Cosa cazzo stava succedendo?Mia nipote Bonnie, dopo quella telefonata mi inviò la strada del locale con un messaggio.
Avevo lasciato il bar da subito, avevo solo sentito il suo nome.Una volta salito in macchina, sfrecciai per le strade dell'Upper east side, non passando di certo inosservato.
Impiegai forse dieci minuti ad orologio, diciamo pure che non ci misi nulla ad arrivare a quel locale.
Scesi dalla macchina, appena la sostai proprio dietro ad una di mia conoscenza.
Accesi una sigaretta mentre chiusi lo sportello alle mie spalle.
Non volevo perdere la pazienza e preferii chiamare Bonnie al telefono."Il cliente da lei chiamato, non è al momento raggiungibile!" Come potevo già sapere: rispose la segreteria. Finii in lunghi tiri la mia sigaretta, camminando verso l'entrata del locale. Gettai per terra il mozzicone ed entrai nel locale, alzandomi il colletto della camicia.
Un locale alquanto penoso.
Mi piaceva solo l'odore di erba che si sentiva. Sentivo la voglia di quelle ragazze; voglia di avermi con loro solo per averle guardate.
A me salii solo la voglia di accendere un'altra sigaretta.
Presi dalla tasca dei pantaloni le sigarette, ma avevo lasciato l'accendino in macchina.Occhiai la prima ragazza che stava fumando e mi avvicinai: "Devo accendere!". Le parlai senza dirle più di tanto, mentre lei mi diede l'accendino con un sorriso malizioso, guardandomi dalla testa ai piedi. "Grazie mille!" Le aggiunsi in risposta,sbuffandole il fumo in pieno viso, ridandole l'accendino. Mi fissai a guardare quella tipa, perché mi soffermai sullo scenario alle sue spalle.
Poco dietro quella ragazza, la tendina di un privè era aperta.
Intravidi una ragazza di mia conoscenza e spostai quella tipa per passare.Mi feci un tiro di sigaretta ed entrai, passandomi una mano tra i capelli.
"Zio Zayn..." parlò con tono preoccupata mia nipote.
Ero entrato nel privè dove c'era mia nipote, altri ragazzi e Venere...Venere era sdraiata, sdraiata sul divanetto di quel privè. Non mi soffermai più su altre cose.
Camminai lentamente verso quel divanetto. "Vattene subito a casa!" Sussurrai a mia nipote non appena le passai accanto.
Le si voltò verso di me, quasi per guardarmi male. Credo che la guardai in malo modo prima io. Lei abbassò lo sguardo e senza avere il coraggio di aggiungermi nulla se né andò. Camminò lentamente verso l'uscita, portandosi senza aver detto nulla anche i suoi amici.
Uscirono tutti da quel privè.Tutti tranne la mia bimba...
"Siamo di nuovo soli..."
Le sussurrai camminando verso di lei.
Lei era in uno stato quasi di incoscienza. Non stava capendo molto. "Cosa hai preso per stare in questo modo,eh?" Continuai comunque a parlarle, mentre mi avvicinai troppo a lei.Era solo drogata, si sarebbe ripresa svariate ore dopo!
"Mh..." Mugolò mezza stordita, sentendo sicuramente il mio respiro. Mi ero lentamente sdraiato sopra di lei; avvicinando troppo le mie labbra alle sue. "Lo sai vero? Questa volta non ci sarà nessuno a crearci disturbo..." Cercai di farla scaldare, aggiungendo le parole con poco respiro, mentre le sfioravo le labbra. Non riuscì comunque a rispondermi, ebbe solo la forza di portare le sue mani sulla mia schiena. "Lo vuoi, vero?" Sussurrai, mordendole il labbro inferiore. Mossi lentamente il mio bacino e le labbra se le morse poi da sola.
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Call me Daddy.
RomanceLui: uomo trentenne e avvocato di successo. Lei: ragazzina sfigata di Brooklyn. ~Storia in continuo aggiornamento e in correzione di eventuali errori che commetto sotto effetto di una canna. Evitate di fare le maestrine e di correggere, a quello ci...