{Mr.Malik.}

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Partiamo dall'odore del caffè che iniziò a ricoprire tutta la cucina.

Io e Perrie ci eravamo comodamente sedute al tavolo in cucina, ingannando l'attesa dell'arrivo di suo marito.

"Prego Venere!" Aggiunse porgendomi la tazza di quel caffè espresso che mi aveva offerto, messo in un piattino con dolci sfiziosi quasi come decorazioni. "Grazie mille!" Le risposi subito, prendendo tra le mani il tutto.

"Non l'ho zuccherato!" Mi guardò ridendo, facendomi quasi sputare quel primo sorso di caffè.
"Ehm, io lo prendo sempre amaro..." Risposi per alleviare la mia prima figura di tutta una serie.

Lei iniziò graziosamente a sorseggiare il suo caffè (zuccherato), mentre io alleviai la mia bocca dall'amaro sapore con un dolcetto.

Atmosfera poco più che gradevole, se non fosse che venne intertotta da un assordante squillo di telefono.

"Venere, scusami un attimo!" Mi parlò, posando la sua tazza di caffè sulla tavola, mentre si allontanò per rispondere al cellulare.

La vidi dirigersi fuori e, ovviamente,
ne approfittai per riempire con due bustine di zucchero il mio caffè.

Qualcosa però non stava andando bene...

Mi ritrovai involontariamente ad ascoltare la telefonata di Perrie.

La sentivo urlare mentre gesticolava innervosita da qualcosa, ma dovetti voltarmi subito e fingere di non averla sentita, poichè riattaccò il telefono poco dopo e ritornò da me.

"Tutto bene?" Mi venne comunque da chiederle non appena rientrò, risedendosi di nuovo vicino alla tavola.
Lei in un primo momento mi rispose sospirando, finendo tutto ad un sorso il suo caffè. "Non va nulla bene!" Esclamò poi di soppiatto, guardandomi negli occhi.

Provai una tenerezza assurda...

"Posso essere d'aiuto in qualche modo?" Le aggiunsi fingendo un sorriso poichè mi stavo sentendo a disagio.
"Mio marito ha avuto un imprevisto, non torna a casa ora e io devo andare in redazione!" Amareggiata mi guardò, voltando poi lo sguardo verso il vuoto.

"Tranquilla, io posso tornare a casa in bus!" Le esclamai sorridendo, pensando fosse amareggiata anche per me.
"No! Venere solo tu puoi aiutarmi!" Mi rispose, mettendo le sue mani sulla tavola in modo da poter stringere le mie.

"I-io?" Chiesi balbettando sia per le sue parole che per i suoi gesti.
"Potresti restare con i piccoli già oggi?"
Mi spiazzò improvvisamente con queste parole, facendo cadere la sua intera disperazione sulle mie spalle.

"Come? Ora?" Le chiesi spalancando gli occhi alle sue parole.
"Solo tu puoi aiutarmi! Solo fino al ritorno di mio marito, poi ti accompagnerà restando lui con i bambini. Tranquilla ti pago domani mattina questo piccolo favore personale!" Quei suoi occhi disperati, aggregati a quelle parole non seppero farmi dire di no, cazzo!

"Va-va bene..."
Le risposi anche io con tono disperato ora...

In cosa cazzo mi ero cacciata?

"Già ti adoro!" Esclamò, facendo nascere un sorriso sulle sue labbra."Sul frigo c'è la lista di tutte le cose per i bambini. C'è il mio numero, per qualsiasi cosa non esitare a chiamarmi, okay?" Mi parlò, ma senza neanche darmi modo di rispondere...

"I bambini sono nella prima camera al piano di sopra, fai come se stessi a casa tua Venere, okay?" Continuò a parlarmi per tutta casa. Si era alzata dopo il mio "va bene" alla sua richiesta, non sentendola neanche più improvvisamente.

Call me Daddy.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora