CAPITOLO UNO

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Velocità... Velocità... Solo velocità...

È questo ciò che penso quando sono sullo skate, tra le strade trafficate o per i parchi di Chicago, la mia città. Abito nel quartiere di Auburn Gresham, definito da alcuni il più pericoloso della città. E hanno ragione.

Io ho sempre una pistola ed un coltellino nello zaino, quindi direi che sono decisamente una ragazza di Auburn.

Supero un gruppo di mocciosi e aumento la velocità, affiancata dal mio amico dinoccolato Oscar, che ha due anni in più di me. Anche lui ha una pistola nello zaino, proprio come tutti quelli di questo quartiere.

Ci definiscono 'gli intoccabili' , perché se qualcuno osa provocarci o sfidarci, passiamo alle maniere forti. A noi, modestamente, piace essere temuti. Oscar è di gran lunga meno esperto di me. Sarà perché mio padre è uno degli spacciatori più ambiti della città, ma sono soltanto dettagli.

"Chi arriva per ultimo alla fermata, paga la cena" propone Oscar, il sorrisetto furbo e gli occhi verdi che brillano.

Alzo un sopracciglio e scoppio a ridere. "Sei masochista" lo provoco evitando una vecchietta con il bastone. "Ma se proprio insisti".

Le rotelle stridono sull'asfalto della strada, sotto il mio piede veloce. Per andare sullo skate uso delle vecchie scarpa di mia sorella, ridotte in condizioni pessime. Mio padre si 'mangia' i soldi per quello che fa di solito lui e a noi ci dà quei pochi centesimi che restano.

E a me sinceramente, di quello che fa lui, non mi frega niente. Forse perché non passa molto tempo con la famiglia e praticamente né io né mia sorella vogliamo avere a che fare con lui.

Oscar ridacchia quando mi sorpassa, pensando che ormai ha la vittoria in pugno, ma si sbaglia di grosso. Mi sistemo il cappuccio della felpa nera sulla testa e indosso i miei occhiali da sole per non ritrovarmi a sbandare in chissà quale aiuola, tra i fiori appassiti.

Ci sono parecchi ragazzini che giocano oggi e non mi stupisce molto visto che è pomeriggio inoltrato e tutte le campanelle delle scuole hanno già suonato. Probabilmente hanno già fatto i compiti ed ora sono pronti a rompere le scatole con i loro giochetti da quattro soldi.

Mi accuccio sullo skate, per essere più aerodinamica, e il vento mi schiaffeggia le guance, togliendomi il cappuccio e scompigliandomi i capelli. Sorrido al pensiero di quanto mi piaccia vincere e salto giù dallo skate, mettendolo sotto al braccio e guardando Oscar con sorriso di vittoria. La fermata è mia. "Hai decisamente perso".

Oscar sbuffa e si sistema una ciocca di capelli biondo scuro dietro l'orecchio. "Cosa avevi in mente di mangiare?"

"Panda Express" propongo rimettendomi il cappuccio in testa. "Una cosa veloce, magari con gli altri del gruppo".

Oscar scoppia a ridere. "Lo sai, vero? Al Panda Express hanno paura di noi". Mi cinge le spalle con un braccio. "Forse è il caso..."

"Oggi cercheremo di non guardare in faccia a nessuno". Mi alzo e posiziono lo skate sotto il piede. "Lascio la rabbia a casa, se proprio temi che qualcuno si faccia male".

Anche lui si posiziona sullo skate. "Vado a prendere i soldi".

"Come se avessi una banca a casa" lo schernisco.

Scrolla le spalle e si avvia sul suo skate. "Alle otto davanti alla fermata".

Salto sullo skate e controllo quanto manca alle otto: soltanto mezz'ora, il che vuol dire che posso andare a casa e cambiarmi vestiti, perché sapendo che ci sono andata a scuola, mi fanno quasi allergia.

Casa mia non è molto lontana da quella di Oscar e neanche dalla scuola. È piccolina e ci abito con mia sorella minore, Karen. Papà ci paga l'affitto giusto per mantenerci un tetto, per il resto badiamo a tutto noi.

Polvere di Noi -(With Us Saga)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora