"Oh, sì...!Anche Papino è arrivato..." Ansimò eccitato il Signor.Malik."Stacca il telefono ora!"
Dissi ripetutamente nella mia mente.Cosa avevo appena fatto sentire al Signor.Malik?
Come avevo potuto?
Stavo sbagliando!
Stavo sbagliando tutto!
Avevo, anzi, avevamo creato una situazione che non doveva crearsi...
Il Signor.Malik voleva cose da me che purtroppo io non potevo dargli...Eppure avevo ceduto...
Staccai in quel preciso momento il telefono tentando di smettere di affannare e di riprendermi dall'eccitazione che le mie stesse mani mi avevano portato.
Non volli più sentire il tono eccitato del Signor.Malik, avrebbe continuato, contro la mia volontà, ad eccitare anche me.
Sì! Purtroppo, e dico purtroppo, lui era riuscito a farmi eccitare facendomi solo sentire la sua voce.
E appena lo avrei rivisto?
Cosa sarebbe successo?
Cosa dovevo fare ora io?
Come potevo scappare da questa situazione?
...
Come avrei mai potuto sottomettermi a lui?
Stare davvero a quel suo "gioco?"
Cazzo Weed! E perché ti sei appena masturbata al telefono con lui?
Con un padre di famiglia!
Che pessima persona...
Iniziai a riprendermi dalle conseguenze del mio orgasmo raggiunto e di conseguenza scesi dalla vasca.
Lentamente e tremando.
Fissai il mio volto stanco nello specchio del bagno e mi sentivo sporca, sporca dentro...
"Ho bisogno di bere, di fumare, di dimenticare, di non pensare, cazzo!"
Aggiunsi disperandomi da sola, sperando vivamente che il Signor.Malik non tornasse a farsi sentire.E fino a quel momento le mie preghiere vennero esaudite.
Appena staccai quella assurda telefonata lui non ritornò a chiamarmi, non ritornò a farmi "tremare".
Ma i pensieri di quello che era appena successo, Dio, mi stavano fottendo il cervello...
Uscii dal bagno per cambiare aria, per non ritornare a far riaffiorare nella mente quell'attimo appena vissuto.
Sentivo veramente il bisogno di qualcosa.
Qualcosa che non avrei mai avuto il coraggio di assumere.
Mai...mai fino a quel momento...
Uscii dal bagno completamente bagnata, facendo diventare scivoloso tutto il pavimento dietro di me.
Mi diressi senza ma, forse con un perchè, nella camera di mia madre...Non capii precisamente cosa la mia mente stesse desiderando. Non volevo pensare, stavo sbagliando, mi stavo comportando come mia madre.
E di certo, almeno di questo ne ero consapevole...
Appena giunsi nella sua camera, iniziai a frugare nel comodino accanto al suo letto, trovando ciò che precisamente stavo cercando: la sua erba...
"Non lo fare Weed, fermati dai, non sai neanche cosa si prova..." Iniziai a parlarmi da sola mentre avevo preso quel pacchetto tra le mani. Quel pacchetto che conteneva tutto ciò che mi serviva per fumarmi uno spinello.
STAI LEGGENDO
Call me Daddy.
RomanceLui: uomo trentenne e avvocato di successo. Lei: ragazzina sfigata di Brooklyn. ~Storia in continuo aggiornamento e in correzione di eventuali errori che commetto sotto effetto di una canna. Evitate di fare le maestrine e di correggere, a quello ci...