostre avventure, ma ancora non avevo capito se era stato tutto un errore o una bellissima esperienza.

Mi era piaciuto, anche molto, sentire il suo corpo attaccato, in simbiosi con il mio, avvertire le sue labbra vellutate baciare ogni punto - anche il più intimo - del mio corpo, ascoltare la sua voce emettere gemiti acuti - che facevano notare tutto il piacere che le procuravo.

Eppure, una piccola, minuscola vocina, mi diceva che tutto questo era sbagliato. Lei era la mia migliore amica, non una bambolina con cui potevo giocare a fare il bravo fidanzatino.

<<Tom! È arrivato Gustav!>> La voce di Bill mi riportò coi piedi per terra. Con un sospiro mi alzai dal letto e scesi le scale. Guardai mio fratello, già pronto, con i suoi jeans allacciati con una cintura nera ricoperta di borchie, una semplice maglietta nera e una giacca di pelle bianca. Infilai le mie mani nelle tasche e uscì seguendo Bill. La Fiat 600 color crema di Gustav era parcheggiata sull'orlo della strada.

Il mio gemello aprì la portiera e salì in macchina.

<<Ma ciao belle principesse!>> Esclamò Gerog, voltandosi nella nostra direzione. Alzai gli occhi al cielo.

<<Ma stai zitto che mi hai rubato il posto>> mormorai chiudendo la portiera. Mi voltai e notai Roxy, era seduta sulle gambe di Isla. Stava parlando animatamente con Bill, ma dopo pochi secondi spostò il suo sguardo su di me, mi sorrise. Cavolo se era bella, le sue lunghe ciglia erano evidenziate da del mascara nero, le palpebre erano leggermente colorate da un ombretto color caffè e le labbra erano evidenziate da un rossetto rosa antico. Mi sorrise e accennò un saluto con la mano. Le regalai un sorriso tirato, prima che Georg mi cominciasse a parlare di quante belle ragazze ci fossero nel locale in cui stavamo andando.

<<Sono delle gnocche pazzesche, vedrai Tom>> disse Georg sorridente. Abbassai lo sguardo, in realtà di quelle ragazze non è che me ne importasse molto, l'unica ragazza che volevo era lì, proprio di fianco a me.

ROXANNE:

Dopo ben un'ora di viaggio arrivammo davanti al locale in cui avremmo passato la serata. Scesi dalle gambe di Isla, sistemai il mio semplice vestito nero a maniche lunghe - che proprio lei mi aveva costretto a indossare - e mi incamminai verso l'entrata del bar insieme agli altri.

Luci colorate, musica ad alto volume e acuti stonati, riempivano l'immensa stanza.

<<Una serata karaoke è perfetta per la tua scarcerazione>> Esclamò Isla guardandomi sorridente. In realtà io non ero dello stesso pensiero, odiavo parlare, cantare, ballare, davanti ad altre persone che non fossero quei cinque disgraziati, ma ovviamente - anche se la festa era in mio onore - non avevo potuto mettere bocca sul posto.

Ci andammo a sedere in uno dei tavolini, Gustav si offrì di andare a prendere da bere.

<<Chi è il prossimo a cantare?>> Chiese un ragazzo, circa sulla ventina, dal palco. Sentì lo sguardo di Isla cadere su di me. Senza nemmeno avere il tempo di obbiettare mi ritrovai in piedi, sotto le luci forti del palco.

★Why'd you wanna leave me?★  [Tom Kaulitz]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora