Quanto tempo impiegò quel dannato bus a raggiungere l'Upper East Side.
Presi il bus senza il biglietto e dovetti anche cambiarlo due volte per scappare ai controlli.
"Finalmente arrivata!" Esclamai tirando un sospiro di sollievo non appena il bus si fermò.
"Scusi? Sa per caso indicarmi la Ventiduesima strada?" Chiesi diretta al conducente del bus, poco prima di scendere.
"Signorina vada sempre dritto! Una volta giunta al termine della strada, svolti come la strada stessa le porta e vedrà gli indirizzi partire proprio dalla ventesima strada!" Mi indicò l'uomo in tutta fretta.
"Grazie mille!"
Gli aggiunsi correndo poi fuori dal bus.Misi di nuovo le cuffie e, guardando il cellulare, notai che erano già le dieci passate.
Che ritmo di vita assurdo c'era nell'Upper East Side, diciamo anche strana, per le persone come me che provenivano dai bassi fondi di Brooklyn.
Camminando, comunque, secondo le indicazioni del conducente, ero appena svoltata alla fine della strada, mentre sognavo e perdevo il mio sguardo innamorato sulle vetrine dei negozi di quelle grandi strade.
"Non potrei permettermi neanche il manichino!" Aggiunsi da sola, spalancando gli occhi per i prezzi esposti in una delle tante vetrine "Chanel".
Ebbi una fitta al portafoglio passando poi davanti ad un outlet di Vera Wang.
"Ventuno e Ventidue!" Esclamai, riprendendomi dai pensieri, e, lasciando stare i negozi, poiché ero giunta proprio fuori alla ventiduesima strada.
Ero giunta, sì!
Ma ora?
Dove dovevo andare? Cosa dovevo fare? Quella Perrie mi aveva solo accennato della ventiduesima strada nell'Upper East Side.
Sbuffai diciamo impazientita dalla situazione, ma, un lampo di genio in quel momento mi fece ricordare di avere con me ancora quella banconota di merda da un dollaro.
All'angolo della strada vi era un piccolo bar; mi facilitò l'intera situazione.
Camminai verso quel bar, chiedendo una volta dentro, di scambiarmi quel dollaro in monete.
Uscii con un sorriso dal locale e, avendo con me il volantino con il numero della famiglia Malik, mi avvicinai ad una delle cambine telefoniche ancora intatte e iniziai a chiamare.
Solo pochi istanti dopo:
"Si? Pronto?" Mi rispose Perrie, alcuni squilli di telefono dopo.
"Weed: Signora Perrie? Sono Venere!"
"Perrie: Venere? Ti prego chiamami solo Perrie!"
"Weed: Scusami! Ecco, sono giunta alla ventiduesima strada, ora?"
"Perrie: ah, sei già qui? Pensavo di vederti più sul tardi..."
"Weed: beh, posso ritornare allora?"
"Perrie: ma cosa dici! Fai una cosa, cammina nella ventiduesima strada, la terza casa sulla tua destra, mi troverai subito!"
"Weed: va benissimo! A tra poco!"
Non ebbi più risposta poichè terminai il limite di chiamata da un dollaro.
Avevo comunque parlato del necessario.
Ora sapevo dove trovarla.
Rimisi la cornetta del telefono pubblico al suo posto, uscii dalla cambina e mi avviai.
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Call me Daddy.
RomanceLui: uomo trentenne e avvocato di successo. Lei: ragazzina sfigata di Brooklyn. ~Storia in continuo aggiornamento e in correzione di eventuali errori che commetto sotto effetto di una canna. Evitate di fare le maestrine e di correggere, a quello ci...