{Two different kisses.}

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"Ti prego, puoi versarmi qualcosa di forte da bere?" Chiesi, come se avessi la bocca secca, alla barista. Tentavo solo di riprendermi dalla telefonata conclusa con il Signor.Malik.

"Un rum e pera?" Mi rispose perplessa, guardandomi con un sopracciglio sollevato. "Magari sola pera!" Le esclamai poggiando i gomiti sul bancone.

"Eh?" Aggiunse ancor più perplessa di prima. Non rispondendole feci capire meglio alla barista che doveva solo muovere il culo e servirmi.

In un secondo momento, quando mi porse il bicchierino di succo di pera,
neanche stessi bevendo un liquore forte, buttai giù per la gola tutto quel succo, sbattendo poi il bicchierino sul bancone.

"Davvero ottimo, bambola!" Le esclamai, facendole un occhiolino stile "vecchio ubriacone di porto".

Lei mi guardò spalancando gli occhi. Sì,
fu quello il momento in cui mi alzai e me ne andai con un sorriso simulato.
Avevo capito di aver fatto una pessima figura.

Non salutai Frank, dileguai in fretta la mia presenza da quel bar e uscii fuori, tirando un sospiro di sollievo che durò un solo istante.

"Cazzo, il Signor.Malik!" Esclamai, tornandomi alla mente le sue parole.

"Al diavolo, io non ti aspetterò mai!" Continuai tra me e me. Non volevo minimamente incontrare il Signor.Malik, specie dopo quella telefonata.

Non sapevo cosa aspettarmi da lui, avevo solo una strana sensazione. Non volevo pensare a nulla, eppure, pensavo a tutto.

Persa, come sempre, nei miei pensieri, quasi corsi verso la fine della strada e, decisi di ritornarmene a casa.

Appena giunsi fuori al mio palazzo, decisi di spegnere il cellulare e di sotterrarlo nella borsa, mentre correvo nel risalire le scale.

Immersa nei pensieri, nuovamente, il nervosismo mi fece impiegare ancora più tempo nel trovare le chiavi nella mia borsa.

"Oh, merda!" Aggiunsi da sola, snervata nell'aver appena fatto cadere tutto dalla borsa.

"Aspetta, ti do una mano!" Sentii d'un tratto aggiungermi dalle spalle, mentre io, mi ero precipita nell'abbassarmi per raccogliere tutto. Neanche il tempo di finire la frase e quella persona si era già calata per aiutarmi.

"Ciao comunque, eh..."
Mi aggiunse quella persona, che, altro non era che Harry... "Ehm, ciao..."Gli risposi, infilando velocemente l'assorbente caduto dalla borsa, tentando, invano, di non farglielo notare.

"Come stai?" Continuò, non notando (per mia fortuna) i miei buffi gesti. "Sto una meraviglia, perchè?" Gli risposi subito, ovviamente fingendo. "Ho saputo di tua madre..." Mi continuò, sorpreso dalla mia risposta. "Ah, ma quindi l'ultima a saperlo sono stata io?" Aggiunsi innervosita, alzandomi subito dopo, subito dopo aver riposto tutta nella borsa. "Weed, non innervositi, scusami..." Mi rispose, avendo intuito il mio tono snervato dalle sue parole. "No, scusami tu...Ho avuto una pessima, e dico davvero pessima giornata!" Gli risposi sospirando, calmando il mio tono. "Dai, magari davanti ad una pizza ti sentirai meglio!" Mi aggiunse facendomi una carezza sulla spalla, ammiccando uno dei suoi splendidi sorrisi. "Pizza?" Aggiunsi guardando i movimenti della sua mano. "Sì dai, una pizza, magari davanti ad un film. Un'ottima cura per le giornate di merda!"
Continuò imperterrito, convincendomi subito a risponderlo. "Sì! Ci sto!" Ricambiando anche il suo sorriso.

"Da me?" Mi chiese alcuni istanti dopo, volendo capire dove continuare quell'ormai inizio serata. "Dai, da me! Sono anche strapiena di film da poter guardare!" Gli risposi poi io, avendo trovato le chiavi della porta. Con il suo sorriso come risposta, mi voltai verso la serratura della porta del mio appartamento per poi aprirlo due mandate dopo.

Call me Daddy.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora